15 film tratti da storie vere da vedere assolutamente

A Beautiful Mind
A Beautiful Mind

La verità può far male, si sa, ma almeno al cinema gli eventi realmente accaduti hanno spesso condotto alla realizzazione di grandi film da essi tratti. Se parzialmente quanto raccontato è a forte rischio spoiler già dall’assunto di partenza, almeno per le trasposizioni su grande schermo degli episodi i più noti, è anche innegabile che stia alla mano dei grandi registi saper offrire un racconto comunque appassionante e ricco di suspense da lasciare in egual modo con il fiato sospeso lo spettatore. Per l’occasione abbiamo raccolto una quindicina di titoli (ma la lista sarebbe stata sterminata, perciò perdonateci qualche esclusione eccellente) che hanno trasposto con rispetto ai fatti e qualità filmica pagine importanti della storia, siano essi di portata globale o anche solo relativi ad una sfera più piccola e privata ma non meno interessante.

Film tratti da storie vedere consigliati e da vedere

Abbiamo selezionato 15 film che dovete vedere assolutamente. Eccovi la nostra selezione di pellicole cinematografiche da recuperare.

La corazzata Potemkin (1925)

Il grande pubblico lo conosce solo per la citazione (non compresa da molti, in quanto contenente una doppia critica) fantozziana e pensa sia uno dei film più noiosi della storia del cinema. In realtà il film muto di Sergej M. Ėjzenštejn dura soltanto poco 75 minuti ed è un vero e proprio capolavoro della Settima Arte, tale da influenzare l’intero panorama futuro. Dalle innovative scelte di montaggio alle iconiche scene madri (quella della carrozzina su tutte, citata più volte in altri classici come Gli intoccabili), La corazzata Potemkin è un’opera preziosa, da riscoprire per tutti gli aspiranti cinefili. La storia è ispirata al massacro di Odessa, uno degli eventi che portarono all’inizio della Rivoluzione russa del 1905.

Tutti gli uomini del presidente (1976)

Lo scandalo Watergate, relativo a intercettazioni illegali compiute ai danni del partito democratico da parte di agenti al servizio dei repubblicani, condusse l’allora presidente americano Nixon alle dimissioni. Questo film diretto negli anni ’70 è considerato il prototipo d’eccellenza dei thriller d’inchiesta moderni, ricco di fascino investigativo e senza paura di addentrarsi in dinamiche complesse da gettare in faccia allo spettatore. Il regista Alan J. Pakula dirige magnificamente i protagonisti Dustin Hoffman e Robert Redford, qui nei panni dei giornalisti del Washington Post che svelarono il malaffare.

Apollo 13 (1995)

L’omonima missione spaziale mise a rischio l’incolumità dei tre astronauti, aggravando ad ogni modo le loro condizioni di salute al ritorno sulla Terra. Il film di Ron Howard è un’opera su questi moderni pionieri, uomini che dovettero lottare contro le avversità del destino per far ritorno a casa sani e salvi. Ispirato ad un libro autobiografico scritto da uno dei reali protagonisti, Apollo 13 coniuga emozioni e spettacolo con una sana ed efficace retorica di genere, riuscendo ad appassionare lo spettatore fino all’avvincente finale che è un esempio di grande cinema.

Salvate il soldato Ryan (1998)

La lunga sequenze iniziale dello sbarco in Normandia è entrata nella storia del cinema: tutta la tragicità, il dramma e la violenza della guerra non era mai stata così incisiva e totalizzante su grande schermo. Steven Spielberg firma un vero e proprio capolavoro del filone bellico, dando vita ad un film dove lo spettacolo è anche il modo di rendere il giusto tributo a tutti coloro che perdettero la vita nel secondo conflitto mondiale. La storia è ispirata alla vicenda del sergente Fritz Niland, ultimo di quattro fratelli tutti impegnati in guerra.

A beautiful mind (2001)

Ancora Ron Howard alle prese con un’operazione biografica, questa volta ispirata alla vita del matematico premio Nobel John Forbes Nash jr., affetto da schizofrenia e sovente vittima di allucinazioni. Il regista riesce a costruire un ritratto credibile, tra pubblico e privato, ad emozionare a più riprese nel corso delle due ore di visione, potendo contare inoltre sulla magnifica interpretazione nei panni del protagonista di Russell Crowe, candidato all’Oscar senza successo. Il film vinse invece ben altre quattro statuette (film, regia, attrice non protagonista e sceneggiatura non originale).

Black Hawk Down (2001)

La battaglia di Mogadiscio è alla base di questo solido war-movie firmato da Ridley Scott, che firma un film tosto e adrenalinico dove il sangue scorre a fiotti e il dramma umano nella lotta per la sopravvivenza dei soldati protagonisti è una costante delle due ore di visione. Una storia ricca di tensione emotiva e che offre squarcia di febbrile azione, pur al netto di qualche sortita retorica comunque perdonabile al cospetto dell’impianto spettacolare dell’insieme, popolato da un eterogeneo cast comprendente tra gli altri Josh Hartnett, Eric Bana, Ewan McGregor, Tom Sizemore e William Fichtner.

