Il sicario Evan Shaw è convinto di lavorare per un’unità super-specializzata e super-segreta della CIA, che gli assegna le missioni tramite dei messaggi cifrati pubblicati nelle pagine degli annunci dei quotidiani. Negli ultimi tempi non ha più incontrato il suo capo Kevin, anche se un flashback ci mostra che in passato tra i due vi era un discreto rapporto di conoscenza.
Il protagonista di CIA – Un uomo nel mirino è ancora in lutto per la scomparsa della moglie Monica, avvenuta anni prima, e si concentra sul suo sporco lavoro, che lo conduce in giro per tutta Europa: da un aeroporto all’altro, recupera delle valigie contenenti fucili nei depositi degli oggetti smarriti, elimina i bersagli designati e attende il suo prossimo incarico. In uno dei lussuosi hotel dove alloggia incontra una misteriosa ragazza, che gli farà scoprire una verità inaspettata.
CIA – Un uomo nel mirino: senza via di scampo – recensione
Un film nato male già per quello che sarebbe successo sul set. L’attrice Abigail Breslin, che interpreta la co-protagonista Kacey, ha infatti accusato il suo compagno di set Aaron Eckhart, star del film, di comportamenti poco appropriati. Accuse respinte dal diretto interessato, con i produttori che hanno citato a sua volta la Breslin per violazione del contratto.
La scarsa armonia durante le riprese ha sicuramente influito sul risultato finale, giacché CIA – Un uomo nel mirino è un film che si perde minuto dopo minuto, con una sceneggiatura schizofrenica che recupera alla rinfusa i vari archetipi del filone spionistico: l’agente tradito, il colpo di scena sulla sua nuova compagna di (dis)avventure, la resa dei conti finale all’insegna dell’esagerazione. Ma i cento minuti di visione si perdono in una sfilza di improbabilità assortite, sprecando inoltre comprimari di lusso come un Tim Roth qui più svogliato che mai.
Cia(k), azione
La vicenda come detto ha luogo nel Vecchio Continente, con tanto di capatina anche a Roma, anche se la principale ambientazione rimane quella maltese. Occasione per tirare forzatamente in ballo anche l’Ordine dei Cavalieri di Malta, gettati gratuitamente in una sceneggiatura che sacrifica la coerenza in favore di un vuoto intrattenimento a tema.
Peccato però che anche l’anima ludica non eccelli in quanto a messa in scena. Il regista Roel Reiné, con una lunga carriera tra piccolo (dove ha fatto meglio) e grande schermo (con risultati spesso mediocri), non riesce a gestire con compattezza le dinamiche action: i cattivi cadono quasi da soli o si fanno ammazzare nei modi più stupidi, e lo scontro conclusivo, con tanto di slow-motion per nulla richiesto, è all’insegna di un caos per nulla verosimile e scarsamente avvincente, anche contestualizzato alle relative dinamiche da b-movie.
Conclusioni finali
Tutto ciò che accade in CIA – Un uomo nel mirino l’avrete probabilmente già visto in altri film del genere. Ci troviamo infatti davanti a un action-spy-thriller che non aggiunge nulla di nuovo, dove protagonista è un infallibile sicario prossimo a scoprire che i suoi superiori gli stavano mentendo da anni, pronto a unire le forze con una ragazza dall’identità (non troppo) misteriosa.
Un b-movie raffazzonato nella gestione delle scene d’azione, anemiche e senza pathos, e altrettanto spento nel delineare i rapporti tra i vari personaggi, che risultano inermi macchiette in quell’intreccio sempre più farraginoso. Dialoghi prolissi e interpretazioni anonime da parte di un cast sulla carta interessante, ma minato da dissidi e accuse reciproche sul set, non fanno che affossare definitivamente il caotico insieme.









