Antonino Spadaccino, intervista al vincitore di Tale e Quale Show 2022: “Sanremo 2023? Ci provo da 18 anni, sarebbe anche arrivata l’ora”

Antonino Spadaccino
2022, Tale e quale

Lo abbiamo visto trionfare lo scorso venerdì durante l’ultima puntata di Tale e Quale Show 2022, e lo ritroveremo venerdì 18 novembre in gara con altri grandi protagonisti di questa e delle passate edizioni del programma condotto da Carlo Conti, in quello che viene definito il “Torneo di Tale e Quale Show”, che vede sfidarsi a suon di imitazioni i numeri uno delle diverse edizioni. Parliamo ovviamente di Antonino, artista dalla voce inconfondibile che nel 2004 conquistò il pubblico di Canale 5, trionfando al talent Amici, programma ideato e condotto da Maria De Filippi.

Dalla sua vittoria ad Amici al trionfo a Tale e Quale Show, sono trascorsi quasi 20. E pure nella carriera di Antonino, manca un tassello in particolare, quello che ogni cantante italiano sogna, e che lui sussurra a bassa voce e con una certa emozione, che più che un’emozione è una questione di rispetto verso la manifestazione italiana più importante della musica: il Festival di Sanremo. Antonino sogna quel palco, e se lui lo sogna, c’è chi come il popolo dei social e diversi addetti ai lavori, tra giornalisti ed esperti di settore, sostiene che Antonino merita senza ombra di dubbio quel palcoscenico.

Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Antonino. Con lui abbiamo parlato del sogno di Sanremo 2023, ma anche dell’esperienza a Tale e Quale Show. Insieme abbiamo ricordato i tempi ad Amici, la sua vittoria nel 2004, con quella voce nuova e inconfondibile che conquistò il pubblico di Canale 5, incoronandolo vincitore. Non solo musica e lavoro, ma anche molto privato, come l’amore per i genitori e la scelta di fare coming out, una scelta fatta anche per dare voce a tante persone che ogni giorno combattono contro il pregiudizio e le difficoltà di riuscire ad essere se stessi.

Antonino: l’intervista esclusiva

Antonino, vincitore di Tale e Quale Show, cosa hai provato subito dopo la vittoria?

«Una grande soddisfazione e un soprattutto un grande orgoglio perchè in sala c’erano i miei genitori quella sera. L’incipit della mia partecipazione è stato proprio questo: come tutti sanno mia madre ha avuto e ha ancora dei problemi con l’Alzheimer, in un momento di lucidità mi ha detto: “devi fare cose folli per farmele ricordare”. I miei genitori sono entrambi fan di Tale e Quale Show, quindi mi sono detto: “ma quale cornice è più ideale? È perfetta!”. Infatti di cose folli ne abbiamo fatte tante».

Quale personaggio che hai interpretato è rimasto più impresso ai tuoi genitori?

«Io penso tutti, anche perchè è un percorso talmente immersivo che ogni settimana c’era una quota di Antonino in ogni personaggio. Ogni settimana ho toccato dei “mostri” sacri che generalmente non vengono sfiorati nemmeno con un’interpretazione, quindi figuriamoci con un’imitazione. Quindi sono momenti più unici che rari. Sono sicuro che tutti gli saranno piaciuti».

La prima cosa che i tuoi genitori ti hanno detto dopo la vittoria?

«Che è stata una gioia immensa. Grande signore di casa è stato Carlo Conti. Ovviamente la più grande emozione per mia madre, è stata lui che è andato a salutarla. Ho rivisto la puntata dopo qualche giorno, e si vede mia madre che dice “Grazie Carlo”. Per me è molto  importante questo».

Hai vissuto la partecipazione al programma come un nuovo punto di partenza, oppure come esperienza televisiva? 

