Sanremo 2020, Paolo Palumbo malato di SLA commuove l’Ariston: “I limiti sono solo dentro di noi”

Ragazzo malato di SLA

Sanremo 2020, Paolo Palumbo il ragazzo con la SLA ha commosso il teatro Ariston. Una Standing Ovation per lui e molta tenerezza. “Se vi dicono che i sogni non si realizzano sappiate che i limiti sono solo dentro di sé”.

Sanremo 2020: Paolo Palumbo, con la sclerosi multipla realizza il suo sogno

Una emozione che ci ha gonfiato il cuore di speranza e di tenerezza per questo giovane, Paolo Palumbo che nonostante sia affetto da sclerosi multipla diagnosticata a 18 anni, è riuscito a realizzare i suoi sogni grazie all’aiuto e al sostegno della sua famiglia, soprattutto il fratello che è diventato “le mie gambe e le mie braccia”.

E’ riuscito a calcare anche il palco dell’Ariston e a portare un messaggio di speranza a chi come lui combatte ogni giorno con questo mostro.

Paolo è salito sul palco accompagnato dal fratello e dal rapper Kumalibre, al secolo Cristian Pintus, e Andrea Cutri che dirige l’orchestra. La canzone di Paolo ha un testo emozionante e molto diretto, sono sue le parole e anche la musica:

“Piacere sono Paolo / ho fretta di raccontare / scusatemi la voce da casello autostradale / sognavo di fare lo chef / ci sono riuscito / vedermi con la sedia a rotelle / ho parlato al G8 / e ora canto a Sanremo / Sono la montagna che va da Maometto / pur restando disteso nel letto / per volare mi bastano gli occhi / Credo e recito il rosario / ed è proprio lui a tenere lontano il mio sicario”.

La storia di Paolo Palumbo malato di SLA commuove l’Ariston

La malattia gli ha tolto la voce ma attraverso il “comunicatore vocale” ha guidato con gli occhi l’esibizione. Dopo l’esibizione anche lo spazio per un messaggio:

Se vi dicono che i sogni non si realizzano sappiate che i limiti sono solo dentro di sé. La mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma di un ragazzo che non si è arreso. I limiti sono solo dentro di noi. Ricordate che il tempo che abbiamo a disposizione è poco ed è nella mente che ristagnano le disabilità più gravi.

E infine interroga il pubblico con domande semplici ma che vanno dritte al cuore:

Avete speso bene il vostro tempo? Avete detto a tutti “ti voglio bene”? Avete cercato un lavoro che vi faccia svegliare al mattino col sorriso?

Una bella lezione a Sanremo, l’ennesima, voluta fortemente da Amadeus che ci ha dato la possibilità di conoscere questo ragazzo straordinario che non si è arreso.

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