Alessandro Gassmann, intervista all’attore di ‘Un Professore 2’: “Dante assomiglia molto a me e ad un prof di mio figlio. I Bastardi? Spero in una nuova stagione”

Alessandro Gassmann intervista Superguidatv

Grande attesa per il ritorno di Alessandro Gassmann nella fiction di successo targata Rai, ‘Un professore 2’. L’attore, che veste i panni del docente di filosofia Dante Balestra, è pronto a tornare in classe per donare tutto se stesso ai suoi studenti. Vediamo insieme cosa ci ha raccontato sulla serie e sui suoi progetti futuri.

Intervista all’attore Alessandro Gassmann

Noi di SuperGuidaTv abbiamo video intervistato Alessandro Gassmann. Dopo il successo de ‘I Bastardi di Pizzofalcone‘, l’attore torna in prima serata su Rai 1 con ‘Un Professore 2‘. La seconda stagione andrà in onda a partire da giovedì 23 novembre alle 21.25 e in anteprima assoluta, con i primi due episodi, da martedì 14 novembre in streaming su RaiPlay.

Durante la conferenza di presentazione a Roma di ‘Un Professore 2’, abbiamo chiesto ad Alessandro Gassmann come evolverà il suo personaggio di Dante.

“Troverete lo stesso Dante che avete lasciato. In questa stagione però ci sono grandissime novità: tre nuovi allievi, un altro giovane ragazzo che avrà a che fare con la classe, il ritorno della mia ex moglie a Roma che scompaginerà un po’ quelli che sono i rapporti sentimentali di Dante Balestra. Ma rimane però questo strano professore, diverso, che porta l’insegnamento oltre i voti e cerca di coinvolgere i ragazzi divertendoli e portandoli nel mondo degli adulti che è quella che sarà la loro vita. Credo che in questo senso sia una serie importante e anche formativa”.

Che cosa ti ha insegnato il tuo personaggio?

“Dante Balestra mi ha costretto a riaprire i libri di filosofia per non fare figuracce, se non altro durante le riprese della serie, e mi ha forse aiutato a essere leggermente più paziente. Io sono famoso per essere una persona impaziente, ipercinetico, nevrotrico e invece conoscendo Dante e praticandolo ho imparato a saper anche un po’ aspettare e riflettere un po’ di più prima di fare le cose. Questo mi è stato di beneficio in qualche modo”.

Molte scuole oggi hanno intrapreso la strada dell’abolizione del voto. Secondo te meglio una scuola che educhi piuttosto che giudicare?

Io penso che una scuola debba portare i ragazzi nel mondo degli adulti, mi trovo abbastanza d’accordo. Cioè il voto può essere indicativo su come un ragazzo possa apprendere quello che gli viene insegnato ma non può essere come un qualcosa di spaventoso, che fa diventare nell’immaginario dell’alunno la scuola come qualcosa di spaventoso. Un po’ come è successo a me da ragazzo. Non so se abolire definitivamente i voti sia giusto ma la scuola deve diventare un posto di incontro tra adulti e giovani, di partecipazione. Noi genitori e gli insegnanti dobbiamo aiutare i ragazzi a diventare persone, adulti, con una base culturale più larga possibile“.

In questa seconda stagione, accanto alla parte drammatica, ci sarà anche quella comica.

“Sì, credo che il grande successo de ‘Il Professore’ sia stato proprio quello di utilizzare il mezzo e la forma della commedia per raccontare storie anche drammatiche in alcuni casi. È una commedia misurata, con dramma. Gli americani la definirebbero come dramedy, che è un termine che in italiano secondo me non esiste ma che è molto giusto. È il mezzo cinematografico e televisivo che vuole assomigliare di più alla vita di tutti i giorni”.

Alessandro Gassmann a chi ti sei ispirato per il personaggio di Dante Balestra e può esistere nella realtà?

Un Professore così di talento esiste e mio figlio ha avuto la fortuna di averlo. Era proprio un professore di filosofia che ha cambiato il suo percorso scolastico. Ho avuto la fortuna di conoscere questa persona, che ora non c’è più, quando accompagnavo mio figlio con mia moglie a scuola. Non aveva le caratteristiche di simpatia del mio personaggio ma era un professore che aveva le capacità di coinvolgere i ragazzi facendoli dimenticare di essere a scuola, semplicemente trasformando la scuola in un luogo in cui si cresce divertendosi. Quello è stato un esempio, poi la forma l’ho data io perché per molti versi, Dante assomiglia anche molto a me“.

Avete trattato nella serie diversi filosofi, qual è il suo preferito?

“Già lo era e continua a esserlo ed è Immanuel Kant che è considerato uno dei più difficili, complessi, radicali. Mi ha affascinato moltissimo tanto è che anni fa ho portato in scena uno spettacolo che si intitolava Immanuel Kant, dal testo di Thomas Bernhard che è uno autore austriaco importante. Mi affascina il fatto che questo uomo sia riuscito ad analizzare l’essenza umana, attraverso il suo filosofeggiare, non allontanandosi mai dal palazzo dove ha vissuto per tutta la vita. Questo era una dimostrazione di quanto la filosofia possa analizzare nel profondo l’essere umano e ci auguriamo a crescere, bene”.

Capitolo i Bastardi di Pizzofalcone

Lunedì 13 novembre va in onda l’ultima puntata de i Bastardi di Pizzofalcone, ci sarà una nuova stagione?

“Di questo non so nulla, dovresti chiedere alla Rai perché io sono un semplice interprete. Mi fa molto piacere che anche questa quarta serie de ‘I Bastardi di Pizzofalcone’ sia andata bene e abbia vinto tutte le serate, abbia fatto numeri importanti, in una serata difficile che è quella contro il Grande Fratello. È un altro programma ma sempre una competizione molto dura e sono molto felice che i numeri ci abbiamo dato vincenti. A me piacerebbe perché abbiamo girato 22 film, abbiamo cominciato nel 2017, sono passati sei anni e la squadra è cresciuta e i romanzi di Maurizio de Giovanni continuano a essere molto letti. Mi auguro che i Bastardi possano esistere anche dopo questa quarta serie”.

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