Il gladiatore – Opinioni e recensione del film

Il gladiatore

Il gladiatore è un film del 2000 di genere Storico/Drammatico diretto da Ridley Scott. Fra i protagonisti vi sono: Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Ralf Möller, Oliver Reed, Djimon Hounsou, Derek Jacobi, John Shrapnel e Richard Harris. La pellicola ha una durata di circa 155 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione sul film.

La Trama del film Il gladiatore

Nel 180 d.C. il generale dell’esercito romano Massimo Decimo Meridio intende fare ritorno a casa dopo aver guidato l’armata nella vittoriosa battaglia contro le tribù germaniche nei pressi di Vindobona. L’imperatore Marco Aurelio riferisce a Massimo che non ritiene suo figlio e diretto erede al trono, Commodo, in grado di governare e spera che sia proprio lui a succedergli come sovrano, affinché possa salvare Roma dalla corruzione.

Commodo non accetta però la decisione da poco riferitagli dal padre e lo uccide soffocandolo prima che questi renda ufficiale i propri intenti. In questo modo riesce a proclamarsi nuovo re e a chiedere a Massimo la sua lealtà. Il generale rifiuta e viene così condannato a morte mentre la sua famiglia sarà crocifissa.

Massimo riesce ad eliminare i pretoriani che dovevano eseguire la sentenza e si reca in fretta e furia verso casa. Scopre però che ormai è troppo tardi. La moglie e il figlio sono stati infatti barbaramente uccisi.

Distrutto dal dolore, il protagonista viene catturato da un mercante di schiavi che lo vende a Proximo. Inizialmente riluttante, ma obbligato a combattere nei tornei locali, Massimo diventa amico di altri due schiavi costretti a battersi nelle arene: il numida Juba e il tedesco Hagen. Le abilità dell’ex generale gli tornano utili nell’arena e ottiene ben presto rispetto e fama con il soprannome di Ispanico.

Quando Proximo porta la sua “squadra” a Roma per i giochi organizzati dal nuovo imperatore per omaggiare la memoria del padre scomparso, Massimo scopre dal suo padrone che la libertà può essere data soltanto dal sovrano. Per Massimo ormai l’unico obiettivo è la vendetta e per farlo lotterà con tutte le proprie forze e otterrà l’insperato aiuto di Augusta Lucilla. Quest’ultima è da sempre innamorata di lui.

La recensione del film Il gladiatore

Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra.

Questo è solo uno degli iconici dialoghi del film di Ridley Scott, ma forse è quello che ne rappresenta al meglio l’essenza dell’intero insieme.

Un kolossal moderno che rispolvera un genere come il peplum da tempo “dimenticato” e non teme di sconfinare in un’epica pacchiana, ma anzi la sfrutta con intelligenza e ardore raro, trovando la via perfetta per un intrattenimento appassionante.

Il gladiatore è uscito all’alba del nuovo millennio diventando subito un classico amato da milioni di spettatori. Si può chiudere un occhio sulle evidenti inesattezze storiche e scenografiche che caratterizzano le quasi tre ore di visione. In questa epopea in costume a contare non è tanto la fedeltà al contesto, ma la forza primigenia dei personaggi. Essi sono messi di fronte a situazioni impossibili da affrontare con profondo coraggio e senza più nulla da perdere.

Il lato drammatico, per quanto al centro di scene toccanti, è comunque al servizio di dinamiche action toste e avvolgenti: da quel “al mio segnale scatenate l’inferno“, entrato anche nel linguaggio comune, fino alle avvincenti schermaglie nelle arene, il cuore del racconto non perde mai quell’aura sospesa tra revenge-movie e atmosfere più melanconiche, sfruttando al meglio la magnifica colonna sonora firmata dal maestro Hans Zimmer per sottolineare i passaggi emotivamente più coinvolgenti.

In un cast popolato di splendide figure secondarie: da Oliver Reed nei panni di Proximo a Connie Nielsen in quelli di Augusta Lucilla. Da Richard Harris come Marco Aurelio fino, naturalmente, al magnifico villain di Joaquin Phoenix, il protagonista Russell Crowe domina la scena con un carisma fisico ed espressivo impressionante, giustamente premiato con l’Oscar. Non l’unico vinto dalla pellicola, che ne ha ottenuti altri quattro (film, costumi, sonoro, effetti speciali) oltre all’imperitura gloria nella memoria cinefila.

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