Durante l’edizione 2025 del Giffoni, Ambra Angiolini ha dato vita a uno dei momenti più toccanti e significativi del Festival. Di fronte a una platea di giovanissimi, si è aperta al dialogo su temi delicati come la salute mentale e i disturbi del comportamento alimentare (DCA), rispondendo con empatia e autenticità alla testimonianza di diverse ragazze, invitandole a salire sul palco come Monica.
Ambra Angiolini al Giffoni 2025, la testimonianza di Monica: “In famiglia ho una persona che soffre di DCA”
Monica, visibilmente emozionata, ha preso la parola raccontando una situazione familiare difficile: una persona a lei molto cara soffre di DCA. Ha espresso il suo senso di impotenza e fallimento, tipico di chi vive accanto a chi soffre e non sa come aiutarlo:
“Per questa sofferenza, a volte ci sentiamo inutili… e quindi un fallimento, perché non sappiamo come aiutare”.
Le sue parole hanno colpito profondamente il pubblico e la stessa Ambra, che l’ha ascoltata con attenzione e ha deciso di rispondere con grande delicatezza.
La risposta di Ambra Angiolini: “Una traccia d’amore vale più di mille discorsi”
Ambra ha parlato della necessità di dare un nome alle malattie invisibili, ricordando come in passato certi disturbi non fossero nemmeno riconosciuti. Ha raccontato il suo percorso personale e spiegato che a volte essere presenti, anche senza parole, può fare la differenza:
“Tu la stai già aiutando perché lei lo sa che ci sei. E tu ricordaglielo lasciandole qualcosa di te. Una traccia d’amore serve più di un discorso che in questo momento magari lei non può capire.”
Il suo messaggio ha toccato corde profonde, sottolineando l’importanza di esserci con sensibilità, di non giudicare, e di accettare la fragilità come parte dell’esperienza umana.
Un appello ai ragazzi: “Anche piangere è da uomini”
Rivolgendosi poi ai ragazzi presenti, Ambra ha lanciato un messaggio forte contro la cultura tossica della rabbia e del machismo:
“Non cascate nella rete della rabbia. In quel momento le vostre mani non sono più vostre, il vostro cuore non è più vostro. Piuttosto, piangete. Frignate, come si dice. Anche quello è da uomini.”
Ha invitato i ragazzi a riconoscere il valore dell’empatia, a rispettare un “no”, a non lasciarsi guidare dalla frustrazione ma ad accettare la vulnerabilità come parte della crescita personale.
La vera bellezza è negli occhi e nelle emozioni
Ambra ha poi concluso il suo intervento con un pensiero profondo sulla vera bellezza:
“Non vi ricorderete se aveva le ciglia lunghe o le sopracciglia perfette. Vi ricorderete quegli occhi belli, luminosi, che piangevano. Quello che vi hanno lasciato dentro.”
Citando Frida Kahlo, Alda Merini e Wisława Szymborska, Ambra ha voluto trasmettere un concetto fondamentale: la bellezza non risiede nell’apparenza ma in ciò che una persona riesce a trasmettere e far vibrare negli altri.
Ambra, visibilmente commossa ha anche raccontato del suo rapporto con la bulimia:
“Una sera ero a cena dai miei, come al solito sono andata in bagno e appena ho alzato gli occhi ho trovato un post-it di mamma. Mi scriveva che qualsiasi cosa avessi deciso di fare in quel momento, vomitare o non vomitare, lei sarebbe stata al mio fianco. Ho capito che in quel momento qualcuno aveva fatto realmente qualcosa per me, senza giudicarmi. E che forse non ero così sbagliata, perché in fondo molti di noi, di voi, pensano di dover dimostrare alla propria famiglia o agli amici chissà cosa. E invece, il messaggio che vorrei che capiste, è che non dobbiamo piacere necessariamente a tutti. Dobbiamo imparare ad amarci”.
Poi ha invitato i presenti a scrivere delle tracce d’amore perché questo può far sentire tutti meno soli. Ambra è infatti impegnata con l’associazione Alimenta nei Dca, i centri specializzati in disturbi alimentari, dove tiene laboratori simili a quello che ha voluto regalare ai giffoner. Un incontro profondo che ha toccato le corde dell’anima.









