Luca Argentero è uno dei protagonisti di On Air, il festival dedicato al cinema e alle serie tv diretto da Simona Gobbi, che in questi ultimi giorni di maggio si sta tenendo nella magnifica cornice di Palermo. L’attore piemontese ha incontrato la stampa presso la sala del Grand Hotel et Des Palmes, nel cuore pulsante del capoluogo siciliano. Noi di SuperGuidaTv abbiamo rivolto all’attore protagonista di Doc – Nelle tue mani, qualche domanda sul suo possibile futuro da regista e un commento alle dichiarazioni fatte dal collega Michele Morrone durante la trasmissione tv Belve condotta da Francesca Fagnani. Ecco cosa ha risposto Luca Argenterò.
Luca Argentero: escludo un futuro da regista
Luca vent’anni di carriera, dopo tanti anni c’è l’idea di passare dietro la macchina da presa come regista?
“Non mi ha mai sfiorato e so per certo che non tradirò queste parole, mentre parlavamo prima di scrittura con Mario e l’ho già testato perché ho pubblicato un romanzo, la scrittura è veramente una cosa che mi intriga, che mi emoziona, che mi stimola se devo pensare a qualcosa di alternativo o di complementare per il futuro, ma la regia ho detto no, non succederà e non ci troveremo fra dieci anni, e tu mi direi: guarda che io mi ricordo una volta ti ho chiesto e invece tu hai detto no”.
Scherzando con l’attore gli facciamo notare che di quanto dichiarate avremo un giorno il filmato. Argentero poi aggiunge: “Non riesco a immaginare un lavoro più complesso e più stressante, vivendolo costantemente, non avrei, non ho assolutamente voglia di rispondere a tutte quelle domande contemporaneamente, tu hai decine di persone che ti fanno domande diverse a cui tu in ogni istante della giornata, prima del lavoro, durante il lavoro e dopo la giornata di set, devi continuare a dare risposta. E quando abbiamo finito, battuto l’ultimo ciak, il regista lavora altri due mesi a confezionare il progetto”.
“Io ho un ritmo troppo più elevato, io voglio fare due, tre progetti l’anno, non uno ogni tre anni, è una proporzione che non mi interessa, è una quantità di tempo impiegata, non ho la vena autoriale se non nella scrittura, che invece ha delle tempistiche dove sei tu con te stesso. Io mi devo relazionare con 150 persone, magari mi è capitato, ho pubblicato un romanzo, so cosa significa lavorare con un editor, poi avere un confronto, è interessante, anzi è migliorativo, ma tutta quella marea di gente che pende dalle tue labbra mi ha dato un po’ di panico. Vabbè che il regista è un po’ psicanalista forse, no? Ci sono colleghi che da attori passano alla regia, sono degli esempi più che illustri, riuscitissimi, dalla Cortellesi a Edoardo Leo, persone con cui ho condiviso il set e che poi sono passate all’altra parte, lo vedo proprio che erano adatte, lo sapevo già, me lo immaginavo e infatti sono cose che poi funzionano”.
Michele Morrone? Eccesso di ego
Chiediamo ad Argentero cosa pensa delle parole espresse da Michele Morrone a Belve. L’attore sorride dicendo: “Mi ha fatto solo sorridere. Meglio ridere, no? È un eccesso di ego, però forse sei un ragazzo che ha avuto, magari una bordata di successo. Vedi il successo non è fare una cosa di successo. Io mi sento appagato, perché sono vent’anni che faccio questo mestiere. Detto questo, io penso che Michele abbia delle grandissime potenzialità, che abbia davanti a sé una carriera brillantissima, soprattutto internazionale. Perché no? L’immagine d’italianità è una cosa che agli americani è sempre piaciuta, infatti il lavoro mi sembra continuativo. Ecco, sparare a zero sulle capacità degli attori, dei suoi colleghi italiani mi sembra un po’ una sboronata. Il programma lì ti porta forse a fare quel tipo di considerazioni, ecco, una considerazione un po’ fortina. Io c’ho lavorato con Michele, c’ho fatto Sirene, e lui faceva Tritone, non proprio un ruolo profondo, ma in una commedia. Ed era stato molto bravo a fare quella parte di commedia, e lì a pensarlo più bravo del 99% degli attori italiani, non sono tanto d’accordo. È anche strano giudicarsi e giudicare gli altri, è un po’ bizzarro. Io non saprei dire se sono più o meno bravo di un altro. Come fai a dirlo? Perché lo dici?
Dal nostro punto di vista sosteniamo che poi in fondo è sempre il pubblico a decretare il successo di un attore. Dal canto suo Luca argenterò dichiara: “Sì, o lo dice un critico, o lo dice un addetto ai lavori, un regista. Dirselo da soli è proprio un po’ strano. Boh. L’intervista mi ha fatto molto sorridere. L’ho trovato una persona in una botta di ego quasi chimica, però forse giustificata dal fatto che è una persona che ci credeva, ho sempre pensato che, quando l’ho incontrato, era una persona che voleva a tutti i costi, cercava a tutti i costi un modo per arrivare. Essendoci arrivato, facendo questa grande botta, forse questa enorme botta gli ha dato proprio alla testa, c’è una roba che era proprio chimicamente sbilanciato, no? E quindi ti lanci nelle dichiarazioni che sono un po’ strane. Buffe”.