Weird – La storia di Al Yankovic: un bio-pic fuori dall’ordinario – Recensione

Weird - La storia di Al Yankovic

Chi è cresciuto negli anni Ottanta, con MTV che trasmetteva musica a tutto volume, ricorderà molto probabilmente il personaggio di “Weird Al” Yankovic, una presenza bizzarra che trasformava i successi del momento in parodie demenziali, suonando la sua inseparabile fisarmonica e indossando improbabili camicie hawaiane.

Nel 2022 la sua vita è diventata un film dal titolo Weird – La storia di Al Yankovic, scritto dal regista Eric Appel insieme al diretto interessato, e naturalmente ci troviamo davanti a qualcosa che non è un vero biopic, bensì un’opera che fa al genere biografico ciò che Weird Al ha sempre fatto alle canzoni: lo imita, lo prende in giro, lo capovolge. Quasi nulla di ciò che viene mostrato su schermo è realmente accaduto, a parte le parodie musicali. È tutto sarcasticamente esagerato e sopra le righe che l’epopea personale diventa una versione gonfiata ed extralarge.

Al Yankovic dalla A alla Z – recensione

Weird Al cresce negli anni Settanta con dei genitori che non lo comprendono: sua madre è una casalinga dimessa, suo padre è un operaio rabbioso che vuole che Al segua le sue orme e tende a spegnere i suoi sogni alla prima occasione. Quando un venditore ambulante di fisarmoniche bussa alla porta di casa, lo strumento diventa per lui una sorta di ancora di salvezza.

Il protagonista cresce e un giorno un suo pezzo ottiene un successo clamoroso e del tutto inaspettato, lanciando il suo stile che consiste nel riprendere pezzi famosi e rifarli in una versione sfacciatamente parodica e grottesca. Ma con la fama arrivano anche i guai e Al si ritroverà a dover prendere decisioni difficili, in un mondo quanto mai spietato come quello dello show business.

Un film senza mezze misure

Il momento chiave avviene a una festa a bordo piscina a casa del Dr. Demento, piena di camei succosi: troviamo infatti attori / sosia che interpretano versioni ex novo di personaggi classici dell’immaginario di allora, da Pee-wee Herman a Frank Zappa, da Divine a Dalì, da Andy Warhol ad Alice Cooper, fino al Wolfman Jack di uno scatenato Jack Black che lancia una sfida al protagonista, sfida accettata e vinta da questi trionfalmente.

Daniel Radcliffe è perfetto nel ruolo di Yankovic, a partire dal controllo della sua immagine artistica, con la surreale innocenza che ben presto si trasforma in un’incontenibile arroganza, alimentata dal desiderio di dimostrare qualcosa ai suoi genitori e al mondo intero.

L’entrata in scena di Madonna, interpretata da un’esuberante e sexy Evan Rachel Wood in versione caricaturale e manipolatrice, fa virare la narrazione e relativa messa in scena verso territori ancora più surreali, con un tour de force finale dolce-amaro a concludersi in un epilogo altrettanto spiazzante e fittizio.

Chi ricerca la fedeltà assoluta probabilmente non apprezzerà molto i toni dell’operazione, ma è innegabile come il divertimento non manchi nel corso dei cento minuti di visione, frizzanti e sopra le righe quanto basta per intrattenere fino all’arrivo dei titoli di coda.

Conclusioni finali

Ci troviamo davanti ad una commedia biografica che funziona nella misura in cui si accetti di stare al gioco meta-cinematografico adottato, tanto audace quanto bizzarro. Forse non vi era modo migliore per celebrare un personaggio che non si mai standardizzato ai canoni e che qui, nelle vesti di co-sceneggiatore, ha reinterpretato in chiave farsesca alcuni step chiave della sua carriera e della sua vita personale.

Weird – La storia di Al Yankovic è un film sorprendentemente intelligente e coerente nella sua esibita futilità, con lo spirito del protagonista che ha trovato ideale rappresentazione in Daniel Radcliffe, energico e caricaturale quanto serve per insinuarsi nelle logiche di un genuino e grottesco intrattenimento fuori dai canoni.

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