Napoleone, un artista sempre in movimento, dopo aver tracciato un percorso tra sperimentazione e radici, pubblica un disco che supera i confini di genere e abbraccia un sound universale, libero e in continua evoluzione. “Moderno Italian Touch” (Records/ADA Music Italy), questo è il titolo del suo secondo album, che riflette la continua evoluzione musicale dell’artista, segnando una distanza consapevole dalle etichette di genere e dalle aspettative. Il disco propone una visione sonora che guarda avanti, lontana da qualsiasi preconcetto su cosa debba essere la musica cantata in dialetto napoletano o cosa significhi fare musica in Italia oggi.
Napoleone abbatte così i confini stilistici e culturali, scegliendo di non appartenere a nessuna scena predefinita, ma di costruire un’identità sonora libera, stratificata, aperta. “Moderno Italian Touch” è un viaggio che parte dal Sud per parlare una lingua internazionale, elegante ma accessibile, dove ogni riferimento – dal cantautorato al soft funk, dalle orchestrazioni rétro alle produzioni contemporanee – è reinventato con coerenza e visione. Napoleone inoltre si prepara alle date estive del suo “MODERNO ITALIAN TOUR”, prodotte da Antenna Music Factory e che offriranno l’occasione di vivere Moderno Italian Touch dal vivo, in una dimensione ancora più intensa e autentica. Noi di SuperGuidaTv lo abbiamo intervistato e con lui abbiamo parlato del suo nuovo percorso musicale e non solo.
Napoleone: intervista esclusiva
Davide Napoleone, in arte Napoleone, bentrovato! Iniziamo subito dal titolo del tuo nuovo album: “Moderno Italian Touch”. Cosa significa per te questo titolo e in che modo rappresenta la tua evoluzione musicale?
“Moderno Italian Touch è esattamente, credo, il genere di musica che ho scelto in qualche modo di fare, di scrivere, di comporre. Ho iniziato a scrivere questo secondo album nell’esatto momento in cui questa nuova ondata di Napolitan Power, diciamo, è iniziata ad esplodere. Facendolo però già prima, quindi mi sono trovato anche subito in un grande calderone. Ho voluto rafforzare quest’idea di sound che già avevo, metterci ancora di più, del mio, renderlo ancora più personale. E alla fine ho creato questo nome, Moderno Italian Touch”.
“Moderno Italian Touch” è un progetto che va oltre le etichette di genere. Come descriveresti il sound dell’album a chi non ti ha mai ascoltato?
“Beh, gli direi di immaginarsi un brano soul americano degli anni ’60, ’70, cantato in napoletano, per farla proprio in sintesi”.
C’è una traccia del disco che consideri particolarmente rappresentativa di questo nuovo corso?
“Credo che sia “Jolie”, che è il singolo, ma anche forse “Luna distratta” è quello che forse apre un po’ anche la strada a quello che potrà succedere dopo, nelle prossime produzioni”.
La lingua napoletana è presente, ma non diventa mai una “gabbia stilistica”. Che ruolo ha oggi per te la lingua napoletana nella tua musica?
“È sicuramente una cosa che l’accompagna e la rende innanzitutto molto mia, personale, perché poi è la mia lingua madre. Sono molto contento che negli ultimi anni sia stato un po’ anche normalizzato questo cantare, usare il “dialetto” in generale nei brani anche nazional popolari. Infatti, negli ultimi anni, sono venuti fuori anche artisti non campani che cantano in napoletano e quindi non fa più strano a nessuno e questa cosa è molto bella. Quindi no, per me è il linguaggio che ho dentro e mi viene molto naturale cantare e scrivere in napoletano”.
“Jolie” e “Voglia ‘e Turnà” sono i singoli che hanno anticipato l’album. Partiamo da “Jolie”: una canzone romantica tra vicoli e fughe all’estero. Cosa c’è di te in questo brano?
“In questo brano in realtà c’è poco di me, perché forse è l’unico non autobiografico. Quando l’ho scritto ho immaginato proprio una sorta di sceneggiatura quasi cinematografica, quindi questo incontro tra una parigina e un napoletano. Mi piaceva l’idea di fare un po’ il parallelismo tra queste due città, che sono molto romantiche, ma in maniera diversa, che sono appunto Napoli e Parigi. Quindi per una volta ho voluto farli innamorare a Napoli e non a Parigi”.