«Tale e Quale Show è un corridoio luminoso, un’esperienza teatrale con una preparazione dietro enorme. La mia partecipazione è il frutto di un corteggiamento lungo dieci anni. La prima volta che Carlo mi ha cercato è stata nel 2012, solo che una volta avevo l’uscita del disco, poi Amici Big, poi un altro disco con l’Universal. Io mi sono sempre informato sul programma per capire che studio c’è dietro. Vengo dalla scuola di Amici, immaginavo che ci fosse un lavoro di sette giorni su sette tipo accademia. Dopo quello che è successo con mamma ho deciso di farlo. Con Carlo ci siamo cercati a vicenda. Non faccio una cosa se non mi sento a mio agio. È un contenitore diverso da quello che è la mia carriera. Solitamente faccio le cose se ho la certezza che posso brillare».

C’era qualcuno che temevi tra gli altri concorrenti?

«No, siamo undici artisti totalmente diversi, ed è proprio questa diversità che ci ha portato ad ottenere ascolti altissimi. Va dato atto a tutto il team. Il cast era molto variegato».

Cristiano Malgioglio si è speso molto per te, ha fatto anche un appello ad Amadeus per Sanremo 2023. Doveva scrivere un testo per te: lo ha scritto? È stato presentato?

«La cosa più entusiasmante è che Cristiano ha avuto il coraggio di dare voce al popolo italiano. Il popolo del web era in una sorta di rivolta e si domanda: “perchè Antonino non ha il posto che merita nella discografia italiana?”. Questo può avvenire anche ad un eventuale Sanremo. A me ha fatto molto piacere che lui da artista ha riconosciuto quest’aria per dire “teniamolo da parte”, nonostante i dischi che io ho fatto con l’Universal e con la Sony. Per Sanremo, ti dico che io ho un disco pronto, tra i vari brani c’è anche quello scritto da Malgioglio. Io presenterò ad Amadeus tutto il progetto. Credo che quando ti presenti a Sanremo, devi anche presentare tutto il progetto che hai. Sarà poi la commissione che sceglierà quale portare su quel palco, se dovesse esserci qualcosa. Qualora non dovessi essere nella lista dei big in gara, pochi giorni dopo presenterò il brano che ho presentato. L’amore che c’è stato nei miei confronti è stato enorme, e lo presenterò anche per far vedere cosa non è stato preso, la gente deve sapere che cosa è stato proposto».

Da ascoltatore, come descriveresti il disco?

«Ci stiamo portando avanti. Allora ti dico una cosa: alla gente manca la musica italiana, in giro c’è troppa lamentela, siamo il paese del bel canto, siamo riconosciuti così anche all’estero. Probabilmente il mio brano più famoso è ancora “Resta ancora un po’” che è una bellissima ballad cantata. Questo ti posso dire».

Anche molti giornalisti hanno appoggiato questa richiesta di Cristiano.

«Si molti giornalisti hanno sposato la richiesta di Cristiano, intorno a me c’è sempre stato questo sentimento di profonda stima e tutti parlano di “ingiustizia”, ingiustizia forse è un po’ esagerato, però rende l’idea».

Il programma di Carlo Conti è anche molto forte sui social, dove tu hai ricevuto grandi consensi da parte del pubblico della rete. Quando hai vinto Amici, nel 2004, i social non esistevano: pensi che se avessi partecipato oggi ad Amici sarebbe stato tutto diverso?

«Di sicuro il momento storico che riguarda la discografia legata alla tv, all’epoca non era pronto. Il reparto discografico non era assolutamente legato alla tv, forse non ci andava nemmeno tanto d’accordo. Io sono stato uno dei primi che usciva da un programma televisivo ad aver avuto un contratto discografico. Era un caso eccezionale. La mia finale è quella tra le più viste con 9 milioni di telespettatori. La discografia ci vedeva come piccoli esperimenti che uscivano dalla tv. Non avevamo credibilità come cantanti. Ma se ho fatto tutti i dischi che ho fatto, è anche perchè, se da una parte non c’era credibilità a livello discografico, dall’altra non esistendo i social, e avendo una copertura televisiva che poi era l’unica copertura televisiva che c’era, è per questo che sono entrato nel cuore della gente e lo sono ancora oggi».

In una precedente intervista ci avevi confidato che con Maria De Filippi è rimasto un bel rapporto: vi siete sentiti dopo la tua vittoria a Tale e Quale Show?

