Vi presento Christopher Robin: la storia vera dietro al film

Vi presento Christopher Robin

Venerdì 18 Agosto tenetevi pronti per una prima tv da non perdere: Vi presento Christopher Robin. Va in onda su Canale 5 alle 21.20 e racconta, seppur con qualche libertà narrativa, una storia vera che affascina e commuove. Siete curiosi di sapere qual è e chi sono le persone reali che hanno ispirato la pellicola? Se la risposta è sì, continuate a leggere.

Vi presento Christopher Robin: la trama in breve e il cast

Questa, in breve, la trama di Vi presento Christopher Robin.

Lo scrittore inglese Alan Alexander Milne, ispirandosi ai giocattoli e, soprattutto, agli orsacchiotti di peluche del figlio Christopher Robin, crea racconti per bambini destinati ad avere uno strepitoso futuro, quelli di Winnie the Pooh. Presto il piccolo viene letteralmente travolto dal successo a livello planetario dei libri del padre.

Per quanto riguarda il cast, nei ruoli principali troviamo Domhnall Gleeson e Will Tilston.

Chi era il vero Alan Alexander Milne, il creatore di Winnie the Pooh

Non di rado le storie di talento, in apparenza privilegiate e quasi avvolte da un alone di magia, nascondono dolori e disagi di non poco conto. Possiamo certamente affermarlo riguardo all’esistenza dello scrittore britannico Alan Alexander Milne, vissuto tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Un uomo dotato di straordinaria intelligenza e di un acume artistico non comune, ma al tempo stesso tutt’altro che esente da quel bagaglio di sofferenze che appartiene, in fondo, ad ogni essere umano.

A.A. Milne nacque a Kilburn il 18 Gennaio del 1882. Nonostante una laurea in matematica conseguita con il massimo dei voti quando era ancora molto giovane, la vera passione di Milne fu la scrittura, alla quale cominciò a dedicarsi seriamente molto presto.

Entrato nell’esercito nel 1915, uscì profondamente traumatizzato per il resto della vita dalla sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale. Non si sa di preciso se lo scrittore fosse affetto dal Disturbo post traumatico da stress, ma è certo che gli orrori vissuti in prima persona in trincea, lo segnarono nell’animo, acuendo la sua naturale propensione al pacifismo e alla non violenza. Caratterialmente Milne, che durante la terribile esperienza non uccise mai nessuno, divenne più cupo, triste e stressato.

La nascita del figlio Christopher Robin nel 1920 si rivelò per lui una sorta di medicina: il piccolo gli regalò un nuovo slancio vitale, che si trasformò anche in una rinata vena creativa. Giocare insieme al bambino con i pupazzi di peluche, lo portò ad inventare e a scrivere delle storie che sarebbero diventate un cult per giovanissimi in tutto il mondo: era nato Winnie the Pooh.

La casa in campagna acquistata nel 1925 inoltre, gli fornì la location ideale per l’ambientazione delle storie, il Bosco dei Cento Acri, che altro non era se non il bel giardino di famiglia. Ma per Christopher Robin non furono tutte rose e fiori.

Un successo divisivo: il rapporto fra padre e figlio

Incredibile ma vero, le divertenti storie dell’orsetto che avevano inizialmente unito padre e figlio, finirono per minarne irrimediabilmente il rapporto. Quei racconti accolti con entusiasmo a livello planetario infatti, altro non erano se non una divulgazione di massa dei momenti più intimi trascorsi fra un genitore e il suo bambino.

All’inizio Christopher Robin, ancora troppo piccolo per averne la reale percezione, non ne risentì più di tanto, ma in seguito, anche perché bullizzato a scuola dai compagni di collegio, quell’innocuo animaletto di fantasia si trasformò per lui in un tormento. Winnie the Pooh insomma, guarì Milne dai traumi della guerra, ma guastò per sempre il suo legame col figlio, in precedenza strettissimo. Nel 1961 la Disney acquistò i diritti del personaggio, mentre Christopher Robin se ne allontanò per sempre, rinunciando a percepire anche solo un centesimo dallo sfruttamento decisamente redditizio dell’immagine.

Per quanto possa sembrare incredibile, Winnie the Pooh ha portato e continua a portare grande felicità ai bimbi di tutto il mondo, ma non è riuscito a fare lo stesso con i suoi inventori.

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