Ahsoka, recensione no spoiler della serie Disney con Rosario Dawson

Ahsoka

Dopo il successo strepitoso di prodotti seriali dedicati all’universo fantascientifico di Star Wars come The Mandalorian, Andor e Obi-Wan Kenobi, arriva su Disney+ una miniserie tutta dedicata ad una delle figure femminili più apprezzate dai fan, Ahsoka Tano. Jedi caduta in disgrazia dopo l’epurazione dei cavalieri durante la nascita del perfido Impero e ex-allieva di Anakin Skywalker, Ahsoka è un personaggio canonico che nasce per la prima volta nella serie animata Star Wars: The Clone Wars del 2008.

La serie Ahsoka è ideata in tandem da Jon Favreau (lo stesso che aveva dato alla luce il grande successo di The Mandalorian) e Dave Filoni, che qui si occupa anche delle sceneggiature degli otto episodi che compongono quella che è nata come miniserie ma che potrebbe diventare un progetto a più stagioni se sarà confermato l’entusiasmo di pubblico e critica di settore.

La trama di Ahsoka

Ambientata durante gli eventi di The Mandalorian, la serie segue le vicende del personaggio di Ahsoka Tano (Rosario Dawson), un’ex padawan Jedi, nonché ex-apprendista di Anakin Skywalker (Hayden Christensen) mentre indaga su una minaccia emergente per la galassia dopo la caduta dell’Impero Galattico.

Più nello specifico, l’ex Jedi (ora mercenario) Baylan Skoll (il compianto Ray Stevenson) e la sua apprendista, Shin Hati (Ivanna Sakhno), assaltano un incrociatore della Nuova Repubblica che sta trasportando Lady Morgan Elsbeth (Diana Lee Inosanto). Quest’ultima era stata precedentemente catturata da Ahsoka Tano. La coppia riesce a liberare Lady Elsbeth, la quale informa Skoll che Ahsoka è sulle tracce del Grand’ammiraglio Thrawn (Lars Mikkelsen), che era stato precedentemente sconfitto da Ezra Bridger.

Perché vedere Ahsoka?

Perché dopo il mezzo fallimento della serie sequel Obi-Wan Kenobi e del prodotto spin-off The Book of Boba Fett, la miniserie creata da Jon Favreau e Dave Filoni riprende la matassa scompigliata e fa tornare tutti i nodi al pettine in quella che ad oggi è forse la migliore trasposizione televisiva dell’universo narrativo di Star Wars assieme a The Mandalorian ed Andor.

Merito soprattutto delle sceneggiature curate da Dave Filoni (proprio colui che nel lontano 2008 aveva creato il personaggio di Ahsoka Tano all’interno della serie animata Star Wars: The Clone Wars) e della performance del cast tutto, specialmente di Rosario Dawson, semplicemente perfetta e misurata nel ruolo titolare che aveva già vestito (seppur in pochissimi episodi e come cameo di lusso) nella seconda stagione di The Mandalorian e in una puntata speciale di The Book of Boba Fett.

Ahsoka, perché non vederla

Nella sua durata di otto episodi, Ahsoka trova il giusto equilibrio tra fan service e grande introspezione dei suoi personaggi, senza dimenticarsi di essere prima di tutto un prodotto seriale d’azione e di tensione narrativa. Forse proprio per questo potrebbe scontentare coloro che non sono esattamente alla ricerca di una serie che fa dei numerosi duelli con le spade laser una delle sue punte di diamante.

Senza contare che è ovvio sottolineare che Ahsoka non è affatto prodotto destinato al piccolo schermo adatto a coloro che dell’universo cine-televisivo di Star Wars non hanno mai recuperato nulla, a partire dai film della trilogia originale e tutto il corollario televisivo e fumettoso che è seguito dopo. Di certo, cominciare la propria iniziazione al mondo di Guerre Stellari creato nel lontanissimo 1977 da George Lucas con la miniserie Ahsoka non è affatto consigliabile.

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