Durante la presentazione dei palinsesti RAI 2025/2026 abbiamo raggiunto Alberto Rossi, il popolare Michele Saviani di Un Posto al Sole, che ai nostri microfoni ha dichiarato di non poter racchiudere in un solo concetto il grande successo di pubblico che da molti anni riscuote la soap partenopea di RaiTre. L’attore ha anche parlato del recente annuncio relativo all’ingresso nel cast di Whoopi Goldberg. Ecco cosa ci ha detto in merito alla serie tv che ogni sera conquista migliaia di spettatori nella fascia oraria serale del terzo canale Rai.
Alberto Rossi, l’intervista esclusiva
Un posto al sole è un successo ormai da 30 anni. Qual è il segreto di questo successo? Perché è sempre così seguita?
Ma sono tanti, non si può riassumere in un’unica parola. Secondo me è stata innanzitutto la genialata di Minoli, che all’epoca scelse come centro di produzione Napoli, perché Napoli è foriera di storia. Ecco, io non so se avrebbe avuto la stessa fortuna se l’avessero fatto in una qualsiasi altra città d’Italia. Questo senza togliere nulla ad altre località, ma ci sono delle alchimie speciali tra il programma e la città di Napoli. Qui c’è San Gennaro, Maradona e poi Un posto al sole, a puntata, come lo chiamano loro.
Whoopi Goldberg entrerà nel cast di Upas, che ne pensi?
Oggi è arrivato anche l’annuncio di Whoopi Goldberg che entrerà nella serie. Non sapeva niente nessuno, ci è arrivato un messaggino sulla nostra chat dal direttore di produzione. Finalmente si può rivelare questo segreto che è stato mantenuto fino ad oggi. Abbiamo postato tutto per cui è una spoilerata che si può tranquillamente svelare.
Che ruolo avrà Whoopi Golberg in Upas?
Non abbiamo la più pallida idea di come sarà trattata dagli sceneggiatori, ma sicuramente penseranno qualcosa di assolutamente geniale anche perché avendo a disposizione un personaggio talmente travolgente, simpaticissimo, allegro, furioso, matto e talentuoso come lei, che dovresti fare? Si è parlato di misteri e di un incontro sentimentale con uno dei protagonisti.
Potresti essere tu?
Vorrei essere io? Non lo so. Aspettiamo, vediamo. Quattro matrimoni, Riggi e Brucco sono arrivati a 19. Io per ora sto a 4, un accoltellamento, mi hanno sparato, ci siamo rimessi insieme. Magari per un annetto fateci stare tranquilli, poi potrebbe succedere un’altra mattata.
Volevo capire, tu rispetto a lui, se hai questo tipo di interesse, com’è che costruisci il personaggio in questo senso?
Perché è un grosso impegno, è molto impegnato nel sociale. Allora mi fanno sempre questa domanda “ma a chi ti ispiri“? Io faccio l’attore, il mestiere dell’attore è quello di creare, di inventare.
Come lui ritiene più opportuno?
Ovviamente in relazione al personaggio che deve creare in quel momento. Prima di interpretare Michele Saviani in Upas feci una cosa: mio fratello che lavora in un grosso giornale, gli chiesi di poter parlare con qualcuno dei suoi redattori e mi feci un pomeriggio con tanti di loro, una chiacchierata e basta. Poi trassi le mie considerazioni e conclusioni, e da lì partì la mia avventura, che però è assolutamente indipendente da qualsiasi tipo di condizionamento. Io entro in camerino, divento Michele Saviani, poi dismetto i suoi vestiti e ritorno me stesso. Non c’è un osmosi tra me e lui, io mi diverto sempre a crearlo ma poi lasciarlo chiuso in camerino. Lo creo, faccio quello che deve fare e poi ritorno a essere Alberto Rossi.
Com’è la vita sentimentale di Alberto Rossi?
Certo, se avessi dovuto vivere un decimo delle sue vicende sentimentali, erotiche, sessuali, familiari e genitoriali, non sarei sopravvissuto. No, la mia è una vita normale, ho una compagna, una figlia di 12 anni. Come affronto la sua preadolescenza? Cerchiamo di controllare tutto, ha l’accesso ai social ma senza mettere la faccia, lei può postare dei video, è molto brava nell’editing di video. Stanotte le ho inviato delle riprese fatte con un drone che mi sono comprato (sto sulla collina di Pozzuoli) e lei mi ha fatto un filmino editato con una musica. Sono rimasto impressionato. Poi lei ha imparato l’inglese, al di fuori della scuola, parlando in inglese al computer con una sua amica polacca. Ma se tu sentissi come parlano queste due bambine… Io e sua passiamo davanti alla sua stanza, e rimaniamo sconvolti.
E come ti giudica come attore? Ti guarda? Ti consiglia?
Ogni tanto la chiamo. Quando le dico “Ada (si chiama Ada) guarda, c’è una scena particolare che fa papà” lei mi dice “ah sì, bravo papino, sì ti amo, ciao” poi boom, e torna a giocare.
Il video con l’intervista integrale
Domande a cura di Giulia Bertollini