Jeson a Sanremo Giovani con il brano “Inizialmente tu”: “Marco Mengoni ha fatto un gesto nei miei confronti che ho amato molto” – Intervista

JESON

Jeson, artista, cantautore e autore romano, è tra i 24 semifinalisti di Sanremo Giovani con il suo inedito “Inizialmente tu”. Con una scrittura che unisce introspezione e contemporaneità, Jeson si è affermato negli ultimi anni come una delle voci più autentiche e riconoscibili della nuova scena cantautorale italiana. Quest’anno ha pubblicato “Che farei”, “Me manchi da mori’” e “Vagabondo”, singoli che hanno confermato la cifra stilistica del giovane artista. I nuovi brani arrivano dopo la collaborazione con Marco Mengoni, che lo ha scelto come featuring per “Lasciami indietro”. Noi di SuperGuidaTv lo abbiamo intervistato per voi.

Intervista a Jeson in gara a Sanremo Giovani

Jeson, benvenuto su Super Guida TV. Partiamo dall’emozione: cosa hai provato quando hai saputo che il tuo nome era stato selezionato tra i 24 di Sanremo Giovani? Dov’eri?

“Ero contentissimo. Ero sul treno, nel tratto Bologna–Firenze, pieno di gallerie. Volevo chiamare subito la gente per condividere il momento, ma la linea cadeva sempre. Avrei voluto fare centomila cose, ma sul treno non potevo certo mettermi a urlare. Però ero felicissimo.”

Il brano che porterai sul palco si intitola Inizialmente tu. Da dove nasce questa canzone? Raccontaci la genesi.

“Eravamo io, Leonardo Zaccaria – con cui l’ho scritto – e Pietro Celona, che l’ha prodotto e arrangiato. Eravamo a casa di Pietro, ad Alba, per una settimana d’estate in cui abbiamo scritto un po’ di canzoni. La sera in cui è nata questa era tardissimo: volevamo uscire, poi ci siamo detti ‘dai, rimaniamo e scriviamone un’altra’. Era un’idea iniziata alle quattro di notte, abbiamo finito verso le cinque. Poi l’abbiamo continuata a Milano in studio. È un brano importante per noi, legato a bei ricordi.”

Cosa significa per te portare questo brano e, in generale, andare a Sanremo Giovani, dove si incrociano i sogni degli artisti?

“Non conosco l’esperienza a cui sto andando incontro: non ho mai vissuto la televisione né un talent. È tutto nuovo. Sicuramente c’è felicità nel portare questa canzone su quel palco, che merita quel contesto. L’obiettivo è dare il massimo e continuare il percorso, senza dimenticare che siamo lì per cantare le nostre canzoni e divertirci.”

Come ti immagini la tua esibizione sul palco?

“Mi sto preparando. L’ho imparata, sono abbastanza sicuro che andrà bene. C’è un po’ di ansia: è un contesto diverso. Ma me la vivo come un concerto, come un live. Mentalmente può aiutarmi.”

C’è un elemento che non manca mai nella tua musica, un marchio di fabbrica?

“La sensibilità e il romanticismo. Sono i due elementi che hanno plasmato i miei testi sin dall’inizio.”

Hai firmato come autore anche brani per altri artisti, tra cui Marco Mengoni. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?

“È stata un’esperienza incredibile. Avevo lavorato a Lasciami indietro come autore, quindi non mi aspettavo tutto questo. Mandavo i provini a Marco, lui si era incuriosito dal mio lavoro e gli piaceva come interpretavo il brano. Ha fatto un gesto umano che ho amato: considerarmi come artista, non solo come autore. Mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Ti va di farlo insieme?’ Ovviamente ho detto di sì.”

Qual è la differenza tra scrivere per se stessi e scrivere per altri?

“Sono due mondi diversi. Per altri devi immedesimarti nell’artista; per te stesso sei molto più libero e puoi scrivere cose che magari non si capiscono al primo ascolto. Per altri devi essere ‘largo’, abbracciare il grande pubblico. Scrivere anche come autore mi ha aiutato: tanti pensieri che prima scrivevo in modo criptico ora li esprimo come se parlassi a qualcuno. La semplicità del linguaggio è ciò che arriva a tutti.”

Negli ultimi anni hai raccontato molto di te – fragilità, rinascita. C’è una canzone che consideri ‘la più tua’?

“No. Tutte le canzoni che ho fatto uscire fanno parte di un momento della mia vita e parlano di me. Mi rispecchio in tutte, quindi non posso sceglierne una.”

Che direzione musicale vuoi prendere dopo Sanremo Giovani?

“Mi sto spingendo verso un mondo cantautorale. Mi piace il contrasto: la gente, guardandomi, pensa che io sia un rapper perché sono tatuato, ho un certo tipo di immagine… poi mi ascoltano e rimangono spiazzati. Sto riscoprendo molto i cantautori italiani e la loro semplicità nel parlare all’ascoltatore. Secondo me la semplicità ripaga sempre: è un fattore importante che avevamo un po’ perso e ora stiamo riscoprendo.”

Qual è la cosa che più ti piace del tuo mestiere e quella che ti piace meno?

“Mi piace stare in studio, condividere idee con musicisti e autori: scrivere le canzoni è la cosa più importante per me. Quello che mi piace meno è spiegare le canzoni: non è una cosa che sento mia, anche se è importante perché non sempre la gente capisce da sola i tuoi punti di vista. Ma è una parte che faccio fatica a vivere.”

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