“Tu si que vales”, intervista esclusiva al vincitore Andrea Paris: “Il giudizio di Teo Mammuccari mi metteva in ansia. Ricevere i suoi complimenti è stata una bella soddisfazione”

Andrea Paris

Aveva conquistato la medaglia d’argento a “Italia’s got talent” classificandosi al secondo posto. Andrea Paris, però, non si è accontentato e complice lo stop forzato di quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria ha deciso di riprovarci. E ha fatto bene visti i risultati. Andrea ha infatti trionfato nella finale dello show “Tu si que vales” dedicando la vittoria a Veronica Franco, la concorrente diciannovenne scomparsa lo scorso ottobre a causa della leucemia. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, Andrea ci ha parlato della sua esperienza all’interno del programma confessando di aver temuto il giudizio di Teo Mammuccari. A proposito poi del polverone sollevato da “Striscia la notizia” ci tiene a chiarire che il gioco è venuto: “Anche in teatro ho fatto quel gioco e su 200 persone, 4 che stonano le trovi”, ha dichiarato. Andrea ha scoperto la magia all’età di sei anni quando da bambino aveva partecipato ad uno spettacolo teatrale. L’applauso degli astanti gli aveva fatto capire quale doveva essere la strada da percorrere. Non ha mai avuto un piano B perché “dei calcoli preferisco farne a meno”, ci ha rivelato con un sorriso. Nela vita le cose non gli sono andate sempre bene. Parla di un imprevisto quando nel 2009 a 29 anni ha toccato con mano la morte. Sul fronte professionale, Andrea ci rivela il suo piano. “Mi piacerebbe fare l’incursore in programmi televisivi come il Festival di Sanremo o anche nei programmi di Paolo Bonolis”. Sui reality non ci mette una pietra sopra, anzi. “Faccio un pensierino per quanto riguarda Masterchef perché mi piace cucinare”. Chissà ai fornelli quale trucco potrebbe inventarsi. Voi non sareste curiosi?

Intervista esclusiva al vincitore Andrea Paris, vincitore di Tu Si Que Vales 2020

Andrea, da “Italia’s got talent” a “Tu si que vales”. Cosa ti ha spinto a partecipare?

Secondo me la televisione in questo momento di stop era l’unico modo per esprimersi e siccome durante il lockdown avevo ideato un gioco ho voluto provarci e ho colto al volo l’occasione. Quando poi mi sono presentato alle audizioni il mio numero è piaciuto a tutti e dopo aver superato la semifinale sono arrivato in finale. Il mio obiettivo non era vincere ma farmi conoscere ancora di più al pubblico. “Tu si que vales” ha fatto proprio al mio caso. Ho partecipato con la massima tranquillità mettendomi in gioco. 

Rispetto ad un anno fa quando hai partecipato a “Italia’s got talent” cosa è cambiato in te? 

Mi sono sentito molto più sicuro perché nel frattempo avevo avuto anche altre esperienze televisive. Ho acquisito maggiore padronanza a livello di tempi televisivi che sono diversi rispetto a quelli teatrali. Ho sentito anche le polemiche che sono state sollevate in questi giorni da Striscia la Notizia ma in realtà voglio chiarire che il gioco è venuto. Anche in teatro ho fatto quel gioco e su 200 persone, 4 che stonano le trovi. A me piace giocare sull’improvvisazione e sull’estemporaneità. 

Una vittoria inaspettata la tua. Cos’ha fatto la differenza secondo te? Sei riuscito a goderti lo show della finale?

La vittoria è stata inaspettata anche per me perché io puntavo a fare tre belle esibizioni. Penso che la gente abbia apprezzato la mia leggerezza. Certo, penso che anche la polemica sul fatto di essere italiano abbia inciso. L’Italia è la culla dell’arte e semmai sono gli altri a prendere ispirazione da noi. 

Quale dei giudici hai temuto di più?

Ho temuto di più Teo Mammuccari perché in tutte queste edizioni ha sempre attaccato i maghi. Teo ha dimostrato però di essere un conoscitore del “mondo magico” e quindi si è sentito autorizzato ad andare oltre, esagerando anche un po’. Pensa che non volevo partecipare proprio perché dopo che era andata bene a “Italia’s got talent” avevo paura che Teo mi smontasse. Mi sono fatto dei problemi. Poi però mi sono fatto coraggio e mi sono buttato. E devo dire che Teo mi ha sbalordito perché paradossalmente ha elogiato tantissimo le mie esibizioni capendo fino in fondo il mio modo di fare prestigiazione. Per me è stata una grande soddisfazione. 

