Francesco Sole: “Un film tratto dal mio libro? Perchè no, magari con De Angelis e Borghi. In tv è vietato fallire. De Filippi lavora con passione” | INTERVISTA

Francesco Sole

Francesco Sole, all’anagrafe Gabriele Dotti, è uno YouTuber, scrittore, conduttore ed attore. Inizia la sua carriera pubblicando video sui social e su YouTube molto apprezzati. Da qui parte la sua carriera nel mondo dello spettacolo, diventando anche un vero e proprio influencer. Il suo successo è dovuto anche alle frasi di grande ispirazione, che pubblica su post-it o su semplici foglietti di carta. Nel 2015 diventa il nuovo volto di Tu sì que vales, dove avrà la possibilità di lavorare fianco a fianco con Belen Rodriguez, Rudy Zerbi, Maria De Filippi e Gerry Scotti. Nel 2016 arriva l’esordio al cinema grazie alla pellicola “Forever Young; inoltre pubblica ben 9 libri tra cui: “Stati d’animo su fogli di carta” , “Mollato Cronico”,  “Ti voglio bene-# Poesie”, “Ti amo”, “L’aggiustacuori” e “Per te”. Il prossimo 23 giugno sarà ospite al Festival di saggistica “Passaggi Festival” con il suo ultimo libro “La storia d’amore che ti cambierà la vita”. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Francesco Sole e con lui abbiamo parlato di questa sua ultima opera, ma anche di tv e di molto altro.

Francesco Sole, intervista all’autore del libro “La storia d’amore che ti cambierà la vita”

“La storia d’amore che ti cambierà la vita” edito da (Sperling & Kupfer). Come nasce questo libro? 

“Nasce dalla voglia di incorniciare il significato di amore. Ho cercato di rispondere per mesi e mesi, mentre stavo cercando di scrivere questo libro, alla domanda: cos’è l’amore? Ho capito che era la domanda sbagliata, perchè non è importante capire cos’è l’amore, perchè è indefinibile visto che cambia da persona a persona, ma la cosa importante è capire chi è l’amore per cui vale la pena amare incondizionatamente”. 

Quando l’amore ti ha cambiato la vita? 

“Continuamente, ogni giorno. Se diamo la possibilità alle nostre scelte di lasciar parlare il cuore, ti cambia tutto. Ogni scelta fatta col cuore ti cambia la vita. Questo perchè ti porta a un passo verso la felicità, al senso della vita”. 

Oltre all’amore cosa cambia la vita delle persone e sopratutto cosa ha cambiato la tua? 

“Sicuramente a me la cambia il vino rosso, scherzo. Si cambia continuamente, cambiare è lo scopo della vita. Si nasce per cambiare, non per rimanere uguali, non siamo delle statue. La cosa bella nei libri che scrivo è proprio vedere il cambiamento in positivo. Anche quando una persona cambia, quando le scelte cambiano, non tutto quello che ci circonda è allo stesso modo, c’è chi reagisce positivamente e altri negativamente. Soprattutto nel mio ultimo libro, il valore del cambiamento anche in una relazione è al centro di ogni pagina. Noi cambiamo continuamente anche il nostro punto di vista sull’amore, questo è nel naturale corso della vita. Non si può stare dove non si ama, per questo è forzato. Ogni cosa forzata fa stare male e non ci fa più venire voglia di giocare”. 

A cosa non sopravvive l’amore? 

“Non sopravvive alle bugie che ci raccontiamo allo specchio, questo è l’unico vero veleno all’amore. Io posso anche perdonare, devo essere in grado di farlo, ma devo avere la capacità, il coraggio e la voglia di farlo. Che sia un tradimento o un cambiamento. Parlando di tradimento, dipende anche in che natura viviamo il tradimento e in che natura è stato fatto. Anche dal fatto che quella persona lo ha confessato. Capita che chi si sente tradito è perchè non aveva avuto il coraggio di aprire gli occhi. Altre volte chi si sente tradito scopre di essere stato ingannato perchè la personale che aveva accanto indossava una maschera, era tutt’altro. Sicuramente sono ostacoli che quando ci vengono messi davanti vanno saltati con sincerità. Io posso non voler perdonare una persona per tanti motivi. Ci sono momenti in cui l’amore ti porta a perdonare tante cose, non devono farti però diventare una persona che non sei”. 

Madre direttrice sanitaria di cliniche dentistiche e padre critico d’arte, oggi imprenditore nel settore delle cliniche dentistiche. Se tu non avessi fatto parte del mondo dello spettacolo: cosa avresti scelto tra la carriera di mamma e quella di papà? Oppure altro? 

