Deddè, all’anagrafe Gabriele Giuseppe Mazza, è un giovane cantautore nato a Torre del Greco (Napoli). Durante il suo percorso musicale prima di accedere alle selezioni di Sanremo Giovani ha preso parte ad Amici di Maria De Filippi con l’inedito “Periferia”, ottenendo ottimi consensi. Il giovane cantante è stato protagonista della terza puntata di Sanremo Giovani 2025 con il brano “Ddoje Criature” (Atlantic Records Italy/ Warner Music Italy), il nuovo singolo già disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il brano, scritto insieme a Emmanuel Di Donna e Davide De Blasio,è la fotografia di momenti semplici e legami autentici. Noi di SuperGuidaTv lo abbiamo intervistato subito dopo la puntata: ecco cosa ha raccontato.
Intervista a Deddè – Da Amici a Sanremo Giovani 2025
Gabriele eri tra i 24 selezionati di Sanremo Giovani. Partiamo da quando hai ricevuto l’annuncio: cosa hai provato in quel momento?
Ciao! In quel momento ero all’università e stavo tornando a casa. È stata una roba super emozionante, soprattutto perché è un brano al quale sono molto legato. Un’emozione gigante. Ed è stato bellissimo portare la mia musica su quel palco: era uno dei sogni che aspettavo di realizzare fin da quando ero piccolo.
Ieri sera la corsa si è conclusa: che effetto ti ha fatto quel momento? Come l’hai vissuto?
Credo di averla vissuta al massimo, portando sul palco tutte le mie emozioni e caratteristiche. L’importante per me era che arrivasse il messaggio del brano. Non la considero una sconfitta, ma un passo per crescere e costruire ancora di più.
Il brano si intitola Due creature. Chi sono queste due figure? Ti sei ispirato a qualcuno in particolare?
Il brano racconta tante storie. Alcune sono precise, altre più generali. Parla della spensieratezza dell’infanzia, di quei rapporti che è difficile ritrovare quando si cresce e arrivano le responsabilità. Ognuno può leggerla a modo suo, ma tanti possono ritrovarsi nelle mie parole e nelle emozioni che ho vissuto.
Arrivi da Torre del Greco: quanto della tua città, della tua napoletanità, c’è nella tua musica?
Tanto. Sono molto legato alla mia terra, sia territorialmente che musicalmente. Sono cresciuto con la musica napoletana. Le prime canzoni le ho scritte sul mare: vivo in una città tra mare e Vesuvio, e non c’è luogo che mi ispiri di più. Il posto in cui scrivi è importante: le vibes della mia città sono autentiche e credo di riportarle tanto nei miei brani.
Ogni tuo brano – Vicoli di Napoli, Periferia, D’estate – segna una crescita. In cosa ti senti cambiato artisticamente negli ultimi due anni?
Sicuramente ho molta più consapevolezza. La mia musica è sempre stata un’evoluzione, anche se il mio animo è rimasto lo stesso. Ogni canzone rappresenta un periodo della mia vita e una fase di crescita, sia personale che musicale.
Hai partecipato ad Amici, ottenendo consensi. Cosa porti con te da quell’esperienza?
È stata un’esperienza molto positiva. Mi ha fatto crescere, mi ha formato e mi ha aiutato a combattere le mie paure, come l’ansia prima del palco. E poi mi ha dato tanto a livello di studio e di lavoro sulla musica: lì la musica viene prima di tutto.
Sanremo Giovani è comunque una grande vetrina. Cosa speri che il pubblico abbia colto di te e del brano?
Spero che tante persone possano ritrovarsi in ciò che ho scritto. È un brano importante per me, racconta la mia storia ma anche quella degli altri. Mi auguro che ogni ascoltatore possa rivivere ciò che ho provato e ciò che racconto.
C’è un artista a cui ti ispiri quando scrivi o ti esibisci?
Come ogni artista, ho le mie reference. Ultimamente sono molto legato a Tropico (Petrella), artista e autore napoletano che stimo tantissimo. Mi ispira molto per come scrive e racconta le cose.
Progetti futuri?
Non voglio fare troppi spoiler… ma c’è tanta musica in arrivo. Ho molto da raccontare e sono felice che piano piano stia arrivando. Presto usciranno belle cose.
Il featuring dei sogni?
Domanda difficile! In America direi Post Malone, perché sono cresciuto con la sua musica. In Italia ti dico Jovanotti.
Chiudiamo con ciò che ti piace di più e di meno di questo lavoro.
La cosa che amo di più è che c’è sempre tanto da fare: è stimolante, tra creatività, musica e progettualità. Quella che mi piace meno è che si dorme poco! Ma fa parte del gioco: chi fa l’artista è sempre concentrato sulle prossime mosse.









