Space Jam, analisi e recensione del Film a cura di Christian Fregoni

Film Space Jam

Space Jam è un film del 1996 di genere Commedia/Animazione, diretto da Joe Pytka, con Michael Jordan, Wayne Knight, Billy West, Dee Bradley Baker, Theresa Randle, Danny DeVito. Eccovi brevi cenni sulla trama del film e recensione/analisi approfondita della pellicola a cura del “bagnino” di Caduta Libera Christian Fregoni.

Brevi cenni sulla trama del film

Sul pianeta dei Nerdlucks, il lunapark sta per fallire per mancanza di nuovi divertimenti. Il padrone della struttura, cerca soluzioni per evitare che ciò avvenga. A tal proposito invia un gruppo sulla Terra con il compito di rapire i Looney Tunes e carpire i segreti dei loro divertimenti.

Space Jam: Un lavoro “fresco al limone”, recensione e analisi del film a cura di Christian Fregoni

Ad una prima, e poco partecipe, visione questo film potrebbe sembrare una semplice operazione commerciale, creata per far coesistere nello stesso mondo un pezzo da novanta dello sport, Michael Jordan, e una vera istituzione in fatto di animazione e formazione educativa per i più piccoli, i nostri amici “lunatici” Looney Tunes.

Potrebbe, sì, e per un certo qual verso è innegabile l’atmosfera da sfavillante e roboante “spot pubblicitario” che aleggia per tutta la durata del lavoro di Joe Pytka, ma per un momento abbandonate l’occhio della ragione per catapultarvi in un mondo in cui le regole prestabilite vengono completamente stravolte dall’immaginazione e dalla magia. In altre parole: ritornate bambini!

Ecco che, dunque, vi ritroverete immersi in un’opera in cui è la fantasia a farla da padrone. Per i più grandi la carrellata iniziale con le incommensurabili gesta di Jordan rappresenterà un dolce momento di nostalgica memoria, ben compensato dalla sua spiccata vena autoironica.

I più piccoli, invece, godranno di una lunghissima sequela di corti dei nostri amici marchiati Warner, per cui potranno divertirsi e al contempo imparare una lezione fondamentale sui valori di amicizia, solidarietà, sportività e talento.

Sì, perché il talento, ingloriosamente rubato a 5 star NBA, è ciò che permette ai buffi alieni invasori ed oppressori di sfidare i Looney Tunes ad una partita di pallacanestro per poterli ridurre in schiavitù ed approfittare della loro innata dote scenica per intrattenere gli abitanti della grigia ed inquinatissima “Moron Mountain”.

Ed è qui che entra in gioco il pezzo grosso: Jordan si trova trasportato in una dimensione che poco gli appartiene, a far da coach ad una banda di pestiferi e scalmanati personaggi che tengono alla loro individualità e libertà di “essere lunatici”.

Sconfortato per la grigia ed infelice piega che la sua carriera sportiva sta prendendo, Jordan accetta di buon grado il ruolo di capitano dei Looney e li guida verso un “big match” che incarna un connubio di spettacolarità e CGI, punto nodale del film. Assistiamo infatti al giusto mix di esibizione di talento, del sopracitato Jordan, e di pazzie cartoonesche degli altri personaggi fino al culmine della partita, in cui entrambe le componenti si uniscono a formare una scena che rimarrà negli annali della storia!

Nel suo lavoro, Jordan è coadiuvato anche dai sempre simpatici Wayne Knight e Bill Murray, i cui ruoli rimangono comunque marginali e poco incisivi. Il finale, poi, raffigura quasi una simpatica allegoria della carriera sportiva di “Sua Altezza Reale” Michael Jordan: vederlo scendere in campo, sbarcando da quell’astronave, non può che richiamare alla memoria il pensiero che lui sia sempre stato quasi un extraterrestre, un mostro di bravura e capacità, in mezzo a noi comuni mortali.

I pro del film Space Jam

Per concludere, i punti a favore del film sono:

  • un grande valore nostalgico
  • una vera e sana partecipazione alle peripezie rocambolesche e cartoonesche dei protagonisti
  • una pura esaltazione e celebrazione dello sport in quanto disciplina che unisce tutti (umani e non) in un grande sodalizio di rispetto ed amicizia.

I “contro” del film Space Jam

Di contro, qualche nota dolente è rappresentata dalla grossolanità di certi buchi di trama, dalla CGI, purtroppo datata ed invecchiata in malo modo, e dall’impronta troppo kitsch e macchiettistica dell’opera, che troppo dipende dalla carriera pubblicitaria del suo autore.

Il voto

  • Voto: 6,5

A presto amici con la prossima recensione.

@RIPRODUZIONE RISERVATA
A cura di Christian Fregoni

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