Le migliori serie TV di genere Crime Poliziesco

6. I Soprano

i soprano

Secondo il New York Times, ci troviamo di fronte a la più grande opera della cultura pop americana dell’ultimo quarto di secolo. No, non sto parlando di un quadro o di una scultura, ma della serie tv statunitense – firmata HBO – I Soprano.

Non scadete nel classico clichè del boss mafioso italo-americano tutto pizza, pasta e mandolino.

Dietro questa crime-series di ben 6 stagioni (ambientata in New Jersey), ci sono:

  • gli attacchi di panico e le esilaranti sedute dallo psicanalista del protagonista Tony Soprano (interpretato dall’indimenticabile James Gandolfini);
  • il tremendo rapporto conflittuale – ed ho usato un eufemismo! – tra Tony e sua madre Livia;
  • una famiglia che è tutta un programma ed una serie di grane sia sul lavoro che nel rapporto con l’FBI.

La crudezza di immagini ed il linguaggio ‘di strada’ si fondono sapientemente con l’ironia esilarante ma geniale del boss mafioso, anche quando vengono affrontati temi estremamente delicati.

La consiglio perché si entra nella mente di un boss mafioso con attacchi di panico (e già questo è spaventoso ed esilarante al tempo stesso!). Vi sfido a guardare i primi 3 episodi e, poi, a smettere di seguire questa serie tv: scommetto che non riuscirete più a smettere!

5. True Detective

True Detective

Due trame diverse, due storie eccellenti!

True Detective è un’altra serie tv made in HBO di tipo antologico (come Fargo). Al momento conta soltanto 2 stagioni, ma la terza è in lavorazione (per la gioia di tutti i fan, me compresa!).

Obiettivo di entrambe le stagioni (di 8 episodi ciascuna) = analizzare minuziosamente la vita professionale e personale di veri detective.

L’intreccio narrativo della prima, sviluppata in archi temporali diversi, ruota attorno a Rustin “Rust” Cole (Matthew McConaughey) e Martin “Marty” Hart (Woody Harrelson), detective della Louisiana impegnati nella caccia ad uno spietato serial killer. Due personalità completamente differenti che collaborano per ben 17 anni (dal 1992 al 2012) alla risoluzione del caso.

La seconda stagione, invece, è ambientata nella ‘contea’ (immaginaria) di Los Angeles, dove viene ucciso un importante politico locale. I ‘buoni’, in questo caso, sono:

  1. i detective Raymond “Ray” Velcoro (Colin Farrell) ed Antigone “Ani” Bezzerides (Rachel McAdams);
  2. l’agente di polizia californiano Paul Woodrugh (Taylor Kitsch).

Le indagini sono strettamente connesse alla vita di Francis “Frank” Semyon (Vince Vaughn), imprenditore dal passato non proprio pulito che rivestirà un ruolo fondamentale nell’intera vicenda.

In entrambe le stagioni, la drammaticità di alcune immagini (in alcuni casi davvero difficili da digerire) viene compensata dalla recitazione superlativa dei personaggi.

La consiglio perché è una di quelle serie che scava a fondo nell’animo di ogni singolo personaggio. Vengono analizzate le zone d’ombra dei pregi e gli spiragli di luce dei lati più oscuri. Insomma: alla fine di entrambe le stagioni, non potete fare a meno di chiedervi: “E adesso? Quando inizia l’altra!?!?”.

4. Sherlock

Sherlock

Nel corso degli ultimi decenni, in molti hanno provato a trasporre in una serie tv i romanzi dell’investigatore nato dalla penna di Arthur Conan Doyle. A mio personale parere, solo Steven Moffat e Mark Gatiss ci sono riusciti, creando la crime-series “Sherlock”.

4 stagioni, 4 episodi l’uno ed uno speciale ‘abominevole’. Gli elementi dei singoli romanzi di Doyle ci sono proprio tutti, ma la vera stella di questa serie tv è indubbiamente lui: Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes).

Geniale, indecifrabile, folle, criptico, inarrivabile… L’espressività di questo attore londinese è seconda soltanto alla sua bravura recitativa. Se poi, alle deduzioni in tipico stile ‘Holmes’ si aggiungono le riprese indovinate ed i focus al rallenty sui dettagli, beh, il successo è assicurato!

Accompagnato dal suo fedele John Watson (Martin Freeman), Sherlock saprà coinvolgervi a 360° nei suoi casi e nell’eterna rivalità con Moriarty, il ‘villain’ della storia.

La consiglio perché ci siamo sentiti tutti un po’ investigatori da piccoli: chi dice che non possiamo tornare ad esserlo (ma in grande stile)?

(per scoprire le altre posizioni continua a leggere nella prossima pagina)

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