Lea Gavino, giovane e talentuosa attrice romana, conosciuta per la sua partecipazione alla popolare serie TV Skam Italia e ad altri film, debutta nel mondo della musica con i singoli Mondo Fiorito e Figli, in uscita il 10 ottobre. Questi brani segnano anche il suo ingresso nell’etichetta LaTarma Records. A partire dalla stessa data, Mondo Fiorito entrerà in rotazione sulle stazioni radiofoniche. Con questa doppia uscita, Lea esplora due sfumature diverse e complementari della sua musica, unendo le melodie delicate del suo pianoforte alle emozioni che vive ogni giorno, e scoprendo che la musica è il mezzo ideale per esprimersi senza filtri.
Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Lea Gavino. L’attrice ha parlato della sua passione per la musica: “A casa mia c’è sempre stato un pianoforte. Io ho iniziato i miei studi in musica classica ma anche mio fratello ha fatto il liceo musicale. La scorsa estate, dopo che ero andata a vivere in una nuova casa, mi ero ripromessa che con il prossimo lavoro che avrei fatto, che nel caso specifico è la serie tv I casi dell’avvocato Guerrieri, avrei comprato un pianoforte. Così e stato e da quel momento ho iniziato a scrivere tantissimo rispetto agli anni precedenti. Ho sempre percepito la musica come un giardino segreto in cui ci sono solo io e non sentivo la voglia di condividerlo anche perché ho sempre fatto e continuo a fare un lavoro molto di condivisione. Ad un certo punto ho sentito il bisogno che la mia musica potesse essere conosciuta da altre persone. Nel frattempo è cambiato anche l’approccio alla scrittura perché mentre prima scrivevo solo per sfogarmi quando mi sentivo triste o se stavo male ora lo faccio anche se sono allegra e questa per me è stata la vera novità”.
Il brano “Figli” è dedicato al fratello Damiano Gavino, attore diventato popolare grazie alla serie “Un professore”. Sul loro rapporto, Lea ha rivelato: “Sono tante le cose che vorrei imparare da lui perché siamo anime simili con caratteri opposti. Damiano è molto più taciturno, silenzioso e questo gli permette di essere anche più incisivo e più fermo di me perché a me capita di perdermi tra le parole ma anche di dare molta confidenza e questo a volte porta la gente ad oltrepassare un po’ il confine. A lui questo invece non succede perché mette da subito un paletto”. Damiano e Lea si confrontano molto anche sul lavoro: “Ci confrontiamo molto, anche quando abbiamo un provino spesso ci scambiamo consigli ma abbiamo due approcci al lavoro talmente diversi che alla fine non li mettiamo mai in pratica”.
Lea Gavino sarà in tv prossimamente nella serie “I casi dell’Avvocato Guerrieri” al fianco di Alessandro Gassmann: “Quando mi ha visto, Alessandro ha fatto la battuta “I Gavino mi perseguitano”. E’ stato meraviglioso perché in Alessandro ho rivisto delle cose di mio fratello. Parte della formazione di Damiano è avvenuta sul set. Alessandro è uno degli attori migliori con cui ho lavorato perché oltre ad essere umile è molto disciplinato. Si è messo con me totalmente alla pari, io non mi sono sentita la collega giovane a cui dover insegnare le cose ma eravamo colleghi. Per me è stato un incontro importante”.
E chissà che non arrivi per lei anche il Festival di Sanremo. Lea sorride quando le chiediamo se abbia proposto un brano e sussurra un “Non ricordo”. Per quanto riguarda il suo futuro, Lea ci dice che vede sia la musica che la recitazione: “Per il momento sono due binari che procedono paralleli. Sentivo che la recitazione mi faceva felice ma che non mi bastava perché dire le parole degli altri nel modo in cui ti viene richiesto è un lavoro mentre dire le parole proprie nel modo in cui decidi tu è una libertà diversa. La musica rispecchia di più la mia parte disobbediente. In futuro, mi piacerebbe interpretare un ruolo eccentrico, fuori dagli schemi”.
Intervista esclusiva a Lea Gavino
Lea, qualche anno fa al Giffoni, parlando con i ragazzi, avevi detto di voler preservare come privata la tua passione per la musica. Cosa è cambiato?
A casa mia c’è sempre stato un pianoforte. Io ho iniziato i miei studi in musica classica ma anche mio fratello ha fatto il liceo musicale. La scorsa estate, dopo che ero andata a vivere in una nuova casa, mi ero ripromessa che con il prossimo lavoro che avrei fatto, che nel caso specifico è la serie tv I casi dell’avvocato Guerrieri, avrei comprato un pianoforte. Così e stato e da quel momento ho iniziato a scrivere tantissimo rispetto agli anni precedenti. Ho sempre percepito la musica come un giardino segreto in cui ci sono solo io e non sentivo la voglia di condividerlo anche perché ho sempre fatto e continuo a fare un lavoro molto di condivisione. Ad un certo punto ho sentito il bisogno che la mia musica potesse essere conosciuta da altre persone. Nel frattempo è cambiato anche l’approccio alla scrittura perché mentre prima scrivevo solo per sfogarmi quando mi sentivo triste o se stavo male ora lo faccio anche se sono allegra e questa per me è stata la vera novità.
