Big Little Lies: recensione della serie thriller con Nicole Kidman

Big Little Lies

Big Little Lies è stata un successo tale che, partendo come miniserie, è arrivata addirittura alla seconda stagione. Il prodotto HBO è basato sul romanzo Piccole grandi bugie di Liane Moriarty, preso in mano per la tv dal creatore David E. Kelley, il quale avrebbe continuato da lì la sua collaborazione con l’attrice Nicole Kidman con le successive serie televisive The Undoing – Le verità non dette e Nine Perfect Strangers. Oltre all’attrice premio Oscar per The Hours, a comporre il cast dello show americano compaiono Reese Witherspoon, Shailene Woodley, Zoë Kravitz e Laura Dern. Alle quali si è andata ad aggiungere proprio con la seconda stagione una stella come Meryl Streep.

La trama di Big Little Lies

La serie inquadra la vita di un gruppo di madri nella cittadina di Monterey, le cui vite all’esterno sembrano rasentare la perfezione, ma che dietro la loro facciata luccicante nascondono un mare di menzogne, dolore e silenzi da dover mascherare col rumore di una vita pubblica sempre piena e dedita a eventi mondani. Esistenze che hanno una piega tutt’altro che piacevole nelle quattro mura della loro casa. Celeste viene infatti abusata dal marito, Jane è una ragazza madre con un trauma alle spalle da dover superare e Madeline deve scendere a patti con la nuova vita del suo ex marito e la sua compagna Bonnie. Problematiche che troveranno tutte il loro sfogo in un colpo di scena finale, verso cui ci conduce gradualmente la prima stagione.

Perché guardare Big Little Lies

Basterebbe solamente dare un’occhiata al cast sorprendente che Big Little Lies offre per lasciarsi convincere a guardarla. Prendendo alcune delle personalità più differenti del mondo dello spettacolo e unendole insieme per dare la giusta scintilla con cui partire, immettendosi da subito negli intrighi della serie. Non è un caso, infatti, che al momento della sua uscita, conquistò ben cinque Emmy e quattro Golden Globe, dove la maggioranza dei premi è stata conferita agli interpreti.

Big Little Lies è infatti un’ottima prova per i suoi attori e per la direzione del regista Jean-Marc Vallée, che concentrandosi con la propria camera sui personaggi riesce a tirarne ancora di più fuori i caratteri e le particolarità di ognuno di loro. Un connubio di scrittura e regia che ha fatto il successo della serie, la quale ritrae tanto la profondità del femminile, quanto un esempio sulla distanza che può porsi tra ciò che costituisce l’apparenza e la realtà. Di quanto l’alta borghesia possa essere infinitamente povera d’animo, e come solo una vera sorellanza può aiutare le donne, chiuse nei loro stessi stereotipi, a tirarsene fuori.

Un racconto che parte dalla particolarità delle sue protagoniste per ampliarsi con un senso di mistero che aleggia per l’intera serie e che trova la sua esposizione nelle rivelazioni che attendono di volta in volta lo spettatore. Una serie di bugie taciute, sicuramente piccole, ma profondamente letali.

Perché non guardare Big Little Lies

Lavorando molto di clima e di atmosfera, Big Little Lies non ha in sé un ritmo che sia sincopato o frenetico, bensì si prende largamente i propri tempi per permettersi di raccontare al meglio l’interiorità delle sue protagoniste.

Quella da cui la collettività rimane spesso esclusa, cosa che non può sussistere per il pubblico, che deve invece entrare nelle nefandezze e i misteri di ognuna di quelle famiglie. Per questo l’andamento della serie può risultare per qualche spettatore troppo dilatato, poco incisivo, portando perciò avanti con difficoltà la visione degli episodi.

Una serie che ha dei tratti thriller, ma rimane comunque fedele alla propria natura e al voler indagare prima di tutto sul privato dei personaggi, lasciando che i segreti fuoriescano con i propri tempi dalla struttura della narrazione.

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