“Voglia ‘e Turnà” è un rework di un brano iconico di Teresa De Sio. Come nasce questa collaborazione e com’è stato lavorare con lei?
“Innanzitutto è un’emozione indescrivibile, perché poi lei mi chiamò così all’improvviso, non mi aspettavo la sua telefonata, che era già in studio addirittura a registrare e chiedeva a me come volessi che venissero interpretate. Quindi è stato un bel colpo. È venuto fuori in maniera molto naturale e veloce. Quello era già un segnale forte che stavamo andando nella direzione giusta. Poi il fatto che lei abbia anche benedetto l’operazione e abbia voluto cantarlo, è stato bellissimo”.
Nel disco ci sono anche featuring con Vale LP e Yung Snapp. Come hai scelto i tuoi compagni di viaggio per questo album?
“I compagni di viaggio, oltre ai featuring, approfitto per parlare anche dei musicisti che hanno suonato, degli autori e dei produttori che mi hanno modo aiutato. Io li scelgo principalmente da una prospettiva più umana. Cioè, ci deve essere prima un incontro proprio dal punto di vista umano più che artistico. Perché poi quando c’è quello e si crea un certo feeling, si gettano le basi per poter poi scrivere insieme, lavorare avendo un focus simile su quello che si vuole raccontare, che si vuole dire. A me piace molto coinvolgere artisti che arrivano da mondi totalmente diversi dal mio. Perché ho notato che questa mescolanza di influenze, di generi diversi, porta sempre a risultati inaspettati ma molto originali”.
Hai origini campane ma vivi a Torino. Questo “sud e nord” dentro di te quanto influisce nel tuo modo di fare musica?
“Tanto e devo dirti che è stato nel corso degli anni una salvezza in qualche modo. Quindi il non fossilizzarmi solo a delle sfumature regionali ma avere anche una mente un po’ più, discograficamente parlando, aperta sotto alcuni punti di vista. E poi Torino è una città che ha molto in comune in realtà con la provincia da cui arrivo. C’è molta sala prove rispetto a Milano che è un po’ più industria discografica, sale di registrazione. A Torino c’è ancora la saletta prove con i musicisti che vogliono suonare, vedersi e creare cose, fare rumore”.
Hai già uno showcase in programma, ma che tipo di live dobbiamo aspettarci da Napoleone nei prossimi mesi?
“Dei live me molto divertenti, perché poi dal vivo suono come una band eccezionale. Siamo in quattro sul palco e ci si diverte, si balla. Poi l’estate farà tutto il resto”.
C’è un sogno artistico che non hai ancora realizzato e che ti piacerebbe raggiungere prossimamente?
“No, nel senso che cerco di godermi le cose step by step e fare quello che posso e che mi sento di fare in quel momento. Quindi non mi sono mai dato obiettivi troppo più grandi di me o comunque di quello che nel presente posso o non posso affrontare. Quindi ti direi al momento sono felice di quello che sto facendo e me lo godo”.
Un altro featuring che sogni?
“Un featuring che sogno? Mi piacerebbe molto iniziare anche a collaborare magari con produttori o musicisti all’estero. Mi piacerebbe forse più con dei musicisti che con dei cantanti o comunque interpreti. Mi piacerebbe fondere la mia cifra stilistica con altri mondi da altre parti del mondo”.
Date estive del “MODERNO ITALIAN TOUR”
Di seguito le date estive del “MODERNO ITALIAN TOUR” – in costante aggiornamento e prodotte da Antenna Music Factory – che offriranno l’occasione di vivere Moderno Italian Touch dal vivo, in una dimensione ancora più intensa e autentica:
- 23 maggio – Taranto Spazioporto
- 1 giugno – Capaccio Paestum SA sounDMED
- 7 giugno – Isernia Proud To Be Young
- 13 giugno – Torino My Farini
- 14 giugno – Bologna Barrio Dumbo
- 12 luglio – Treviso Suoni di Marca (supp. Enzo Avitabile)
- 13 luglio – Telese Terme BN Sagra dell’iperbole“È bello vedere artisti non campani cantare in napoletano. La lingua napoletana non è una gabbia stilistica”