Matteo Amantia, intervista al protagonista di “Ora o mai più”: “Sento la competizione. I complimenti di Donatella Rettore? Il giudizio dovrebbe basarsi su altri parametri. In passato ho avuto un momento depressivo”

Matteo Amantia

Matteo Amantia è uno dei concorrenti della nuova edizione di “Ora o mai più”, il programma condotto da Marco Liorni e in onda il sabato, in prima serata, su Raiuno. Il frontman dei Sugarfree ha conquistato nelle prime puntate i favori del pubblico ma anche dei giurati, in particolare di Donatella Rettore che l’ha definito un “figone”. La corsa verso la finale è ancora lunga e Matteo dovrà vedersela con Pierdavide Carone, un altro concorrente amatissimo dal pubblico.

Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Matteo Amantia che ci ha raccontato come sta vivendo questa avventura: “Sono felicissimo perché nelle prime tre puntate sono sempre arrivato primo, l’ultima a pari merito con Antonella Bucci e Loredana Errore. Mi sono fatto prendere un po’ dalla competizione e il fatto che Pierdavide abbia un forte seguito sui social e che riesca a scavalcarmi mi rode ma sto cercando di superarlo. La competizione nella musica non ci dovrebbe essere ma al di là della gara sto cercando di godermi appieno questa esperienza”. 

Donatella Rettore è rimasta ammaliata da Matteo tanto da avergli dato un bel 10 la scorsa puntata. Matteo al riguardo ha dichiarato: “Il suo complimento mi ha fatto piacere. Secondo me Donatella intendeva dire che mi presento bene sul palco e che riesco a gestirlo al meglio. Certo mi rendo conto che agli occhi degli altri concorrenti dare un 10 motivandolo con il fatto di essere un bel maschione potrebbe aver attirato delle antipatie. Il giudizio dovrebbe essere dato su altri parametri”. 

Matteo Amantia ha avuto un grande successo nel 2003 con gli Sugarfree con il brano Cleptomania. Parlando di quel brano ha dichiarato: “Essendo stato poi il primo brano con cui uscivamo questo riscontro ci ha messo anche in difficoltà perché poi tutti si aspettano un brano come Cleptomania. E’ impossibile però replicare un successo di quel tipo, si possono fare altri brani ma di Cleptomania c’è n’è uno. Mi ricordo che all’epoca le case discografiche ci mettevano pressione per far uscire un brano come Cleptomania. Questo ci ha indubbiamente creato delle gabbie a livello musicale ma con gli anni abbiamo iniziato ad accettare che quello è stato un successo e ci siamo impegnati a scrivere altre canzoni senza dover rincorrere una hit”. 

In seguito, Matteo decise però di abbandonare il gruppo lanciandosi in un progetto da solista. Un progetto però che non decollò tanto che il cantante ha rivelato ai nostri microfoni di aver avuto dei momenti di difficoltà: “Ci sono stati anni in cui non ho avuto più l’ispirazione e non ho più scritto. Mi sono dedicato ad altro, ho fondato un centro culturale insieme ad altre persone. Poi ci fu un episodio che mi ha smosso qualcosa dentro. Stavo chiacchierando con una mia amica e mentre si parlava di passato e di Sugarfree, pronunciai una frase che mi fece riflettere tantissimo. Senza pensarci, ho detto “sai quando ero un cantante” e in quel momento mi sono bloccato. Mi sono fermato a riflettere su chi fossi e proprio da quel momento si è riaccesa in me la voglia di fare musica. E così ho fatto”. 

Oggi gli Sugarfree stanno vivendo però una nuova fase. A breve uscirà infatti un loro inedito: “E’ un funk elettronico che non si aspetterà nessuno. Siamo in un momento di libertà”. 

Matteo Amantia, intervista esclusiva al concorrente di “Ora o mai più”

Matteo, come stai vivendo questa avventura a Ora o mai più?

