Sam e Ken sono due cecchini che durante l’ultima missione uccidono accidentalmente una donna, probabilmente una prostituta, prima del loro obiettivo prefissato: un danno collaterale, che lascia Sam profondamente turbato anche a settimane di distanza dall’accaduto. Ex militari, lavorano per conto di un’agenzia governativa segreta e non si sono mai fatti troppe domande, pensando di agire nel giusto per il bene degli Stati Uniti.
In Take Cover – Al riparo, dopo qualche tempo Sam viene contattato per un nuovo incarico, questa volta in quel di Francoforte. Il Nostro accetta, convinto che questo sarà il suo ultimo lavoro prima del già deciso ritiro. Ma la situazione prende una piega imprevista e sfugge al controllo quando, dopo aver ricevuto nella camera di hotel in cui alloggiano due affascinanti escort, la loro stanza viene presa di mira da un cecchino che intende ucciderli ad ogni costo: sono infatti diventati scomodi per chi è al comando. Sarà l’inizio di una disperata lotta per la sopravvivenza, cercando di rispondere al fuoco da una posizione sfavorevole.
Take Cover: chi la fa, l’aspetti – recensione
Scott Adkins meriterebbe dei film migliori di quelli a cui prende parte, con Take Cover – Al riparo che va a inserirsi tra i titoli mediocri di una carriera in cui comunque non sono mancati ottimi ruoli. Ma in questa nuova esclusiva del catalogo di Amazon Prime Video l’atletico attore britannico si trova a vestire i panni di un cecchino dai facili rimorsi, pronto a cambiare vita quando comincia a subodorare qualcosa di strano, salvo doversela vedere con chi prima sfruttava le sue capacità da tiratore.
Si tira in ballo anche il World Trade Center in una sorta di patriottismo spiccio sventolato qua e là in favor di camera, ma la sceneggiatura è assai limitata nella sua ridotta ambientazione. Tolto il prologo infatti la pressoché totalità del film ha luogo nella suite dell’hotel, presa di mira da chi intende silenziare una volta per tutte ciò che è ormai diventato il classico elefante nell’armadio.
Attendere e reagire
Una situazione di apparente stallo, con i due personaggi principali e le accompagnatrici da questi assunte per qualche ora di piacere che si ritrovano a doversi nascondere dietro mobili e divani, nella speranza di sfuggire al mirino di chi, come loro, uccide da centinaia di metri di distanza. Un ribaltamento dei ruoli, da carnefici a potenziali vittime, che avrebbe meritato un maggior approfondimento psicologico e che invece si perde in una pallida e anonima bromance e in una retorica d’ordinanza, tra gesta di eroismo e tragiche perdite.
Non che si potesse pretendere un’anima drammatica imperante dalla mano pesante del regista Nick McKinless, qui al suo esordio dietro la macchina da presa dopo una lunga carriera da stuntman. L’esperienza nelle coreografie si fa certamente sentire nelle scene d’azione, che risultano sì godibili ma scarsamente valorizzate da una storia che si muove spesso su soluzioni forzate e inverosimili, fino alla più scontata “resa dei conti” in quell’epilogo che i conti sembra sistemarli, una volta tanto, sul serio.
Conclusioni finali
Novanta minuti, scarsi, di visione che si fanno apprezzare per qualche discreta scena d’azione, ma che sprecano ancora una volta Scott Adkins in un ruolo fin troppo approssimativo, senza esplorare dilemmi e tormenti di un cecchino che pur di rimorsi ne aveva parecchi sul groppone.
Ma in Take Cover – Al riparo la sceneggiatura preferisce optare per soluzioni facili, con la situazione suggerita dal titolo stesso a caratterizzare più di due terzi del film, con il protagonista e chi malcapitatamente si trova insieme a lui a doversi nascondere prima da un cecchino implacabile e poi a difendersi da corpi d’élite. Ma gli stereotipi affossano le potenzialità, in una storia e relativa messa in scena che offrono ben poco di effettivamente interessante.









