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Intervista ai JALISSE: “Siamo senza tempo: ORA è il tempo nel quale tutti noi siamo”

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I Jalisse, il duo musicale costituito da Alessandra Drusian e Fabio Ricci marito e moglie nella vita, dopo la vittoria del 1997 del Festival di Sanremo con la celeberrima Fiumi di Parole, torna alla ribalta con un nuovo singolo, Ora e con un album in lavorazione.

Il nuovo singolo dal titolo “Ora” è stato scritto da Alessandra Drusian e Fabio Ricci per One Publishing e Music Srl, prodotto e arrangiato da Giovanni Errera.

L’inedito presentato ad Ora o Mai Più è stato scritto nel 2017 raccontando la storia ventennale del duo che aspettava un’occasione ghiotta, per poterlo “sfoggiare”: ed eccola arrivata sul palco del talent di Rai 1 condotto da Amadeus.

In questo brano, Fabio e Alessandra si sono messi a nudo, raccontandosi senza riserve, senza pietismi e sensazionalismi.

Ma loro non sono mai scomparsi e non hanno mai smesso di fare musica. Grazie alla partecipazione all’Eurovision Song Contest sempre nello stesso anno, il 1997, si sono fatti conoscere in altri Paesi, dove sono stati amati e seguiti fino ad oggi.

Olanda, Austria, Russia, Cina, Brasile Australia Romania, questi alcuni dei Paesi (e non sono pochi) in cui i Jalisse sono conosciuti e apprezzati. Ma in Italia No.

Qualcosa è andato storto. Già dalla vittoria di Sanremo qualcuno ha storto il naso e non ha gradito che a vincere fossero stati dei ragazzi per bene. Sconosciuti. Puliti. Senza la smania della visibilità ad ogni costo.

Forse a qualche intellettuale della musica non è andato giù che a vincere fosse stata una canzone semplice che è piaciuta soprattutto al pubblico. Infatti è proprio la gente che li ha premiati e gli ha consegnato la vittoria.

I Jalisse non hanno rubato né tolto nulla a nessuno, nonostante in questi lunghissimi anni gli è stato detto di tutto: dal plagio della canzone, copiata a detta di qualcuno da Listen to your Heart dei Roxette, alla vittoria “rubata” a Sanremo con la manomissione dei voti e alle mille cattiverie che gli sono state vomitate addosso manco avessero ucciso qualcuno!

Intervista ai Jalisse, Alessandra Drusian e Fabio Ricci

Vincere il Festival di Sanremo, un’emozione che sognano in molti e che raggiungono in pochi: con il senno di poi, è stata una vittoria o una maledizione?

È stata una vittoria. E’ stata assolutamente una vittoria perché al di là delle polemiche, al di là degli attacchi, aldilà di tutto questo. Oggi come oggi i Jalisse vengono ancora ricordarti per la vittoria del 97 per Fiumi di parole, quindi…

(interviene Fabio Ricci…) E poi vuoi mettere!? Tutta questa bella cosa che stiamo ottenendo adesso, 21 anni dopo… 21 anni di sofferenze, di attacchi, di cose antipatiche, che di certo non meritavamo!

In tutti questi anni vi siete dati una spiegazione per tutte le cattiverie che vi sono piovute addosso? Come mai questo embargo sulla vostra musica? Una cosa tutta italiana, a dire il vero, che (passatemi il termine) fa un po’ schifo.

Eh te lo passiamo alla grande sto termine perché effettivamente non è giusto minare il lavoro di nessuno, e non soltanto per ciò che riguarda il lavoro artistico ma il lavoro in generale.

Perché insomma, uno ci mette il cuore e l’anima, investe tempo e risorse, e quindi non capisco la motivazione per cui ad un certo punto deve arrivare un pinco pallo della situazione e cominciare a sparare a zero, senza arte né parte e dare fastidio al lavoro di due persone o di chi si impegna a fare questo mestiere o un altro mestiere, perché questo ahimè succede anche in altri ambiti non solo in quello artistico.

