Emily Pellegrini: a noi spaventa la non esistenza di Emily, ma dovremmo preoccuparci di più della nostra inesistenza per gli altri

Emily Pellegrini modella creata dall'intelligenza artificiale

Questa bellissima ragazza si chiama Emily Pellegrini ed è un’influencer che guadagna circa 10mila euro a settimana. Segni particolari? non esiste. Sì, questa super modella è frutto dell’intelligenza artificiale e forse vorremmo non crederci. Su di lei gli occhi del web, di vip, calciatori, miliardari che le scrivono per offrirle incontri e cene lussuose. Eppure dall’altra parte non c’è nessuna Emily, ma una persona che voleva solo fare un esperimento sociale.

Com’è nata Emily Pellegrini

La sua creatrice ha infatti chiesto all’IA di generare la ragazza dei sogni dell’uomo medio ed ecco che è nata Emily. Un successo clamoroso che ha fatto muovere anche famosi brand interessati a sponsorizzare la modella. Sul suo profilo ci sono foto di ogni genere e persino video super realistici in cui l’influencer svela la sua personalità, aiutata dal suo fisico che ovviamente non ha problemi a mettere in mostra.

Tutto ciò può essere affascinante, certo, ma pone una serie di domande devastanti: qual è il confine tra il reale e il virtuale? Quanto è grande il nostro bisogno di cercare la felicità nell’astrazione che finge di concretizzarsi? Sono questioni che ci poniamo da tempo, da prima ancora che esistessero l’intelligenza artificiale e la tecnologia.

Già gli artisti ricercavano la bellezza e la perfezione nelle opere che immaginavano basandosi su standard che compiacessero il pubblico del tempo. Pare che lo stesso Michelangelo abbia urlato “Perché non parli?” al suo Mosè, dopo averlo scolpito così perfetto. Collodi aveva risolto la questione animando il burattino Pinocchio dopo che Geppetto lo aveva intagliato sognando un figlio. Però nessuno scambierebbe una statua o un burattino per una persona vera. Con Emily invece sì.

Eppure vogliamo credere comunque che lei esista, continuiamo a seguirla nonostante sia una montatura, una sorta di truffa nella quale noi vogliamo cascare con tutte le scarpe e con tutti i like, vogliamo credere che una bellezza così perfetta, come sintesi esatta dei nostri sogni più o meno reconditi, esista davvero.

Allora la vera domanda è: cosa davvero non è reale? Emily è come altri milioni di profili di ragazze bellissime che seguiamo e che non incontreremo mai, la cui esistenza non ci tange finché l’effetto che avrà su di noi sarà solo mero intrattenimento. I social ci hanno abituato ad avere tra le mani i volti e i corpi di persone che sogniamo, che tocchiamo, a cui diciamo che ci piacciono, a cui mandiamo cuori, ma che nella vita reale non si ricorderebbero di noi.

Semplicemente perché loro esistono per noi ma noi non esistiamo per loro. Con Emily, almeno, siamo pari. Dunque se dovessimo scoprire che anche gli influencer reali non esistono e che sono anch’essi virtuali, finti, inventati, disegnati a tavolino, a noi che differenza farebbe? Ci spaventa la non esistenza di Emily, ma dovremmo preoccuparci di più della nostra inesistenza per gli altri.

Perché se noi esseri umani esistiamo meno del frutto di un’intelligenza artificiale, il problema siamo ancora una volta noi, non la tecnologia.

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