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Madame X: l’assassinio (vero) che sconvolse la vita di Lana Turner

Madame X (1966)

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Se amate i “drammoni” sentimentali, non perdetevi il film Madame X. La protagonista femminile della pellicola è Lana Turner, qui in una delle sue migliori interpretazioni. Madame X, la cui regia è firmata da David Lowell Rich, fu girato nel 1966, in un periodo abbastanza difficile per la Turner dal punto di vista professionale, a causa di un brutto episodio di cronaca nera che l’aveva riguardata qualche anno prima. Scopriamo di più.

Madame X: la trama

Holly è sposata con un uomo dell’alta società, ricco e potente. Da lui ha un figlio. In seguito la donna intraprende una relazione extraconiugale con un amico di famiglia e, quando decide di lasciarlo, involontariamente ne provoca la morte. Segue un processo drammatico e un finale a sorpresa strappalacrime.

La relazione con Johnny Stompanato

La vita di Lana Turner, una delle attrici più rappresentative di Hollywood, è stata persino più avventurosa e turbolenta di tanti film da lei interpretati, Madame X compreso.

Figlia di un gangster assassinato in circostanze misteriose quando lei era ancora piccola, l’attrice si è sposata ben otto volte con sette uomini diversi. Le sono state attribuite inoltre, molte relazioni amorose dentro e fuori dal set, ma una di esse portò uno scompiglio che forse, inizialmente, non poteva neanche immaginare.

Alla fine degli anni ’50 la Turner si legò sentimentalmente a Johnny Stompanato, un protetto del malavitoso Michey Cohen. La storia fu appassionata ma anche decisamente movimentata in tutti i sensi. Quando l’attrice stava girando Estasi d’amore in Inghilterra, convinto da una delle tante focose lettere che lei gli indirizzava di continuo, Stompanato decise di raggiungerla. Si verificò allora una lite rimasta memorabile.

Colto da una violenta crisi di gelosia, il gangster puntò una pistola contro il partner dell’amata, che però lo stese con un pugno. Il collega in questione era l’esordiente e bellissimo Sean Connery.

L’omicidio e il processo

La tragedia vera si verificò il 4 Aprile del 1958. I due amanti si trovavano a casa della diva. Quando lei manifestò la volontà di lasciarlo, ne scaturì una discussione fin troppo accesa. Cheryl, la figlia appena adolescente di Lana, che dormiva nella stanza accanto, si spaventò. Inizialmente la madre accorse da lei, la rassicurò e le disse di non muoversi. Il furibondo litigio fra gli amanti tuttavia, non solo proseguiva, ma le minacce di Stompanato diventavano sempre più pesanti.

Ad un certo punto, preoccupata per la mamma, Cheryl scese in cucina, prese un coltello e raggiunse la porta della camera da letto della Turner. In quel momento la star aprì la porta e la ragazzina si trovò di fronte ad una scena che la terrorizzò ulteriormente. L’uomo aveva un braccio alzato e in mano un oggetto con cui sembrava volesse colpire entrambe. Cheryl avanzò, accoltellò Johnny e lo uccise.

Si scoprirà solo in seguito che Stompanato, che stava per andarsene portando via le sue cose, aveva in mano solo la stampella che gli serviva per appendere la giacca. Poco dopo Lana chiamò la Polizia e si autoaccusò del delitto, ma poi Cheryl confessò di essere stata lei e venne arrestata.

Ne seguì uno dei processi più mediatici degli ultimi decenni, nel quale la vita privata di una celebrità fu scandagliata e resa di pubblico dominio fin nei minimi particolari. Qualcuno giudicò la testimonianza interrotta da pianti e singhiozzi della diva, “una delle sue migliori interpretazioni”.

Alla fine Cheryl, che invece non fu chiamata al banco degli imputati perché già traumatizzata, venne assolta. Ma i dubbi sono rimasti.

I misteri irrisolti

Il processo e l’assoluzione di Cheryl non misero fine ai misteri sorti intorno alla morte di Johnny Stompanato. Molti dubbi a riguardo restano e, quasi certamente, non saranno mai più fugati. In particolare, sembrò alquanto strano che non ci fossero impronte digitali sull’arma del delitto, così come inspiegabile rimane il fatto che né i vestiti della Turner, né il tappeto, erano sporchi di sangue.

Si ipotizzò che in realtà fosse stata proprio la madre ad uccidere l’amante e che abbia poi fatto ricadere la colpa sulla figlia perché minorenne e pertanto passibile di una condanna ben più lieve. La verità, è quasi certo, non si saprà mai.

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