Subentra Fabio Ficci che aggiunge: Noi abbiamo sempre avuto un’immagine indipendente anche come produttori, come discografici, anche come editori dei nostri brani quindi una piccola azienda e come tale composta da collaboratori, da persone che ruotano intorno a te per il raggiungimento di un risultato finale.

Per cui quando tu mini un’artista, noi colpisci solo l’artista in se, ma tutto un team di lavoro e non è quindi una sciocchezza.

Jalisse: Non si è mai “il più bravo”

Invece abbiamo riscontrato, ad esempio, che all’estero non c’è questo accanimento nel senso che si rispetta il lavoro degli altri e si dice che c’è sempre spazio e posto per tutti. Perché ognuno di noi ha un suo spazio come per respirare, per mangiare, per vivere, per camminare… c’è anche spazio per promuoversi personalmente nell’ambiente del lavoro.

Qui in Italia, invece, devi sempre fare a cazzotti e dimostrare di essere sempre il più bravo. Ma il concetto è che non si è mai il “più bravo”.

Il più bravo lo decide l’altro che ti ascolta, che ti giudica. Non puoi essere te a vantarti e dire sono il migliore di tutti! Questa è una cosa bruttissima!

Insomma un gioco a cui non ci siamo mai prestati e da cui ci siamo sempre tenuti lontani e distanti perché ripeto se devi piacere, è il pubblico che lo decide.

Per moltissimi anni, avete presentato a Sanremo dei brani anche di autori diversi, che sono stati puntualmente bocciati. Ma non piace proprio la vostra musica o c’è una sorta di snobismo che vi cataloga come artisti di serie B?

Sorridono… anzi ridono… eh…che ti devo dire!! (risponde Alessandra Drusian). Noi in 21 anni abbiamo presentato una canzone diversa ogni anno.

Ci hanno bocciato il brano ad esempio:

  • Linguaggio Universale ispirato ad un saggio del premio Nobel Rita Levi Montalcini
  • Il brano Tra Rosa e Cielo (scritto dal poeta italo iracheno Younis Tawfik in collaborazione con Fabio Ricci)

Giudicate voi se questa è una canzone da bocciare!!!

  • Ancora un brano del maestro Luis Bacalov
  • Un brano del maestro Maurizio Fabrizi.

Insomma noi ci siamo sempre tirati su le maniche, abbiamo sempre portato il nostro prodotto. Non è mai stato accettato.

Ci ha sempre accolto (Sanremo) per quanto riguarda l’ascolto dei brani, sempre che l’abbia ascoltati, (noi consegniamo la cassetta alla redazione) però alla fine si scordano di noi!!

Aggiungo – Ma vi siete chiesti, perché??? Alessandra mi risponde:

E sai cos’ è? Dal momento che non danno mai una giustificazione, non ti dicono perché il brano non viene scelto, tu non puoi far altro che accettarlo.

Non è che ti dicono: “no, guarda non sei passato perché… hai sbagliato questo esercizio, piuttosto che quest’altro e via di seguito”.

Noi non possiamo mai sapere il motivo per cui un brano viene scelto e un altro bocciato. E quindi perché i Jalisse non vengano accettati al Festival di Sanremo.

Fabio aggiunge che loro sono dei cantautori da sempre e quindi in questa ottica, dal momento che anche quest’anno il direttore artistico di Sanremo è Baglioni sperano che le idee possano conciliarsi in tal senso.

Ricci aggiunge anche che è stato felicissimo di aver vissuto questa esperienza del talent di Ora o Mai più con Michele Zarrillo perché anche lui è un cantautore e quindi in un certo senso parlano la stessa lingua ed hanno la stessa impostazione musicale.

Oggi il mercato musicale è profondamente cambiato. Si guarda più alle visualizzazioni, ai like, al look, al passaggio televisivo, al “fenomeno” e molto meno alla musica. Come pensate di incastravi in questo panorama voi che siete espressione del bel canto?

