Da quanto tempo manca un cinema d’avventura degno di tal nome? E se anche le icone deludono, basti pensare al flop di Indiana Jones e il quadrante del destino (2023), ultima avventura di una leggenda per eccellenza arrivata fuori tempo massimo, gli appassionati del genere hanno poche opportunità per dormire sonni tranquilli. Si sperava perciò che l’approccio di un regista come Guy Ritchie, da sempre famoso per il suo cinema goliardico e senza compromessi, potesse restituire vitalità al filone, ma Fountain of Youth – L’eterna giovinezza non ha avuto abbastanza coraggio per potersi imporre come nuovo cult a tema.
Esclusiva del catalogo di AppleTv+, il film può contare su un cast di prima grandezza e sulla carta eterogeneo al punto giusto. John Krasinski veste i panni del furbo avventuriero per eccellenza, con Natalie Portman a interpretarne la apparentemente restia sorella e la femme fatale di Eiza González quale terza incomoda, con nomi di lusso come Domhnall Gleeson e Stanley Tucci in ruoli più o meno chiave di supporto. Tutto azzeccato sulla carta, ma allora cos’è andato storto?
Fountain of Youth: tra la vita e la morte
Luke Purdue è un cacciatore di tesori che gira il mondo in cerca di reperti antichissimi e coinvolge sua sorella Charlotte, curatrice di un museo alle prese con un divorzio turbolento e la conseguente causa per la custodia del figlioletto, in una missione per trovare la mitica fontana magica del titolo.
A finanziare la pericolosa missione vi è Owen Carver, un miliardario in fase terminale per un cancro al fegato e in cerca di una possibilità di sopravvivenza. Ma quella fantastica panacea di tutti i mali fa gola a tanti e tra questi vi sono la bella Esme, che lavora per una rete segreta di assassini votata a proteggere i segreti della fontana, e l’ispettore Abbas dell’Interpol. Sarà l’inizio di un’incredibile avventura in giro per il mondo, durante il quale i Purdue scopriranno di non potersi fidare di nessuno.
Tutto già visto e rivisto
Fin da quel prologo che ci porta a scoprire il personaggio di Luke, in fuga a bordo di ben due motocicli per le strade e i mercati di Bangkok, l’impressione è quella di voler premere l’acceleratore sull’improvvisazione, catapultando i protagonisti e con essi il pubblico in situazioni rocambolesche e improbabili, dalle quali uscire con una notevole dose di fortuna. Ed è proprio il destino benevolo che li salva in diverse occasioni, tra situazioni di stallo e trappole secolari alle quali scampare, come d’ordinanza, all’ultimo secondo.
Proprio in queste dinamiche classiche, ricalcate all’eccesso, Fountain of Youth – L’eterna giovinezza si perde in un esasperato corollario di luoghi comuni, con le due ore di visione pronte ad accompagnarci un po’ ovunque, con la mezzora finale e definitivo “momento della verità” che trova soddisfazione in una location quanto mai abusata dalle produzioni sull’argomento come l’Egitto, con le celeberrime piramide di Giza e i loro più reconditi anfratti a nascondere sogni e speranze di vita eterna, oltre naturalmente a pericoli mortali.
Ma se gli enigmi più complicati vengono risolti da un bambino e la presenza delle varie figure secondarie sembra lì esclusivamente per trarre in salvo quelle principali da momenti di impaccio, la sceneggiatura finisce per perdere mordente, sostituendo la magia del viaggio – che pur sostenuto dai dialoghi dovrebbe essere una sorta di “premio” – con una stanca rivisitazione di cliché. Tradimenti e colpi di scena telefonati caratterizzano così una pellicola non del tutto disprezzabile, ma talmente impersonale che si guarda e si dimentica in fretta.
Conclusioni finali
Un’improbabile accozzaglia, tra Indiana Jones e i romanzi di Dan Brown, che vorrebbe richiamare ad un cinema avventuroso che fu, senza mai (ri)trovarne lo smalto. Un Guy Ritchie col pilota automatico firma un film fracassone, a tratti divertente ma nel complesso fine a se stesso, che riesce a sprecare un cast delle grandi occasioni capitanato da John Krasinski e Natalie Portman.
Con una confezione anonima che ci accompagna in un viaggio in giro per il globo terracqueo alla ricerca della leggendaria panacea del titolo, Fountain of Youth – L’eterna giovinezza si perde in quel mistero ben più prevedibile del previsto, con il destino che sorride sempre e comunque ai protagonisti. Un cinema commerciale senz’anima, potenzialmente potabile per una serata senza troppo pretese,ma privo di sostanza e originalità.