“Mia madre è direttrice sanitaria di alcune cliniche e mio padre oltre a fare il critico d’arte è imprenditore delle cliniche che apriva con mia madre, quindi nel loro caso amore e lavoro si sono fondati. Nonostante non vivono più sotto lo stesso tetto, perchè vivono una famiglia allargata, continuano a creare insieme. Questo mi ha poi dato tanti spunti di parola per quello che scrivo. Io ho fatto tante cose, dalla tv a internet. Oggi ho una società di management, e mi dà la possibilità di scoprire talenti. La mia famiglia mi ha insegnato ad amare quello che faccio, qualsiasi sia il lavoro che si sceglie. La passione è una forza costruttrice e non distruttrice”. 

Inizi la tua carriera con il fare video. Qual è stato il tuo primo video? 

“Non era così premeditata, perchè quando ho iniziato a fare video facevo l’università. Facevo tanti lavoretti con passione, poi è esploso internet e ho seguito quella stata. Sono stato un rabdomante, ho seguito un po’ il flusso. In questo mi hanno aiutato le mie origini e laverò vissuto tra Modena e Bologna”. 

Come nasce la scelta del nome d’arte Francesco Sole? 

“Nasce dal fatto che mia madre mi chiamava da piccolino Sole. Mia sorella si chiama Selene, che in greco vuol dire Luna. Ci chiamava Luna e Sole. Era nell’elenco dei miei appellativi. Quando ho iniziato, avevo voglia di un nome d’arte e quindi ho scelto Francesco Sole. Francesco per i tanti valori che porto dentro”. 

Che rapporto hai con il successo? Ti spaventa? Avevi capito fin da subito che quella era la strada giusta? 

“Questo è un argomento che spesso viene generalizzato. Dipende molto dai goal che uno fa nella vita, dai momenti che spostano la vita delle persone. Io ho sempre parametrato il successo con quello che mi dava la possibilità di fare. Quando un libro ha successo io sono contento. Questo libro ha venduto circa 50, 60 mila copie, come immaginare uno stadio pieno di persone che leggono il libro. Ho la possibilità di conoscere tante persone che condividono con me il voler parlare d’amore. Ci sono libri che hanno più successo, altri che sono più lenti. Quando ho scritto il libro di poesie, avevo gli editori che mi ridevano dietro, poi quando è uscito, dopo varie fatiche, ebbe un ottimo riscontro. Io mi immaginavo gli stadi pieni di persone che leggevano il libro, lì mi è venuta per la prima vota la metafora dello stadio”. 

Nel 2015 arrivi sul palco di Tu si que vales, insieme a Belen Rodriguez. Come ti è stato comunicato e cosa hai provato? 

“Ero molto contento, è un’esperienza meravigliosa, ha delle sensazioni diverse, è una macchina diversa, non intima. In televisione c’è un lavoro di tantissime persone dietro a un programma. Ti insegna la condivisione, a lavorare in un gruppo. A me è piaciuto tantissimo. È solo che la passione per lo scrivere era più dominante, ha preso il sopravvento anche su quella per la televisione”

Nel 2016 il tuo primo film Forever Young. Nel frattempo pubblichi quattro libri editi per Mondadori Stati d’animo su fogli di carta nel 2014, Mollato cronico nel 2016, Ti voglio bene – #poesie nel 2017 e Ti amo nel 2018. Dove ti senti più a casa: nella scrittura, in tv, al cinema o su YouTube e social? 

“La scrittura c’è sempre: una trasmissione va scritta dagli autori, un film va scritto dagli sceneggiatori. Credo che la figura di romanziere mi è più adatta. Io avevo un grande bisogno di liberà, e in quei momenti ero più libero. Si tratta comunque di una scelta: suonare in un’orchestra oppure prendere la chitarra e magari suonare da solo, sono due cose diverse, in tv quando scrivi sei in un’orchestra. Io avevo bisogno di raccontare la mia voce, arrivare in modo diverso, quindi anche la grammatica che avrei dovuto utilizzare era diversa. Sto scrivendo tante cose, quando uno credi fortemente in quello che fai puoi scrivere tutto. Ho scritto dei film, ho scritto trasmissioni. Il romanzare è una cosa che in questi anni mi offre di più, poi mai dire mai. Può essere che un domani scriverò canzoni”. 

Se dovessi scegliere un libro e farlo diventare un film, quale sceglieresti? 