A noi facciamo solo musica e basta – risponde Fabio Ricci – ognuno ha il suo modo di essere di presentarsi.

Oggi va il trap, poi c’è il momento di reggaeton magari qualche anno fa, c’è stato il momento degli anni ottanta, quindi ogni momento ha il suo percorso musicale.

Noi invece siamo sempre stati noi stessi, qualcuno dice che siamo sempre stati avanti, in controtendenza, un po’ il fatto di essere una coppia, in questo ambiente in così tanti anni ed essere uniti.

Infatti molti ci dicono: Ma come fate?! Ma come è possibile? Beh noi teniamo forte e alta questa bandiera e poi ognuno propone la propria musica, il proprio indirizzo musicale.

Noi poi siamo molto eclettici, passiamo da brani d’autore come quelli ad esempio presentati ad Ora o Mai Più, come L’Elefante e la Farfalla (di Zarrillo) Alessandra ha una voce celtica, dicevano medievale o un pezzo rock come Ti Sento fino ad arrivare all’inedito Ora.

La firma dei Jalisse è sicuramente una sonorità legata a dei pezzi spirituali che sono quelli che ci piacciono di più e poi la voce di Alessandra è inconfondibile: che sia un pezzo moderno oppure classico o tradizionale noi cerchiamo sempre di portare avanti il nostro tipo di musica perché c’è sempre spazio per tutti.

Nel 2014 i Jalisse ci riprovano a The Voice

Nel 2014 avevate provato a ripartire partecipando a The Voice ma nessuno dei Coach Carrà, J-Ax, Noemi, Pelù – si è girato, riconoscendo la splendida voce di Alessandra. Era sbagliato il brano o è così difficile riemergere in Italia?

Ma sicuramente il brano non mi stava bene addosso – afferma Alessandra – avevo portato alcuni brani che di solito faccio nel mio repertorio durante le serate. Tuttavia, poi non so se per esigenze autorali o televisive, mi hanno proposto di fare Io Canto.

Del resto io sono una anche molto rispettosa nell’accettare ciò che mi viene proposto e i consigli di chi si occupa del programma, per cui mi sono fatta una storia dentro la mia testa pensando al fatto del “L’impronta di una testa sul cuscino, L’odore del caffe della mattina” a tutta una idea di famiglia che mi appartiene e così ho cercato di farla mia, e di cucirmela addosso.

“Io Canto” non l’avrei mai cantata

E’ un brano che non avrei mai cantato sinceramente. L’aveva già fatta Laura Pausini, per altro adorata da Raffaella Carrà. Quindi è stata un po’ un’arma a doppio taglio.

Però devo essere sincera, dietro le quinte gli autori venivano a chiedermi secondo te chi si gira, chi non si gira e io dicevo… uno, nessuno, centomila! Nel senso che non sapevo cosa sarebbe accaduto.

In ogni caso è andata bene così, io ho vissuto questa esperienza al massimo per vedere cosa accadeva dietro le quinte e considera che quel giorno eravamo in 20 ad essere provinati e devo dire che le 48 ore di The Voice mi hanno dato una carica incredibile.

Mi sono rimessa in gioco con la voglia e la grinta di una principiante, perché c’erano molti ragazzi giovani che partecipavano ma senza aspettarmi nulla.

Certo io adoro il rock adoro Pelù e mi sarebbe piaciuto fare qualcosa con lui a livello artistico, ma va bene così.

Non mi sono scomposta più di tanto.

La nuova occasione con la partecipazione al talent di Rai 1

Ora o Mai Più: un’occasione presa al volo! Cosa ha rappresentato per voi? E che effetto vi ha fatto rincontrare, in qualità di coach, la Bertè, la Pravo, e Leali che avete battuto nel 1997 al Festival?

