Alberto Angela: “Stiamo preparando nuove puntate di Noos, è un programma del nostro tempo. A Napoli mi sento a casa” – Intervista

alberto angela intervista superguidatv

Alberto Angela è la cultura della Rai. Il conduttore e divulgatore scientifico è una presenza fissa nei palinsesti dell’emittente pubblica. Vediamo insieme cosa ci ha rivelato sulle nuove puntate di Noos e sul suo rapporto con la città di Napoli e quella di Pompei.

Intervista ad Alberto Angela ai Palinsesti Rai 2025-2026

Alberto Angela era presente alla presentazione dell’offerta Rai per la stagione 2025-2026 dell’emittente pubblica. Noi di SuperguidaTv gli abbiamo chiesto del suoi progetti futuri, tra le nuove puntate di Noos e un nuovo piano sequenza, come quello andato in onda su Pompei.

Alberto Angela, un’altra grande stagione è cominciata di Noos.

Sì, noi continuiamo una tradizione che parte dagli anni ’80, lo sapete, con Superquark e stiamo portando avanti quello che è una funzione fondamentale del servizio pubblico e cioè informare. Chi sta a casa, chi si siede alla sera, deve conoscere il mondo nel quale viviamo e tu mi devi dare delle informazioni con uno stile che sia semplice, chiaro e sono degli strumenti, un nutrimento per la mente per capire tutto quello che accade nel mondo“.

Si era parlato di una seconda serata per te durante la settimana, quanto c’era di vero in queste voci?

“Altre domande?”

Napoli è la sua seconda città. Straordinario è stato il piano sequenza della puntata dedicata a Pompei.

“Il piano sequenza su Pompei è stato un momento straordinario, fatto tra l’altro con il Centro di Produzione di Napoli con cui lavoriamo da tanti anni. Guardate, una cosa come quella, cioè non staccare mai una telecamera per 130 minuti. È incredibile, camminando dentro Pompei, facendo i chilometri eccetera, solo un grande affiatamento con dei tuoi colleghi puoi fare.

Io qui ho trovato veramente la possibilità di farlo e devo dire che quel piano sequenza è quello più lungo mai fatto in televisione e credo sia il secondo nella storia anche del cinema. Insomma stiamo lì, e quindi questo mi fa capire la professionalità delle persone con le quali si riesce a lavorare qui a Napoli, ma in generale in RAI. La RAI ha questo know-how, questo DNA professionale che nasce assieme alla televisione.

Allora, io qui a Napoli mi trovo molto bene, chiaramente anche a Pompei, però devo dire una cosa, un segreto su Napoli. E cioè Napoli è una città, è una comunità più che una città, capace di fermare il tempo, di assaporare il secondo, il minuto stesso, anche un caffè. Un caffè è un momento da condividere con un altro oppure con te stesso. È un momento in cui si ferma il tempo e questo è un modo di pensare antico, greco sicuramente, però ti insegna ad apprezzare la vita, a assaporare la vita. Qui a Napoli c’è qualcosa di molto prezioso e io ogni volta che vengo qui ritrovo questa situazione, mi sento molto a casa e quindi continuate così”.

Dopo Pompei a quale RAI ambisci?

“Allora, il piano sequenza di Pompei in realtà noi pensavamo fosse un punto d’arrivo, in realtà è un punto d’inizio quindi faremo un altro piano sequenza, molto complesso ma molto bello, non vi possiamo ancora dire dove, ma vedete da cosa nasce cosa e continuiamo.

Adesso stiamo lavorando su Noos con nuove puntate, anche adesso abbiamo appena finito di registrarne una e credo che la cosa più importante con Noos è proprio questa, ricordate che noi veniamo a casa e vi regaliamo tante conoscenze scientifiche, divulgative certo ma anche sulla vita quotidiana. Quindi parleremo di varie cose della vita, dalle diete naturalmente anche alla chirurgia plastica, e cerchiamo di dare degli approfondimenti in quel senso. Cerchiamo di essere un programma del nostro tempo”.

C’è una controtendenza che si nota rispetto allo scorso anno, i programmi culturali tendono ad acquistare ascolti, i reality perdono ascolti, come ti spieghi questo?

“Io faccio divulgazione, ho tanti colleghi che io vedo come degli alleati, non vedo chi fa divulgazione come un concorrente, mai, sono come dei reparti diversi schierati sullo stesso fronte per dare conoscenza. E se noi riusciamo a fare bene il nostro lavoro lo si vede non tanto dai risultati, quanto per esempio il Qualitel.

Il Qualitel forse vi è sfuggito, è uscito qualche giorno fa, e premia tantissimo alcuni programmi divulgativi, non vi dico quale, però è importante perché ricordo a tutti che la televisione, la RAI è servizio pubblico, pagate il canone e questo è quello che avete.

Quindi io penso che ci siano due cose da dire in conclusione, prima la qualità anche dei programmi e quindi anche il modo di essere curiosi, di invogliare la gente, mai annoiarla, e secondo è che anche la gente a casa capisce il valore di questi programmi, quindi penso che sia questo connubio“.

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