Dune – Parte 2: eroi e dannati nell’epico secondo capitolo della saga – Recensione

Dune - Parte 2

Dopo essere sopravvissuto al massacro della sua casata orchestrato dai rivali Harkonnen con il benestare dell’Imperatore, il giovane Paul Atreides si è unito ai Fremen nelle profondità del deserto di Arrakis. Mentre impara a cavalcare i giganteschi vermi delle sabbie e ad adottare le vie di sopravvivenza del popolo nativo, il ragazzo vede crescere intorno a sé il fervore religioso che lo identifica come il Lisan al-Gaib, il messia profetizzato destinato a guidare la jihad galattica.

In Dune: Parte 2 Paul deve destreggiarsi tra l’amore per la guerriera Chani, scettica verso le profezie che considera come strumenti di controllo, e il peso di un destino che rischia di scatenare una guerra santa di proporzioni inimmaginabili. Nel frattempo, il Barone Vladimir Harkonnen affida la gestione del pianeta al folle nipote Feyd-Rautha, trasformando il conflitto in una brutale partita a scacchi dove la spezia è solo un pretesto per il dominio assoluto.

Dune: Parte 2: la sabbia e il destino – recensione

Chi conosce anche solo alla lontana l’opera magna di Frank Herbert, caposaldo della letteratura fantascientifica del Novecento, sa già quale complessità tematica e visiva possa evocare questo adattamento che completa, almeno per ora, la visione di Denis Villeneuve. È un film che avanza con una potenza stordente, guidandoci nel cuore del fondamentalismo religioso e delle dinamiche colonialiste, mentre i fantasmi di un futuro possibile, reali o onirici che siano, tornano a tormentare un protagonista schiacciato dal peso delle aspettative.

Se il predecessore era maggiormente introduttivo, questo secondo capitolo della saga esplora al meglio il cuore e la mente di un personaggio complesso, che trova adeguata intensità dalla prova totalizzante di Timothée Chalamet, che si cariche sulle spalle la leadership di un popolo oppresso e stanco di esserlo. Ci troviamo così davanti alla genesi di un condottiero che non risparmia niente e nessuno e trova, nell’accettazione di un potere terribile, la chiave per aprire un passaggio verso un domani, forse migliore. Il racconto trasforma l’epica spaziale in una tragedia greca su scala interplanetaria, dove non esistono vincitori morali, ma solo sopravvissuti e battaglie da vincere ad ogni costo

Anche l’occhio vuole la sua parte

Il regista canadese opta nuovamente per un ritmo marziale e dal tono solenne, accompagnandoci in un viaggio sensoriale dove la colonna sonora di Hans Zimmer e la fotografia di Greig Fraser giocano un ruolo primario. La presenza del nuovo villain Feyd-Rautha, interpretato da un irriconoscibile e terrificante Austin Butler, intensifica esponenzialmente la minaccia fisica e psicologica, con le sequenze nell’arena di Giedi Prime, girate in un bianco e nero spettrale e spaventoso, che diventano manifesto di un’estetica cruda e crudele.

Il dramma del Muad’Dib, condannato a vedere i futuri possibili in cui la sua ascesa porta alla morte di miliardi di persone, viene qui rivisitato in un’opera che è insieme blockbuster d’azione, dramma politico e riflessione filosofica di feroce urgenza. Le quasi tre ore di visione (titoli di coda inclusi) sono il miglior tributo alla grandezza di un romanzo ritenuto per anni infilmabile, capace sia di esaltare con scene di guerra di rara efficacia tecnica che di inquietare nei suoi parallelismi con la realtà di conflitti contemporanei, con la presenza scenica del già citato Chalamet e di una Zendaya sempre più divina a strappare applausi e sussulti.

Conclusioni finali

Un’opera maestosa, che eleva il più freddo predecessore ammantandolo di un maggior senso d’epica, riuscendo a coniugare il cinema all’insegna del grande spettacolo estetico con una lucida denuncia dei meccanismi del potere, che oggi giorni dominano le logiche mondiali. Con Dune: Parte 2 Denis Villeneuve affronta i temi del fanatismo e della manipolazione delle masse, mettendo al centro del racconto un ragazzo, ormai uomo, pronto a incarnare un nuovo Messia, figura tanto salvifica quanto insidiosa.

Due ore e quaranta che esasperano e fortificano il percorso di formazione di un condottiero tra due mondi, pronto a prendersi sulle spalle il destino dell’universo anche a costo di sacrificare ciò che a lui è più caro. I sontuosi effetti speciali fanno il resto, restituendo dignità e personalità alle pagine di Frank Herbert, preparando il terreno per l’annunciato capitolo conclusivo della trilogia cinematografica, previsto per il prossimo dicembre.

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