“Il metodo Fenoglio”, intervista a Giulia Bevilacqua: “Non ho vissuto la maternità come un’urgenza. Per le donne non è un destino obbligato”

Giulia Bevilacqua

Gli ingredienti per un altro successo Rai ci sono tutti. “Il metodo Fenoglio” è una delle serie più attese dai telespettatori. La fiction che doveva andare in onda a maggio è stata slittata alla nuova stagione. Coprodotta da Rai Fiction e Clemart, la stessa casa di produzione de I bastardi di Pizzofalcone e Il commissario Ricciardi, questa nuova serie è tratta dai romanzi della serie de Il maresciallo Fenoglio di Gianrico Carofiglio. Nel cast della serie, oltre ad Alessio Boni, troviamo anche Giulia Bevilacqua che veste i panni di Serena, compagna del maresciallo Fenoglio. Dopo aver vinto la cattedra ed essere diventata un’insegnante di ruolo, Serena vuole realizzarsi anche nella sfera personale. Vuole infatti diventare madre ma i dubbi di Fenoglio al riguardo sembrano essere tanti.

Intervista a Giulia Bevilacqua

Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Giulia Bevilacqua. In merito al suo personaggio, ci ha raccontato: “Serena mi somiglia abbastanza. E’ una donna indipendente, molto empatica, capace di smussare gli spigoli del suo compagno che invece è una persona più rigida. Nell’arco narrativo della serie, la coppia si ritrova a vivere un momento difficile. Dopo tanti anni insieme, Serena sente l’urgenza di diventare madre. Un desiderio che si scontra con quello di Fenoglio, più concentrato sulla carriera. Insieme però riusciranno a superare anche questo ostacolo”.

All’attrice abbiamo chiesto se anche lei abbia avvertito la maternità come un’urgenza. Lei risponde: “Ho avuto la mia prima figlia a 40 anni. Mi sono dedicata molto al mio lavoro, alla mia passione e mi sentivo appagata e soddisfatta. Quando ho incontrato mio marito è venuto naturale pensare di costruire una famiglia insieme. Ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti subito e comprendo la frustrazione di chi fa dei tentativi senza riuscire. Poi siamo stati fortunati perché dopo due anni che stavamo insieme siamo riusciti a coronare il sogno di diventare genitori. Dopo un anno e mezzo è nato poi anche Edoardo. Non me ne sono fatta mai un cruccio però. Viviamo in una società in cui quando sei fidanzato ti chiedono quando ti sposerai e quando sei sposato ti chiedono quando avrai un figlio. Noi donne ci siamo stufate di queste domande perché si può essere appagate anche senza un figlio”.

I fatti di cronaca recenti ci impongono di chiederle da madre se abbia delle preoccupazioni. La Bevilacqua confida: “Sono molto più preoccupata di educare mio figlio maschio. Il numero dei femminicidi è in aumento, lo Stato e la scuola devono fare la loro parte così come le famiglie. Deve essere inserita nelle scuole l’educazione affettiva. I ragazzi devono capire che ogni rifiuto si può superare e che la libertà è sacrosanta”.

La serie è ambientata negli anni degli attentati a Falcone e Borsellino e dell’incendio al Teatro Petruzzelli di Bari. Rispetto a quegli anni, la situazione sembra essere cambiata: “In quegli anni c’è stato un exploit di casi di mafia. Oggi sono stati fatti dei passi avanti anche se la mafia esiste ancora così come la criminalità organizzata”.

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