Immancabilmente scatta la risata… Fabio aggiunge: adesso vi diciamo le cose come stanno!! e poi ne riparleremo (ovviamente sono ironici).

Da parte di Loredana Bertè è stata una sorpresa per noi, perché a parte alla prima puntata che era partita la solita polemica poi invece ci ha ascoltati e all’ultima puntata ci ha dato addirittura nove, il voto più alto.

Interviene Alessandra e infatti aggiunge, la Bertè ci ha voluto ascoltare e invece altri magari no, infatti quando ci hanno detto che il nostro inedito Ora era un tipico brano da Musical siamo rimasti allibiti. Volevano sistemarci in qualsiasi situazione, o nel musical o nei Matia Bazar.

Voi siete l’esempio di chi è riuscito a coniugare la voglia di fare musica e nel contempo essere una famiglia. Due figlie Aurora e Angelica. Quanto di loro, di voi, c’è nella vostra musica?

Praticamente tutto… for ever…loro sono la nostra estensione. L’estensione umana di noi stessi, dei nostri pensieri, di quello che noi scriviamo, di quello che noi cantiamo. Ma penso che questo sia un discorso relativo a tutti i genitori, quindi non stiamo inventando niente di nuovo.

Ma loro vivono quello che noi realizziamo, quello che è stato e sarà il nostro percorso.

Naturalmente c’è molto di loro nelle nostre canzoni. Ad esempio il brano Ora, giù uscito è anche molto familiare, c’è molto delle nostre vite.

Il rapporto con Michele Zarrillo

Ha dichiarato Michele Zarrillo, vostro Coach di Ora o Mai Più: “Dei Jalisse si è sempre parlato molto e ascoltato poco”. Cosa vi sentite di aggiungere? E che insegnamenti vi ha trasmesso Zarrillo, non solo a livello artistico ma anche umano?

E’ Alessandra a rispondere e dice: Penso che quello che ha detto Michele sia reale. Si è parlato moltissimo di noi ma la gente o gli addetti ai lavori non hanno fatto mai lo sforzo di quello che fosse il nostro lavoro, il nostro prodotto. Di cosa abbiamo fatto in tutti questi anni e di roba ne abbiamo fatta tanta.

E niente ci piacerebbe che la gente capisse qual è la vera storia dei Jalisse dal 1997 ad ora. Che andasse a guardare sui portali, su Wikipedia su You Tube le tantissime cose che ci riguardano:

  • I progetti con le scuole
  • I progetti con la Montalcini
  • I progetti con il carcere di San Vittore
  • La fondazione Mike Bongiorno

Insomma c’è un bel pò di roba che abbiam fatto e che nessuno si è mai preso la briga di verificare e capire.

Emozioni e Brividi

Fabio Ricci aggiunge – la cosa bella che abbiamo scoperto è l’affetto immenso dei fan. Ci arrivano messaggi bellissimi da Instagram, da Facebook e ci dicono tutti CI FATE VENIRE I BRIVIDI.

Non c’è un solo commento negativo e in tutti i messaggi c’è sempre il ripetersi di questa parola BRIVIDI… e questo è spettacolare perché non ce lo aspettavamo assolutamente.

Perché sembra il giorno dopo Sanremo, allora non c’era il web ma ora siamo invasi: quindi ritrovare questi messaggi in questo modo è veramente fantastico. Non è il solito messaggio, bella la canzone punto.

C’è gente che ci manda dei video messaggi piangendo, dei collage, della foto e che ci ringraziano per i Brividi di questo Brano assolutamente fantastico!

Ci parlano del Pezzo, si ritrovano nel pezzo, nelle parole del pezzo e tutto questo è meraviglioso.

ORA: nuovo inedito, un sound inconfondibile per un racconto originale

Il vostro inedito, “Ora” ha un testo che racconta il riscatto, il cambiamento, la caparbietà di ogni persona che difende i propri ideali e i propri valori. Riportiamo i passaggi più importanti: “Ora che il tempo ha asciugato le brutte giornate, che ho aperto i lucchetti alle mie barricate e il più cinico uomo si è perso per strada, pensando che amare non fosse di moda, giocando d’attacco a difesa di donna ho saputo sorridere e la voglia di vivere ha fatto bambina anche me”.

