Black Bird, la recensione – no spoiler – della miniserie su AppleTV+

Black Bird

Arrivata un po’ in sordina nella metà del 2022 su AppleTV+, Black Bird è una miniserie in sei episodi sviluppata a partire dal racconto autobiografico In with the Devil: a Fallen Hero, a Serial Killer, and a Dangerous Bargain for Redemption basato sull’esperienza di James Keene, un ex trafficante di droga e collaboratore di giustizia. Black Bird è una delle molte scommesse vinte dalla piattaforma della mela, uno scontro psicologico sull’orlo del baratro più nero, una lotta di sopravvivenza fisica e metaforica nei meandri di un ignoto spesso inesprimibile.

La trama di Black Bird

Il giovane e intelligente James Keene (Taron Egerton), chiamato da tutti “Jimmy”, ha un futuro da stella del football, con borse di studio offerte da tutti i migliori college del Paese. Tuttavia sceglie di rimanere nei dintorni di Chicago per badare all’attività che ha già aperto, florida ma per niente onesta: il traffico di droga e il contrabbando. Finito in prigione in un primo momento e poi rilasciato, ci torna quando viene nuovamente arrestato per possesso illegale d’armi da fuoco. Non gli viene offerta nessuna condizionale, ma un’opportunità tanto proficua quanto pericolosa.

Considerata la sua sorprendente parlantina, la sua capacità di porsi e di entrare in contatto con le persone, l’FBI gli propone un pericoloso accordo: la sua sentenza di dieci anni potrebbe venire del tutto commutata se Jimmy accetta di trascorrerne una parte in uno spietato carcare dove è detenuto Lawrence “Larry” Hall (Paul Walter Hauser), un uomo sospettato di aver commeso numerosi delitti. Il compito di Jimmy è avvinargli e ottenere una completa confessione.

Black Bird, perché guardare la serie TV

Black Bird è una serie davvero molto valida. Si accosta al genere del prison movie per ambientazione e tematica di fondo, ma scava con maggiore profondità nei meandri della psiche e di quello che è il torbido della mente umana. Lo fa mettendo quasi esclusivamente al centro i suoi due protagonisti, in una caccia del gatto col topo inusuale, subdola, a tratti viscida e senza ombra di dubbio inquietante.

E molta della riuscita del progetto passa infatti dal confronto tra Jimmy e Larry, da queste due figure così distanti, portatrici entrambi di valori non sani eppure unici terminali di riferimento per tutto il tempo. Si rimane addosso all’incubo che Jimmy vive ogni giorno che passa, teso tra la necessità di sopravvivere, fisicamente, alle minacce di un ambiente ostile dove anche i secondini sono aguzzini e l’ingrato compito di estorcere una confessione a Larry. Ma la forzata vicinanza al presunto assassino, e quindi il bisogno di entrare in empatia con lui per capirne ragionamento e motivazioni, minano l’equilibrio mentale di Jimmy in un vortice di disperazione cupo e apparentemente senza uscita.

Perché non guardare Black Bird

A essere quindi grande punto di forza della miniserie sono le performance dei due interpreti principali. Il fascino del personaggio di Taron Egerton, la sua sicurezza e spavalderia contrasta con grande efficacia lo squallido del contesto in cui è calato e in cui si ritrova, per la prima volta in vita sua, davvero in gabbia. Ma è la prestazione meschina di Paul Walter Hauser a infondere i brividi nello spettatore, trascinato nell’oscurità dalla visione che l’attore ha del suo ruolo e per il quale ha ottenuto anche un premio ai Golden Globe.

Black Bird è una serie che merita di essere guardata e assorbita. E’ un viaggio a stretto contatto con un compagno di viaggio indecifrabile lungo le rive di un fiume nero e profondo. Un’opera che per molti versi ricorda le atmosfere di Mindhunter, della sua indagine dell’abisso criminale e dei suoi risvolti non sempre del tutto logici, comprensibili. Se ne avete modo, addentratevi in questo tunnel.

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