«Non ci siamo sentiti, però so che durante la puntata precedente di Amici mi ha fatto gli auguri per la finale. Lei è una donna super impegnata ma non dimentica mai chi è uscito dal suo programma, per me questo è importante. Amici è casa, è dove sono nato televisivamente, per me fare qualcosa in un altro programma, su un’altra rete, è come ripagare quello che mi è stato donato. Io sono nato lì 18 anni fa, e guarda cosa faccio oggi, lo faccio perchè devo ringraziarti, io da te sono partito».

Nel 2016 fai coming out dichiarando la tua omosessualità. Credi ti abbia ostacolato in qualche modo? Hai sentito il pregiudizio?

«Il pregiudizio lo vivo da sempre, ma non solo per l’omosessualità, anche per non essere rientrato negli standard delle popstar che volevano venderci nel 2005, di questo si tratta. Tanti ragazzi, ma anche persone non della mia età, che non hanno i mezzi per gestire un insulto, o anche una pressione dall’ambiente in cui sono, mi scrivono da quando ho fatto coming out. Gli artisti devono dare dei segnali. Noi artisti abbiamo una voce, e una copertura maggiore, dare dei segnali positivi, reali e onesti è importante per chi ci segue, la gente si identifica e questo è importante».

Situazione sentimentale?

«Non vado nei dettagli perchè penso debbano rimanere privati, posso dirti che sono single e sono felice. Ho fatto posto nel mio cuore».

Parliamo di lavoro e di tv: ti è stato mai proposto negli anni un reality? È un genere di programma che faresti?

«Non ci ho mai pensato. Non non giudico, non ci sono programmi di serie A e di serie B, non mi sono mai interessato, probabilmente non avrei problemi».

Visto che ad Amici si facevano più discipline quando c’eri tu, che ne diresti se ti venisse proposto di fare Ballando con le Stelle?

«Quello si, noi quando facemmo Amici studiavamo anche ballo, un programma con Milly Carlucci sarebbe bello».

Veniamo ai progetti futuri: cosa hai in cantiere adesso dopo il successo a Tale e Quale Show?

«A dicembre partiamo con un piccolo tour in anteprima. Ci sarà poi il disco. Ovviamente se ci sarà Sanremo ci muoveremo in un modo e se non ci sarà ci muoveremo in un altro».

Venerdì ci sarà il Torneo di Tale e Quale Show: chi temi?

«No, non temo nessuno, ma per un semplice motivo: io non la vivo in questo modo. Ti dirò, io ieri pomeriggio sono andato a fare le prove e ho sbagliato sala, sono entrato in quella dove c’erano I Gemelli di Guidonia, loro sono impressionanti. Io ero emozionato, altro che gara. È bello incontrare altre persone che non fanno il tuo mestiere ma lo sfiorano anche in un’altra maniera, puoi sempre imparare qualcosa, ci siamo improvvisati, visto che eravamo in quattro, sul brano dei Backstreet Boys. Io la vivo in un’altra maniera, per me non c’è la competizione».

Su twitter c’è già una mezza polemica, un utente rispondendo ad Andrea Dianetti ha scritto “Tranquillo vincerai anche se non hai la fidanzata famosa” riferendosi eventualmente a Pierpaolo Pretelli. Pretelli ha scritto “non creiamo drammi”. Cosa ne pensi? Visto che oggi i social sono una grossa fetta di pubblico, c’è chi può essere favorito o conta la bravura?

«Della polemica non mi interessa nulla, pensa che non ho neanche postato la cartolina per avere i cinque punti. Io dico che noi venerdì sera siamo in prima serata su Rai Uno, non possiamo pensare solo a divertirci? Mica possiamo stare lì con la calcolatrice per i punti».

Tornando a Sanremo: cosa significherebbe essere su quel palco?

«Io provo ad andare a Sanremo da 18 anni, lo seguo da quando ero bambino. Se Sanremo per qualcuno è diventato soltanto un passaggio promozionale, io vivo Sanremo ancora come una volta a prescindere dalla posizione in classifica. Sanremo è una consacrazione, e per un cantante italiano che fa questo mestiere da tanto tempo, sarebbe anche arrivata l’ora. Per dirla ai giorni nostri, Sanremo è la spunta blu che si ha sui social, Sanremo ti investe come cantante italiano, è un bel mantello».

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