Signore e signori, Robbie Williams è arrivato in Italia. Dopo l’esibizione da brividi in Piazza Plebiscito a Napoli alla finale di “X-Factor“, l’ex cantante dei Take That è sbarcato a Roma per presentare il biopic “Better man” in uscita nelle sale il primo gennaio. Un biopic coraggioso in cui l’artista ha deciso di raccontarsi in modo autentico, sincero, senza tralasciare le due debolezze e le sue fragilità.
Il personaggio di Robbie Williams è interpretato sul grande schermo da una scimmia. A dirigere il film Michael Gracey, noto per aver diretto “The Greatest Showman”, film campione di incassi con Hugh Jackman. Oggi, nella sala dell’hotel Hassler a Roma, si è svolta la conferenza stampa del film “Better man”.
“Better man”, Robbie Wiliams si mette a nudo
Robbie Williams, con indosso un paio di occhiali neri ha fatto il suo ingresso da una porta laterale e una volta seduto si è subito presentato: “Sono io la popstar“. Cellulare alla mano, ha poi girato un video per la figlia, “così capisce che sono famoso” ha detto scherzandoci su.
Alla soglia dei 50 anni, Robbie Williams sembra essere ancora un eterno ragazzaccio, per lui il tempo non passa davvero mai. Eppure la vita non è stata tanto facile: dal rapporto complicato con il padre, al successo in età adolescenziale fino alle dipendenze. Di questo Robbie ha parlato ai giornalisti svelando anche perché ha deciso di raccontare la sua vita nel corpo di una scimmia:
“Quello che raccontiamo è come Robbie si vede e io mi vedo come un primate. E poi ci sono tantissimi biopic e ormai ci siamo un po’ stancati di vederli. Poi molti sono ripuliti e risistemati, il mio invece non è filtrato ma è il racconto genuino della mia vita”.
Il cantante ha ammesso di non aver fatto questo film per lanciare messaggi, per una questione di altruismo: “La verità è che no, non l’ho fatto per aiutare gli altri. La ragione è che la prima leva è stata carrieristica. Io sono un personaggio che per professione cerca attenzione e laddove questa attenzione non c’è, io non esisto. Lo stesso discorso vale per il documentario su Netflix. Poi, visto che alle persone l’autenticità piace, forse si sono identificate. Quindi diciamo che la ragione altruistica è stata più che altro un effetto collaterale”.
Oggi Robbie è riuscito a sconfiggere alcuni demoni come quelli della droga e del sesso. Quello del cibo però è rimasto: “Soffro di dipendenze, e oggi resta il problema del cibo. Ho smesso con le droghe. Ho smesso con l’alcool. Anche col sesso ho chiuso. Resterà sempre però un problema con il mio corpo, ed è ancora così quando mi guardo allo specchio”.
Robbie Williams parla poi di Sanremo 94 quando salì sul palco assieme ai Take That. Un’esperienza che ha però contorni confusi in quanto senza peli sulla lingua ha dichiarato di non ricordare nulla in quanto “strafatto”: “Voi italiani non siete precisini come gli inglesi. Quando partecipo a degli show televisivi nel mio paese, tutto è in ordine con persone vestite in giacca e cravatta. Ieri sono stato a Napoli e dietro le quinte ho visto gente che correva a destra e a sinistra, che urlava e dicevo tra me e me ‘quanto amo questo paese’. Sanremo nel 1994? Ma chi se lo ricorda, ero strafatto! Ma poi scusate, lo fanno ancora? Comunque se mi invitassero ci andrei volentieri”.
Dopo questa dichiarazione, immaginiamo già Carlo Conti con il telefono in mano. Sarà lui l’ospite internazionale di Sanremo 2025? Chissà.