Diavoli: recensione – no spoiler – della prima stagione della serie con Alessandro Borghi su Sky

i diavoli | serie tv sky

L’Italia si dedica a una coproduzione importante e lo fa col sostegno di una realtà solida e di qualità come Sky. È Diavoli la serie che va mettendo insieme due attori come Alessandro Borghi e Patrick Dempsey, inserendoli nel mondo della finanza e facendoli muovere come squali. Uno show basato sul romanzo omonimo di Guido Maria Brera, vera e propria personalità nell’ambito della finanza, il quale descrive una dimensione che conosce nel profondo, così da poter ideare e costruire un racconto finzionale con cui coinvolgere anche l’interesse dello spettatore.

La trama di Diavoli, prima stagione

Diavoli è ambientata a Londra, nel 2011. I protagonisti sono Massimo Ruggero, interpretato da Alessandro Borghi, responsabile del trading di un grande bancario, il New York-London Investment Bank. Il suo forte sono le speculazioni, con cui riesce a guadagnare milioni di soldi mentre il resto dell’Europa galleggia a causa della crisi finanziaria. Tutto sembra procedere per il meglio per Massimo, finché la sua carriera non riceve una battuta d’arresto: Dominic Morgan, il cui ruolo è impersonato da Patrick Dempsey, non lo promuove a vice-CEO. Il motivo sembra essere uno scandalo legato al presunto mestiere da escort della sua ex-moglie. Ma quando l’uomo che viene assunto al suo posto muore, Massimo si rende conto che dietro a quei segreti e movimenti si nasconde qualcosa di più grande.

Perché guardare Diavoli, prima stagione

Mettersi davanti alla visione di Diavoli potrebbe ampliare il proprio range di conoscenze e far scoprire una passione inattesa come quella per la finanza. Un universo che a molti può risultare sconosciuto, ma che grazie alla serie mostrerà anche il suo poter essere appassionante, soprattutto quando si tratta di seguire i complotti e i misteri che si celano dietro alla produzione e circolazione di un numero inverosimile di denaro.

La più grande qualità di Diavoli, dunque, è proprio questo suo essere accessibile nonostante la specificità del proprio tema, che risulta fruibile con facilità da parte degli spettatori. Inoltre la serie presenta dei toni quasi oscuri, sicuramente misteriosi, che incentivano la spinta verso il disvelamento dell’inganno in mezzo a cui è rimasto coinvolto il protagonista e che lo contrappone a quello che da sempre è stato il suo mentore.

Un thriller che cerca di essere il più attendibile possibile dal punto di vista del mestiere dei personaggi, i quali vengono ottimamente vestiti in giacca e cravatta da Alessandro Borghi e Patrick Dempsey. Un talento come quello italiano che incontra un volto iconico della serialità come quello del Dottor Stranamore di Grey’s Anatomy, per un duo di certo affascinante.

Perché non guardare Diavoli, prima stagione

Uno dei temi portanti della serie è l’ambiguità dei personaggi e della dimensione in cui si muovono, in cui finirà inserito anche il Massimo Ruggero di Borghi, il quale dovrà capire se entrare a far parte dei “diavoli” o cercare invece di sconfiggerli. Un piano su cui si innalza un racconto che rischia, però, di rimanere troppo chiuso su se stesso.

Certamente in grado di scavare un pertugio per arrivare al cuore delle questioni finanziare e umane della serie, ma che non sempre riescono a convincere nel proseguire in un gioco perverso fatto di doppi giochi e pugnalate alle spalle. Un vortice in cui il pubblico non sa bene se accettare di entrare, esattamente come Massimo non sa se unirsi o meno al lato del male.

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