È difficile non impersonificarsi in qualche personaggio di Ginny & Georgia. La serie, uscita su Netflix a giugno 2025, è una delle più viste sulla piattaforma di streaming. Vediamo insieme la recensione no spoiler della terza stagione di Ginny & Georgia che tocca diverse tematiche molto attuali.
Recensione della terza stagione di Ginny & Georgia
Dopo Adolescence e Skam, Netflix punta tutto su Ginny & Georgia. La serie, arrivata alla terza stagione, racconta il mondo degli adolescenti visto da diversi punti di vista: quello dei teenager e quello degli adulti. Ne esce fuori uno spaccato complicato dove i protagonisti mostrano le loro fragilità, il loro lato più profondo che viene fuori di fronte alle difficoltà della vita.
Ma qual è la trama della terza stagione di Ginny & Georgia? Filo conduttore dei 10 episodi, ognuno della durata di un’ora, è la salute mentale. Andare in psicoterapia e chiedere aiuto a professionisti può essere un’ancora di salvezza che getta via i nostri ‘mostri‘ interiori. Spesso però questi ‘mostri’ si rivelano a tutti.
In Ginny & Georgia (interpretate da Brianne Howey e Antonia Gentry) vediamo tantissimi temi toccati: dall’autolesionismo di cui è vittima la protagonista Ginny che si brucia con l’accendino, alla bulimia (che colpisce Abby, l’attrice Katie Douglas). Spazio anche alla depressione che sfocia nell’alcolismo (con Marcus, l’attore Felix Mallard). Non manca il tema della violenza domestica e dell’interruzione di gravidanza.
Al centro di tutta la serie c’è però l’amore: verso se stessi, verso i figli, verso i genitori, verso le amiche con relative gelosie. C’è chi ama incondizionamente arrivando a uccidere per proteggere i figli e chi non riesce a dire ti amo. Chi fa dell’amore lesbo il proprio manifesto e chi non riesce ad ammettere pubblicamente di amare un’altra donna. Ma c’è anche l’amore inteso come puro divertimento (e qui entra in scena il personaggio di Wolfe) e chi ama in modo possessivo.
È questo il motore che porta i protagonisti a compiere delle scelte, spesso sbagliate ma che credono giuste, che hanno poi delle conseguenze. Il passato influenza il futuro e non è un caso se anche in questa stagione sono presenti diversi flashback che mostrano l’adolescenza difficile di Georgia (e qui c’è da fare un plauso a chi ha fatto il casting per la somiglianza degli attori).
Un passato che trasforma Georgia in un mostro che nella terza stagione viene accusata dell’omicidio del marito di Cynthia che era malato terminale (una sorta di eutanasia, altro tema toccato). La vera Georgia, quella che ha ucciso i precedenti mariti, finisce sul banco degli imputati con i due figli che da spettatori diventano protagonisti. Vediamo quindi la spettacolarizzazione di un processo, con l’invadenza dei giornalisti che arrivano fino a scuola da Ginny.
Il processo si trasforma in un caso mediatico con tanto di nome dato all’imputata, quello de ‘la sindaca assassina’. In pochi restano vicini a Ginny e Georgia: se la prima si rifugia nella poesia, la seconda vede la sua vita e il suo matrimonio frantumarsi. I figli diventano adulti (basti pensare al piccolo Austin interpretato da Diesel La Torraca) e spesso i genitori non riescono a capirli e ad accorgersi di quello che sta accadendo.
Ma nulla è come sembra come mostra il finale aperto che vede diversi colpi di scena e lascia tutto sospeso per una quarta attesissima stagione.