Luca Gaudiano, intervista al vincitore di Tale e Quale Show 2023: “La vittoria non la vivo come un riscatto, anche se dopo Sanremo non mi hanno visto ho continuato a lavorare”

Luca Gaudiano intervista superguidatv

Dalla vittoria al Festival di Sanremo nella categoria nuove proposte alla vittoria di “Tale e Quale Show 2023″, è un momento d’oro per Luca Gaudiano. Il cantante, nato nel 1991 a Foggia, di cui conoscevamo già le sue incredibili doti vocali e che ha ottenuto il primo posto nello show del venerdì sera condotto da Carlo Conti. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Luca Gaudiano a pochi giorni dalla sua vittoria, e con lui abbiamo parlato delle emozioni vissute in quella serata, della sua carriera tra musica e teatro e dei suoi progetti futuri. Ecco riseguitò l’intervista.

Luca Gaudiano: intervista al vincitore di Tale e Quale Show 2023

Luca quali emozioni ti hanno pervaso subito dopo la proclamazione della tua vittoria a Tale e Quale Show? 

“L’emozione primaria era quella della felicità e della gioia. È una vittoria arrivata in fondo ad un percorso che è durato tanto: due mesi in cui ogni settimana siamo stati messi fortemente alla prova, considerata la fatica che c’è dietro il lavoro di ‘Tale e quale’ e le ore di trucco relative non solo alla puntata. Durante la settimana si fanno delle prove di trucco per arrivare pronti all’esibizione del venerdì, poi c’è la prova generale del giovedì, insomma tutte le ore di canto e di recitazione alle quali veniamo sottoposti. Questa vittoria è stata la ciliegina sulla torta di un percorso dove la resistenza è la cosa che più ha contraddistinto questo percorso: rimanere lucidi e resistere a tutta la fatica fatta durante la settimana”.

Vivi questa vittoria come un riscatto personale o semplicemente hai vinto un programma?

Il riscatto prevede un precedente in cui c’è stato un qualcosa per cui vale la pena di parlare di riscatto, io credo di non aver mai smesso nella mia quotidianità di lavorare e portare avanti quelli che sono i miei canali espressivi. Magari qualcuno ha smesso di vedermi subito dopo la vittoria di Sanremo ma io ho continuato a lavorare in teatro, ho fatto musical. Mi sento quindi di aver lavorato tutti i giorni a prescindere dal fatto che le persone se ne siano accorte oppure no”.

“Tale e Quale Show fa parte di quello che faccio e che sono e l’ho capito semplicemente mettendomi in gioco. Il riscatto quindi può essere visto come un senso di scommessa: lì dove pensavo che sarebbe stata una cosa nella quale non mi sarei mai potuto cimentare, invece c’è stato un bel riscatto perché ho capito che probabilmente buttando il cuore oltre all’ostacolo riusciamo a capire cose che mai avrei immaginato”.

Come hai ricevuto la proposta di partecipare a Tale e quale Show e cosa hai provato?

Ho partecipato ad un’audizione a giugno con gli autori e successivamente la notizia l’ho appresa direttamente dall’account ufficiale Instagram di Carlo Conti a luglio perché non c’era stata nessuna comunicazione preventiva. Tra i nomi c’ero anche io ed è stata una cosa improvvisa che mi ha spiazzato ma mi ha riempito di gioia e di adrenalina per tutto quello che sarebbe arrivato. Ci ho riflettuto molto se partecipare e poi ho messo da parte le eventuali paure e ansie perché un percorso come il mio a livello cantautorale poteva essere visto come un downgrade (partecipare ad un programma di varietà) invece per me è stato un upgrade. Sono riuscito a capirne il senso e mi ha fatto tanto piacere partecipare e ho detto subito di sì a Carlo”.

La lotta era tra te e Lorenzo Licitra. L’avevi intuito che tra voi due c’era il vincitore?

Sarebbe ipocrita dire il contrario. Io avevo lavorato senza un livello di competizione negativo ma con tutta la sportività di questo mondo. Nel senso che la cosa più rispettosa a livello agonistico che potessi fare nei confronti di Lorenzo e Ilaria era arrivare in puntata il più preparato possibile e dare il meglio di me stesso. C’era anche tanto gioco e intesa tra noi perché ci siamo trovati bene, eravamo anche coetanei, e quindi è nata una bella amicizia e un bel rapporto. Diciamo che dall’inizio il programma ha preso una piega binaria: fra un varietà più divertente e una zona della classifica che offriva delle performance sicuramente più professionali”.

Infatti, Tale e Quale Show non è più un semplice programma di imitazioni ma ormai ci sono anche dei professionisti in gara. A chi hai dedicato la vittoria?

“Dedico la vittoria alla mia famiglia, alla persona con cui condivido la mia vita da ormai 4 anni cioè Jessica, la mia compagna. Condivido con lei anche il lavoro, siamo entrambi protagonisti di questo spettacolo con ‘La compagnia della rancia’ dove lei fa la protagonista femminile e ci siamo conosciuti proprio durante questo progetto. Siccome lei conosce benissimo tutte le difficoltà che insieme affrontiamo, come lo stare lontani per via del lavoro, conosce benissimo tutto ciò dietro questo meccanismo e questo mondo, dedico a lei questa vittoria”.

La musica è stata tua amica e tua alleata. Quando hai sentito la necessità di cantare per la prima volta e che poi sarebbe stata la tua strada?