Il pianista (2002)

Roman Polanski, polacco di nascita, ripercorre una delle pagine più tragiche vissute dal suo Paese durante la seconda guerra mondiale e per farlo trae ispirazione dal romanzo autobiografico omonimo di Władysław Szpilman, compositore e pianista suo connazionale di origine ebraica. Il grande regista trova la giusta chiave di lettura, senza eccedere nella retorica ma costruendo anzi un lirico e crudo realismo che tocca nel profondo dell’animo in più occasioni, affidandosi alla magnifica performance di Adrien Brody, mai più così bravo in carriera. Vincitore di tre premi Oscar, due per gli stessi Brody e Polanski e il terzo per la miglior sceneggiatura non originale.

Prova a prendermi (2002)

Spielberg firma un bio-pic atipico e spiazzante, resocontando in forma di commedia la vita di Frank Abagnale Jr., truffatore e falsario statunitense. Il risultato è un film brillante e frizzante, nel quale si susseguono situazioni in serie a un ritmo scatenato nel corso delle due ore e venti di visione. Il divertimento a prova di grande pubblico è garantito, grazie anche alle ottime e alchemiche performance dei protagonisti Leonardo DiCaprio e Tom Hanks (nei dell’agente FBI Carl Hanratty).

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler (2004)

Il video in cui Hitler perde la testa all’interno del bunker è diventato virale sul web, doppiato e ridoppiato per adattarlo nei più diversi contesti. Ma il film di Oliver Hirschbiegel, incentrato sugli ultimi giorni di vita del Fuhrer, è un solido dramma a sfondo bellico ricco di pagine memorabili ed esaltanti, tra gesta di sacrificio e scorribande action sobrie e ragionate. Bruno Ganz nei panni del dittatore è magistrale, il vero e proprio valore aggiunto di una visione già di per sé più che convincente.

The terminal (2004)

Ha del paradossale la storia realmente accaduta al rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasser, che è stato costretto a trascorrere diciotto anni della sua vita all’interno del terminal aeroportuale di Parigi per problemi legati ad un visto ritenuto non valido. Spielberg ne ha tratto una tragicommedia più a lieto fine, cambiando liberamente alcuni passaggi chiave della vicenda, che commuove e intenerisce in più occasioni, trovando nel fido Tom Hanks l’ariete perfetto per sfondare le difese emozionali dello spettatore.

Il discorso del re (2010)

I problemi di balbuzie di Giorgio VI, re d’Inghilterra dal 1936 al 1952, erano cosa nota all’opinione pubblica dell’epoca e sono tornati alla ribalta con questo film biografico vincitore di ben quattro premi Oscar (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale). La storia si concentra in particolar modo sul rapporto tra il sovrano e il logopedista Lionel Logue, che contribuì a curarlo. Nei panni dei due uomini troviamo rispettivamente Colin Firth e Geoffrey Rush, per una visione da gustarsi preferibilmente in lingua originale vista la complessità lessicale e labiale alla base della vicenda.

Argo (2012)

Quando il cinema si mescola alla realtà hanno luogo storie incredibili, come quella raccontata nel bel film di Ben Affleck (regista e protagonista) vincitore di tre premi Oscar (film, montaggio e sceneggiatura non originale). Tratto dal libro autobiografico di Tony Mendez, Argo mette in scena l’operazione congiunta tra Stati Uniti e Canada per liberare sei ostaggi americani rinchiusi nell’ambasciata canadese a Teheran durante la rivoluzione iraniana, dando vita ad una missione sottocopertura relativa alla realizzazione di un fantomatico film di fantascienza. Tensione e adrenalina per due ore di grande spettacolo.

The Wolf of Wall Street (2013)

Un’opera fiume, un film folle e scatenato che gioca con il politicamente scorretto in tre ore di grande cinema. Martin Scorsese si ispira alla storia del broker e imprenditore americano Jordan Belfort per raccontare a modo sua una vita di eccessi e bugie, tra scene madri in serie e un ritmo frenetico che si muove costantemente sui toni di un dark humour raramente così energico. Ascesa e caduta di un uomo che non si è fermato davanti a niente e nessuno in nome del dio denaro, qui interpretato magnificamente da un Leonardo DiCaprio costantemente, e piacevolmente, sopra le righe.

The Walk (2015)

Il funambolo francese Philippe Petit salì alla ribalta delle cronache internazionali il 6 agosto del 1974, quando mise a segno la sua più grande impresa: l’uomo compì su un cavo d’acciaio sospeso, e senza alcuna misura di sicurezza, la traversata delle Torri Gemelle. Robert Zemeckis, il leggendario regista di Ritorno al futuro, fa questa volta un salto nel passato e “ricostruisce” il World Trade Center per raccontare la storia di quest’allora giovane uomo pronto a rischiare la vita per realizzare il proprio sogno. Nei panni del protagonista un ottimo e credibile Joseph Gordon-Levitt.

The Irishman (2019)

L’ultimo, recentissimo, capolavoro di Martin Scorsese è ispirato alla storia vera di Frank Sheeran, sindacalista e mafioso americano di origini irlandesi che scalò le gerarchie criminali grazie all’amicizia con Russell Bufalino e Jimmy Hoffa. Il regista firma un’opera epocale della durata di oltre tre ore che condensa tutti i temi archetipici del suo cinema gangsteristico, epopea di uomini e tempi andati che si pongono anche quale interazione metaforica del cinema d’autore nella contemporaneità. Un film prezioso, appassionante e colmo di scene madri nei numerosi dialoghi tra i tre straordinari protagonisti interpretati da Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here