Un mondo perfetto – Opinioni, analisi e recensione del film

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Un mondo perfetto è un film del 1993 di genere Thriller/Drammatico diretto da Clint Eastwood, con protagonisti Kevin Costner, Clint Eastwood, Laura Dern, T.J. Lowther, Bradley Whitford, Keith Szarabajka. Il film ha una durata di circa 138 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione.

La trama del film “Un mondo perfetto”

Nell’ottobre del 1963 i criminali Butch Haynes e Terry Pugh sono riusciti a fuggire dal carcere di Huntsville, in Texas. Nelle concitate fasi dell’evasione prendono in ostaggio il piccolo Phillip, di soli otto anni.

Sulle tracce dei fuggiaschi si mette l’esperto Texas Ranger Red Garnett, coadiuvato tra gli altri dalla tenace e per nulla remissiva criminologa Sally Gerber: la cattura e il recupero del bambino diventano un vero e proprio caso per l’opinione pubblica, mettendo ulteriore pressione alle forze dell’ordine.

Nel frattempo Butch uccide il suo compagno di galera poiché questi aveva minacciato l’incolumità del ragazzino, con il quale invece lui era entrato da subito in sintonia. Tra Butch e Philipp si crea così un imprevedibile rapporto affettivo, con il legame tra loro che cresce sempre di più come fossero padre e figlio.

Il piccolo infatti, appartenente ad una famiglia di testimoni di Geova, è cresciuto sotto regole rigide e castranti e non ha ancora vissuto l’infanzia di un bambino normale: quello che per lui sembrava un incubo si sta trasformando ora in un’incredibile avventura.

Anche quando ha la possibilità di fuggire, Philipp decide di rimanere con il suo nuovo e inaspettato amico. Quest’ultimo ha l’obiettivo di raggiungere l’Alaska, per ritrovare il padre che non vedeva da tempo. Ma Garnett e i suoi uomini sono sempre più vicini e i sogni sembrano dover infrangersi con una ben più amara realtà.

La recensione e analisi del film “Un mondo perfetto”

La fine del sogno americano attraverso il tramonto di eroi e anti-eroi comuni, nemesi realistiche di un inseguimento emotivo che rispecchia la fine di quell’American Dream che appare ormai sempre più un miraggio. Clint Eastwood a metà degli anni ’90 firma un ‘opera preziosa e ricca di contenuti nella sua istintiva semplicità di fondo.

Un mondo perfetto è un film ricolmo di sfumature nel tratteggio di una vicenda al contempo paradossale e realistica, assai verosimile nella gestione del rapporto tra rapitore e ostaggio: il legame che si crea tra i due protagonisti ricorda non poco quello visto in un altro titolo uscito lo stesso anno, ossia l’esordio dietro la macchina da presa di Mel Gibson L’uomo senza volto (1993), seppur originato da diverse premesse.

Il sapore avventuroso da viaggio on the road che caratterizza le due ore di visione è pregno di una disillusione profonda, con la tensione su quanto avverrà da lì a poco sempre palpabile, in particolar modo dal punto di vista emotivo. E pur non mancando di scene madri forti e intense, non sempre “ad altezza di bambino”, la sensibilità con cui il regista riesce a tratteggiare i caratteri dei personaggi ha un sapore più unico che raro.

Ed ecco così che giunti alla resa dei conti e all’arrivo dei titoli di coda si viene sommersi da un’atmosfera plumbea e dolce-amara su ciò che poteva essere e non è stato, resa ancor più marcata dalle perfette performance del cast, con Kevin Costner e lo stesso Eastwood (nei panni del navigato texas ranger) alla prese con due dei ruoli tra i più riusciti delle rispettive carriere.

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