Maria De Filippi è sempre stata una perfetta talent scout. Dopo questa esperienza, ti ha dato qualche consiglio?

In realtà non ho avuto rapporti con nessun giudice. Io non li ho mai visti dietro le quinte né durante le prove. Ho avuto interazione con i giudici solo durante le esibizioni in puntata. 

Una vittoria che hai voluto dedicare a Veronica Franco.

Faccio clownterapia da quando ho 17 anni e quello che è successo a Veronica purtroppo l’ho visto succedere troppe volte. Sono entrato a “Tu si que vales” ad ottobre proprio quando Veronica è venuta a mancare. Quando ho letto la notizia della sua scomparsa sono rimasto scioccato. Io sarei potuto andare in finale con lei avendo partecipato entrambi alla stessa edizione e Veronica avrebbe potuto vincere perché il pubblico a parte la sua voce avrebbe votato il suo coraggio nell’affrontare la malattia. Per me era scontato dedicare a lei la vittoria. Tutti ora mi dicono “che bel gesto” ma penso che chiunque al posto mio si sarebbe comportato allo stesso modo. 

Avrai sicuramente ricevuto tantissimi messaggi. Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto?

Il messaggio della mia compagna mi ha spiazzato ed è stato il più bello che ho ricevuto. Dopo la vittoria, ho fatto le interviste e ho chiamato subito a casa. La mia compagna, dopo l’iniziale esultanza, mi dice: “amore ascolta passa a Porta de Roma e mi prendi due sgabelli?”. Le sue parole mi hanno fatto respirare l’aria della normalità e mi hanno scaldato il cuore. 

Una parte del montepremi sarà destinata alla ricerca e ad un’associazione di beneficenza. Come impiegherai l’altra parte del montepremi? Ci hai già pensato?

Una parte la impiegherò per la mia famiglia e il resto lo impiegherò per me stesso investendo nelle mie capacità. Questo per me è un punto di partenza e quando tornerò a fare gli spettacoli voglio rinnovarmi anche con altri giochi e altri trucchi. 

Che rapporto hai con la popolarità? Ti spaventa?

La popolarità non mi spaventa. Il personaggio esiste perché porto me stesso sul palco e sia le critiche che i complimenti fanno parte di quella realtà. Con “Tu si que vales” ho fatto un bel salto. Mi prendo quindi sia i complimenti che gli insulti. Anche questi mi danno soddisfazione perché anche chi vince Sanremo può essere bersagliato dalla critiche. 

Quando hai capito di avere un talento nella magia?

Avevo sei anni e in uno spettacolo teatrale interpretavo un vecchietto. Dopo aver pronunciato la mia battuta ci fu un applauso. Da lì ho capito che volevo fare questo. Mi piace intrattenere e tenere banco che si tratti di una cena o di uno spettacolo. Il mio dono è far sorridere e regalare leggerezza. 

Immagino però che all’inizio non sia stato facile. Hai mai pensato ad un piano B o eri sicuro di farcela?

Sono sempre andato avanti per la mia strada anche perché la vita è una. Mi sono successe tante cose brutte. Pensa che nel 2009 stavo per morire all’età di 29 anni. Ho sempre cercato di far stare bene me stesso e le persone che ho accanto. Non mi sono mai messo a fare calcoli perché tanto quando programmi qualcosa c’è il rischio che salti. 

Oggi in tv il modello del mago è cambiato, regge solo il mago-comico. Come te lo spieghi?

La gente ha bisogno di sorridere. Ci sono ancora i maghi vecchio stampo ma ci sono anche i maghi simpatici di cui faccio parte anche io. Io entro in scena e scherzo con il pubblico. Ho vinto “Tu si que vales” proprio per questo.  

Se ti proponessero la partecipazione ad un reality accetteresti?

Assolutamente no. Dipende ovviamente da quale reality mi venisse proposto. Farei un pensierino per “Masterchef” perché mi piace cucinare e per un programma di magia. Non potrei mai stare chiuso dentro una casa con le telecamere puntate addosso 24h su 24. 

In quale altra sfida ti piacerebbe cimentarti? Ora cosa vorresti fare in tv?

Mi piacerebbe fare l’incursore in un programma come il Festival di Sanremo, quelli di Paolo Bonolis o a Striscia la notizia. 

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