Una importante pagina della nostra storia è protagonista della nuova serie “La lunga notte”, in onda su Raiuno dal 29 al 31 gennaio. La miniserie, in sei episodi, racconterà gli eventi che precedettero la notte tra il 24 e 25 luglio 1943, che segnò la fine del regime fascista. Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Aurora Ruffino.
“La lunga notte”, intervista ad Aurora Ruffino
L’attrice veste i panni di Maria José, moglie di Umberto II di Savoia: “Quello che mi ha più colpito di questa donna è il coraggio. E’ una donna sui cui ha prevalso un forte senso di responsabilità legato al ruolo che ricopriva. Era la principessa d’Italia e sapeva di avere il dovere di fare qualcosa per il Paese. Non provava stima per Mussolini, non era d’accordo con il regime. Sapeva che Mussolini rappresentava un disastro per l’Italia e voleva risolvere la situazione a tutti i costi. Ha provato a organizzare un colpo di Stato che non è andato poi a buon fine, ha cercato di convincere il Vaticano a trovare in segreto dei contatti con gli alleati angloamericani e continuava a frequentare i suoi amici e intellettuali antifascisti nonostante sapesse di essere spiata dalla polizia segreta. Non si è mai tirata indietro e questo le valse l’appellativo di “unico uomo di casa Savoia”.
Il marito Umberto era soggiogato dal padre e seguiva le regole”. Un’eroina moderna che ha precorso i tempi come suggerisce Aurora Ruffino: “Non ha avuto difficoltà ad imporsi in quel periodo e immagino che non l’avrebbe avuta neanche ora se fosse stata in vita. Le leggi fasciste erano molto rigide e c’era in particolare una legge che vietava che i nomi stranieri venissero italianizzati. Lei si sarebbe dovuta far chiamare Maria Giuseppina ma si rifiutò”.
A conclusione dell’intervista abbiamo chiesto ad Aurora se sia più complicato per un’attrice entrare nei panni di un personaggio realmente esistito: “C’è un tipo di pressione diversa, si avverte maggiore responsabilità. La ricerca e lo studio sono diversi. In questo caso sono andata a ricercare dei video che non erano moltissimi per cercare di capire come parlava e come si atteggiava. Questo è uno studio importante per chi fa questo mestiere”.