La prima volta che ho messo piede sul palco del teatro della mia città, ho iniziato le prove di uno spettacolo con una compagnia amatoriale del mio territorio. Lì è stata la prima volta che ho sentito l’odore del palco, del dietro le quinte, dei camerini. Ho sentito che la mia vita avrebbe preso quella strada, poi quando ho iniziato a studiare teatro e a scrivere ho consolidato quelle che erano le mie ambizioni e sensazioni sul mio futuro. Allora ho capito che sarebbe stata la mia passione e anche il mio lavoro“.

Hai iniziato con Ama Sanremo e poi hai vinto Sanremo Giovani. In quell’occasione  hai dedicato la vittoria al tuo papà. Cosa direbbe oggi?

Sarebbe orgoglioso del fatto che mi sveglio la mattina e faccio quello che mi piace, l’esempio che lui ha sempre cercato di insegnarmi più coi fatti che con le parole. È stata una persona che più che tramandare degli insegnamenti verbali, io riuscivo a carpire le informazioni dal suo modo di essere. Sono sicuro che lui sarebbe orgoglioso del fatto che sono felice perché per arrivare a questo livello di felicità vuol dire che ho lavorato bene seguendo quelle che sono le sue tracce”.

Ci avviciniamo al Festival di Sanremo 2024 dove ci sarà Marco Mengoni come co-conduttore e Super Ospite della prima serata. Tu sogni quel palco, presenterai proposte?

È un palco ambito da tutti. Sarebbe presuntuoso dire che non ambisco a questo palco. Sarebbe bellissimo tornare dopo la vittoria di Sanremo Giovani ma ogni progetto discografico mostra degli alti e bassi e deve essere una direzione artistica a interessarsi al mio progetto e in quel caso non mi tirerei indietro e farei ascoltare le mie canzoni“.

C’è nella tua carriera la voglia di sperimentare anche qualche altra forma d’arte come il cinema o la tv?

Non escludo che un domani possa provare a cimentarmi nella direzione artistica dei programmi televisivi inteso come presentatore, autore di programmi. Mi piace molto il mondo televisivo, sono un grande fruitore della televisione e quando ci sono dei programmi di qualità li guardo con piacere come ‘Tale e quale’ per esempio che uno dei programmi nei palinsesti che vedo ma a livello trasversale sia della tv pubblica che privata. Quando ci sono delle belle idee, dei bei format mi piace guardarli e seguirli e non escludo che un domani possa proporre un mio progetto di varietà all’interno del quale ci sia la presentazione della musica dal vivo, del musical che è sempre stato il mio bagaglio. Magari in un futuro non proprio prossimo, ma perché no”.

Progetti futuri? Sei impegnato con la tua compagna in questo spettacolo ci dicevi. 

In questo momento siamo impegnati con la tournee della Compagnia della Rancia e la regia di Mauro Simone. È uno spettacolo bellissimo che si chiama ‘Once’ (Una volta nella vita), con le musiche di Glen Hansard e Marketa Irglovà che hanno vinto l’Oscar per la miglior canzone originale per il film omonimo per il quale il musical ha preso ispirazione. È una storia incredibile di amore disinteressato tra questi due protagonisti, due ragazzi, lui un cantautore che non crede molto nei suoi sogni, lei una forza straripante della natura. Una ragazza cecoslovacca emigrata in Irlanda che incontra questo cantautore che canta per la strada e se ne innamora artisticamente e platonicamente e tra loro nasce una bellissima storia d’amore che però non si capisce se si esaurisce nella passionalità o rimane platonica perché è raccontata in modo trasversale dalla musica. Entrambi sono musicisti, lei piano piano lo convince a credere nei suoi sogni con un finale che lascia tutti con le lacrime agli occhio. È uno spettacolo incredibile che chi viene a vederlo torna a casa cambiato. Per le date lo spettacolo andrà in scena in Friuli, a Senigallia (AN) il 2 dicembre al teatro La Fenice, Bologna il 6 dicembre al teatro Duse e Torino il 9 e 10 dicembre al teatro Alfieri. Nella stagione passata siamo stati a Trieste e Udine”. 

“Parallelamente sto portando avanti un progetto che è il ‘Fantasma dell’opera’, il 15 ottobre ho debuttato al teatro Arcimboldi di Milano come protagonista nel ruolo del fantasma sostituendo la star internazionale Ramin Karimloo che è stato poco bene. A gennaio ci saranno altre repliche di cui sarò direttamente il protagonista“.

Venerdì prossimo ci sarà ‘Tale e Quale Show – Il Torneo’. Ci sarà in gara Antonino Spadaccino che è della tua stessa città: Foggia. Come vedi questa sfida?

Ci siamo sentiti ma tra di noi non c’è nessuna sfida. Lo stimo da tempo, ha portato il nome della nostra città alla ribalta nazionale in senso positivo molto prima di me con Amici, Tale e quale. I nostri percorsi sono stati in qualche modo analoghi ma portiamo avanti progetti diversi e lo stimo per le sue qualità e il suo talento. Non vedo l’ora di conoscerlo di persona perché ci siamo sentiti solo per messaggi“.

Come vedi il lavoro che svolgono i talent come X Factor o Amici: hai mai provato a partecipare?

“Ho fatto dei provini per Amici quando ero molto più piccolo. Mi sento di dire, anche fortunatamente, non mi hanno mai preso. Credo sia soggettivo che propongono ottime proposte musicali, i progetti di successo arrivano dopo molto tempo quando l’artista trova una propria strada. Non ho mai visto di buon occhio quel tipo di percorso, il fatto che riescano a fare grandi numeri non significa che siano percorsi di qualità”.

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