La sto vivendo benissimo. E’ un’esperienza costruttiva ma anche stimolante perché mi sto mettendo in gioco con dei brani che non conoscevo e che non sono nelle mie corde. E’ una bella sfida e mi sto divertendo tantissimo. 

La classifica ti sta premiando e sei uno dei favoriti del pubblico. Che effetto ti fa essere il primo della classe?

Sono felicissimo perché nelle prime tre puntate sono sempre arrivato primo, l’ultima a pari merito con Antonella Bucci e Loredana Errore. Mi sono fatto prendere un po’ dalla competizione e il fatto che Pierdavide abbia un forte seguito sui social e che riesca a scavalcarmi mi rode ma sto cercando di superarlo. La competizione nella musica non ci dovrebbe essere ma al di là della gara sto cercando di godermi appieno questa esperienza. 

Tra i giurati, hai conquistato la simpatia di Donatella Rettore. Nella scorsa puntata ti ha definito un figone.

Il suo complimento mi ha fatto piacere. Secondo me Donatella intendeva dire che mi presento bene sul palco e che riesco a gestirlo al meglio. Certo mi rendo conto che agli occhi degli altri concorrenti dare un 10 motivandolo con il fatto di essere un bel maschione potrebbe aver attirato delle antipatie. Il giudizio dovrebbe essere dato su altri parametri. 

Alex Britti è la tua metà perfetta. Insieme avete saputo trovare un equilibrio.

Mi sto trovando benissimo a lavorare con lui. Mi ha aiutato a fregarmene della competizione perché insieme stiamo facendo una bellissima figura. Per me è come un fratello maggiore. Il fatto che poi mi continui ad assegnare dei brani che sono un po’ fuori dalle mie corde mi stimola molto ed è una sfida con me stesso. Entrambi poi abbiamo un’anima rock, blues e ci troviamo bene. E poi mi lascia molto libero di interpretare i brani a modo mio, di dargli un’impronta personale e questo mi fa piacere. 

Nella scorsa puntata c’è stata un’accesa discussione tra Valerio Scanu e Donatella Rettore. Valerio ha dichiarato che tra i coach è nata una competizione. Lo pensi anche tu? 

Credo che se c’è una competizione sia qualcosa di leggero, molto sottile. Non credo che ci sia una reale competizione tra i coach. Penso che Valerio abbia esagerato in questo senso. 

Ripercorrendo la tua carriera, la svolta è arrivata nel 2003 con gli Sugarfree. Il brano “Cleptomania” scalò le classifiche diventando una hit. Quel successo è stato destabilizzante?

Un po’ lo è stato perché è arrivato in modo improvviso, ci ha stravolto la vita. Essendo stato poi il primo brano con cui uscivamo questo riscontro ci ha messo anche in difficoltà perché poi tutti si aspettano un brano come Cleptomania. E’ impossibile però replicare un successo di quel tipo, si possono fare altri brani ma di Cleptomania c’è n’è uno. Mi ricordo che all’epoca le case discografiche ci mettevano pressione per far uscire un brano come Cleptomania. Questo ci ha indubbiamente creato delle gabbie a livello musicale ma con gli anni abbiamo iniziato ad accettare che quello è stato un successo e ci siamo impegnati a scrivere altre canzoni senza dover rincorrere una hit. 

In un’epoca in cui vige il politically correct brani come “Cleptomania” ma anche “Cromosoma” sarebbero andati incontro a censura. Oggi si parla molto di testi sessisti in riferimento a Tony Effe. Tu cosa pensi? Sei d’accordo con Masini che dice che le canzoni sono figlie del nostro tempo? 

Penso che nella musica come nell’arte in generale la censura non dovrebbe esserci. Anche quando ci sono canzoni che possono avere testi brutali come nel caso di Tony Effe. Piuttosto bisognerebbe chiedersi perché milioni di persone lo ascoltano. L’arte deve essere libera, se si iniziano a mettere dei paletti anche su questa è finita. 