E’ semplicemente meraviglioso, un boato che arriva al cuore! Ma avranno il coraggio di criticare anche questo brano e di non passarlo in radio?

Beh guarda… tra l’altro – dice Alessandra – nei vari messaggi che ci arrivano ci sono soprattutto ragazzi giovani, ragazzi del liceo che ci scrivono e ci fanno i complimenti.

Per prendere questa fascia di età non è semplice, soprattutto per noi che comunque potremmo essere i loro genitori.

(Chiedo se mi canta un po’ dell’inciso…e vai!!… Ecco perché poi la disponibilità e la semplicità delle persone fa la differenza).

Ma poi, la sai qual è la cosa bella- continua Alessandra- che quei bambini del 1997 che avevano 3 o 4 anni, adesso ci scrivano da adulti, universitari o comunque già con un lavoro e ci dicono: “Ma lo sai che, quando ero piccola e voi avete vinto Sanremo, una sera ho fatto mettere 30 volte Fiumi di Parole a mio papà?”.

Oggi come oggi ci riscrivono da adulti e questo ci riempie di gioia, forse ci ripaga di tutte quelle cattiverie che abbiamo ricevuto in passato.

Insomma delle cose bellissime e anche i fans di altri artisti ci scrivono e ci fanno i complimenti. Uno addirittura mi ha detto…ma dove eravate finiti!? Siete un tesoro e insomma cose straordinarie che non ci saremmo mai aspettati.

I complimenti degli altri colleghi artisti e degli addetti ai lavori

Poi anche Carlo Marrale (autore del brano Ti Sento, dei Matia Mazar) e Giampiero Artegiani (cantautore, paroliere e produttore discografico)- aggiunge Fabio – ci hanno fatto i complimenti per l’interpretazione di Alessandra a Ora o Mai più.

Addirittura Carlo Marrale il giorno dopo l’esibizione di Alessandra ci ha detto che sembravamo un gruppo rock inglese e quindi siamo felici di come è andata questa esperienza.

L’intervista si conclude e li ringrazio per il tempo che hanno dedicato a Super Guida Tv: è fuor di dubbio che i Jalisse oltre ad essere un duo musicale siano delle persone per bene. E Fabio aggiunge

Noi abbiamo sempre detto di essere persone tra le persone e non abbiamo niente di diverso da altri. E ce ne sono tanti come noi, magari un po’ nascosti o perché vengono nascosti o si trovano in difficoltà e non trovano spazi.

Ma non siamo merce rara, esistono degli artisti come noi, che hanno voglia di cambiare l’ordine delle cose, perché la meritocrazia va difesa. Noi dobbiamo difenderci…

Noi siamo capaci di fare delle cose, poi se c’è una canzone che non piace è un altro discorso però non devo essere contestato prima ancora di ascoltare, presentare il mio prodotto, il mio lavoro…

E come tempo fa che ci dicevano delle cose e noi rispondevamo… “ma scusa tu, hai sentito, hai visto cosa abbiamo fatto? Perché prendi sempre come luogo comune i Jalisse e Fiumi di Parole? E il fatto che siamo spariti? Noi non siamo spariti, perché all’estero funzioniamo parecchio…anche recentemente siamo stati in Olanda dove tra l’altro abbiamo girato il video di Ora, per la regia di Marko Carbone.

Le persone che ci seguono e che ci apprezzano sanno cosa facciamo…gli altri danno solo fiato alla bocca. La cosa bella sarebbe che si informassero su cosa hanno fatto veramente i Jalisse.

Forse oggi siamo più maturi, più saggi ma noi siamo sempre noi stessi forti della nostra musica e della nostra identità musicale e personale.

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