“La storia d’amore che ti cambierà la vita. Ha un modo di raccontare gli sfondi e soprattutto un modo di vivere l’Italia molto forte. Ognuno poi scrivere quello che vuole, ci sono libri che dicono scappa a Bali e trova l’isola della felicità, ecco, io sono un po’ contrario a questo, nei miei libri troverai la forza, l’amore per altre cose, scoprirsi e amare le proprie radici. Questo libro in particolare, racconta e affresca l’Italia in un modo meraviglioso, cose che a volte diamo per scontate. Mi sono divertito a non inventare, ma a raccontare cose meravigliose, luoghi come ad esempio Limone sul Garda, ma anche la stessa Milano, ci sono dei posti meravigliosi”. 

Se dovessi scegliere i protagonisti di questo film?

“Sicuramente Matilda De Angelis per il ruolo di lei, mentre per il ruolo di lui Alessandro Borghi”. 

Tornare a fare tv è qualcosa a cui pensi? Se dovessi prendere un programma dal passato o dal presente e farlo tuo quale sceglieresti? 

“Dal passato ti direi un sacco di cose: “Quelli della notte” per esempio. Oggi non c’è nulla su cui potrei dare un contributo. Faccio fatica a inquadrarmi nella tv di oggi”. 

Cosa manca alla tv di oggi? 

“Manca la possibilità di sperimentare e fallire, i format sono ripetitivi. Nonostante l’editoria e la discografia sono rimaste al centro delle passioni giovanili, hanno continuato a darsi la possibilità di fallire, mentre in tv no. Ci sono pochi spazi e c’e sempre meno possibilità di rischiare. Sembra sempre che un format deve andare bene già dalla prima puntata, questa è una cosa che deve fare Sanremo”. 

Progetti futuri? 

“Progetti editoriali non posso ancora raccontare nulla, posso dire una cosa molto bella che sta accadendo, e che riguarda il libro che è stato esportato anche all’estero. Poi posso raccontarti che le versioni cinematografiche del mio ultimo libro sono in una delle mie discussioni più interessanti in questo periodo. Sicuramente darò un continuo a questo libro perché è giusto che lo abbia. Nel restante tempo della mia giornata, quando non scrivo, sono impegnato a scoprire nuovi talenti con la mia agenzia”. 

C’è qualcosa che ti ha deluso di questo mondo? 

“No, deluso no. Non sono una persona rancorosa. Sicuramene ci sono delle situazioni in cui avrei potuto trovare delle persone più ematiche, sarei potuto essere diverso anche io, però di delusioni no. In tv sono stato anche fortunato, sono capitato in una realtà che è quella di Maria De Filippi che comunque è una Serie A. Diciamo che non ho visto le giovanili o altre reti, quindi non posso giudicare il settore in maniera diversa o su altri piani, dove sono capitato io era meraviglio. Una macchina straordinaria dove sono stato accolto da persone che mi hanno tanto aiutato. Certo, mi sarebbe piaciuto entrare in tv a metà degli anni ’80, dove c’era possibilità di fare più cose. Io sono esploso in rete, in alcuni anni dovevo anche scegliere se fare cose su internet o in tv. Sono arrivato in un momento dove il settore televisivo stava cambiando tanto. Delusione sul cinema, beh, mi dispiace che la sala sia un mezzo che non è più in voga. I tempi cambiano e dobbiamo sperimentare altre cose. Certo, la bellezza di condividere un film in una sala con persone che non conosci era meravigliosa, mentre oggi è anche meraviglioso stare nel salotto con gli amici. Sembra sempre che un cambiamento rubi qualcosa al passato, io non la vedo così. Il cambiamento cambia il passato per un inevitabile futuro che si deve vivere. Capita che vado meno al cinema ma vado più a teatro”. 

Maria de Filippi ti ha dato qualche consiglio particolare quando vi siete conosciuti?

“Me ne dava così tanti che dovrei farti la lista della spesa. Il fil rouge è la sua passione, è una donna appassionata di quello che fa e questa è la cosa che mi è rimasta impressa. Questa qualità meravigliosa l’ho vista in me perchè spesso ho voglia di fare cose che amo. Lei ama terribilmente quello che fa. Amare così tanto quello che si fa non significa farlo diventare amatoriale anzi, significa che usi la tua passione per lavorare sempre meglio e affrontare le delusioni in modo positivo. Maria rispecchia la metafora del calzolaio che apre per primo il suo negozio e se ne va per ultimo”. 

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