Parliamo del brano “Mondo fiorito”. Com’è nata l’idea?
L’idea di questo brano nasce da una storia finita un po’ sul nascere. Per la prima volta ho provato un sentimento che non era di rabbia e di rancore, ho capito che quella storia mi era servita. Non c’era nessun rancore ma anzi speravo che la vita dell’altra persona potesse andare avanti nel migliore dei modi, che potesse fiorire anche se la nostra storia non era sbocciata.
C’è anche un messaggio importante, che non abbiamo bisogno di qualcuno accanto per essere felici. E’ stato difficile capirlo nel tuo caso?
E’ stato molto difficile, ma credo che abbiamo bisogno delle persone accanto per arrivare alla consapevolezza di poter essere felici. I percorsi migliori di crescita nella vita li ho fatti affiancata da altre persone come amiche ma anche fidanzati. Mi hanno sempre fatto scoprire qualcosa di me anche se poi ho capito che posso vivere benissimo anche da sola.
Figli l’hai dedicata a tuo fratello Damiano.
Il nostro è un legame forte e solido ma alla fine è anche un impegno riuscire a restare uniti nei momenti in cui si hanno idee diverse. La nostra famiglia ci ha educato da bambini a fare sempre pace e questo “obbligo” lo abbiamo mantenuto con molta facilità. Damiano è parte della mia personalità e credo di essere io parte della sua. Un giorno senza di lui è un giorno in cui io non esisto. La passione per la musica poi è qualcosa che abbiamo condiviso. Casa nostra quando stavamo tutti insieme era molto rumorosa per questo motivo un giorno senza rumore è un giorno senza musica.
Cosa hai imparato da Damiano?
Sono tante le cose che vorrei imparare da lui perché siamo anime simili con caratteri opposti. Damiano è molto più taciturno, silenzioso e questo gli permette di essere anche più incisivo e più fermo di me perché a me capita di perdermi tra le parole ma anche di dare molta confidenza e questo a volte porta la gente ad oltrepassare un po’ il confine. A lui questo invece non succede perché mette da subito un paletto.
Sia tu che Damiano avete avuto un bel bagno di popolarità con due serie amatissime dai giovani, tu con Skam e lui con Un professore. Che impatto ha avuto tutto questo su di te?
All’inizio ero un po’ spaventata ma avendo visto prima quello che era successo a Damiano avevo capito che era normale. Quando Un Professore ha avuto il boom, Damiano era molto giovane ma lui è riuscito a rimanere con i piedi per terra e a distinguere tra vita privata e vita lavorativa. Ho cercato di fare la stessa cosa anche io. Durante il successo di Skam, molta gente mi fermava per strada anche per dire quanto la serie non gli fosse piaciuta.
Vi confrontate sul lavoro?
Ci confrontiamo molto, anche quando abbiamo un provino spesso ci scambiamo consigli ma abbiamo due approcci al lavoro talmente diversi che alla fine non li mettiamo mai in pratica.
Tornando alla musica, Marta Donà la conosciamo come la regina dei Festival di Sanremo. Un pensierino ce lo hai fatto? Hai proposto qualche brano?
Boh non lo so, non me lo ricordo (ride).
Prossimamente sarai anche in tv con “I casi dell’Avvocato Guerrieri”. Com’è stato lavorare con Alessandro Gassmann?
Quando mi ha visto, Alessandro ha fatto la battuta “I Gavino mi perseguitano”. E’ stato meraviglioso perché in Alessandro ho rivisto delle cose di mio fratello. Parte della formazione di Damiano è avvenuta sul set. Alessandro è uno degli attori migliori con cui ho lavorato perché oltre ad essere umile è molto disciplinato. Si è messo con me totalmente alla pari, io non mi sono sentita la collega giovane a cui dover insegnare le cose ma eravamo colleghi. Per me è stato un incontro importante.
Nel tuo futuro vedi più recitazione o più musica?
Per il momento sono due binari che procedono paralleli. Sentivo che la recitazione mi faceva felice ma che non mi bastava perché dire le parole degli altri nel modo in cui ti viene richiesto è un lavoro mentre dire le parole proprie nel modo in cui decidi tu è una libertà diversa. La musica rispecchia di più la mia parte disobbediente. In futuro, mi piacerebbe interpretare un ruolo eccentrico, fuori dagli schemi.
Nel discorso al Festival del Cinema di Venezia, Francesco Gheghi, il tuo fidanzato ti ha citato nel suo discorso.
Non sapevo nulla, sono stata molto felice e faccio un grande in bocca al lupo al film candidato all’Oscar per l’Italia, al regista e a Francesco.