Al 2006 risale la partecipazione al Festival di Sanremo. Che ricordo hai? 

E’ un ricordo che rimarrà indelebile perché Sanremo è un’esperienza che ti prende totalmente. L’ho vissuta anche con una certa ansia perché in quella settimana ogni gesto, ogni movimento viene messo sotto la lente di ingrandimento. Quando ho partecipato al Festival avevo 26 anni, ero giovane, fu un’esperienza molto forte. Con il senno di poi oggi lo affronterei in modo diverso. 

In seguito, hai deciso di abbandonare il gruppo e lanciarti in un progetto da solista. A posteriori, è stato un errore? 

Non penso sia stato un errore perché in quel momento stavo male. In quel momento sia la casa discografica che il management puntavano verso una strada stilisticamente diversa, più pop mentre io invece volevo esprimere più il Mister Hyde che era in me. Abbandonare il gruppo è stata un’esigenza. Se fossi rimasto negli Sugarfree continuando a stare male sarebbe stato un errore. Dopo l’album da solista ho avuto un momento in cui mi sono svuotato artisticamente di quello che avevo dentro. Sono stati anni in cui mi sono allontanato dalla musica, ho avuto un momento depressivo. Poi fortunatamente mi sono ripreso. 

In quei momenti, hai pensato di mettere da parte la musica? 

Ci sono stati anni in cui non ho avuto più l’ispirazione e non ho più scritto. Mi sono dedicato ad altro, ho fondato un centro culturale insieme ad altre persone. Poi ci fu un episodio che mi ha smosso qualcosa dentro. Stavo chiacchierando con una mia amica e mentre si parlava di passato e di Sugarfree, pronunciai una frase che mi fece riflettere tantissimo. Senza pensarci, ho detto “sai quando ero un cantante” e in quel momento mi sono bloccato. Mi sono fermato a riflettere su chi fossi e proprio da quel momento si è riaccesa in me la voglia di fare musica. E così ho fatto. 

Infatti, nel 2014, sei tornato con gli Sugarfree. 

Furono loro a ricontattarmi chiedendomi di tornare nel gruppo. Ci siamo messi subito all’opera tornando a fare i concerti perché il contatto con il pubblico era quello che ci mancava più di tutto. Da quel momento non ci siamo più fermati, ogni estate abbiamo fatto un tour. Abbiamo prodotto poco perché non siamo una band che deve necessariamente far uscire musica. Scriviamo e facciamo uscire brani solo quando ne sentiamo l’esigenza. Da un anno circa, c’è tornata l’ispirazione e abbiamo scritto parecchi brani e quasi senza volerlo è arrivata la proposta di Ora o mai più e l’ho colta al balzo. 

Cosa ci dobbiamo aspettare da questa nuova fase degli Sugarfree? 

E’ una fase molto bella perché ci stiamo spogliando delle gabbie stilistiche. Scriviamo brani anche stilisticamente diversi. Per esempio il brano inedito che faremo uscire prossimamente spiazzerà tutti perché è diverso dallo stile Sugarfree. E’ un funk elettronico che non si aspetterà nessuno. Siamo in un momento di libertà.

Sulla tua vita privata invece non si sa nulla. 

Non vedo il motivo di far sapere a tutti la vita privata. Poi non ho problemi a dire che sono sposato e che ho due figli ma non è qualcosa che reputo importante dal punto di vista della carriera musicale. Non sono un personaggio televisivo, non voglio esserlo ma voglio concentrarmi sulla musica. 

Ti piacerebbe partecipare a “Tale e quale Show”? 

Potrebbe essere un’esperienza divertente ma non so se possa giovarmi qualcosa a livello musicale. Un programma come Ora o mai più ti dà visibilità perché ti permette di cantare nel tuo stile pur facendo altri brani, lì invece devi imitare qualcuno e non so se possa aiutarmi a livello artistico. 

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