Tom Glynn-Carney è una delle star più amate di House of The Dragon dove interpreta il sovrano Aegon II Targaryen, uscito devastato dal confronto con il fratello Aemond nella seconda stagione. L’attore ospite al Filming Italy Sardegna Festival diretto da Tiziana Rocca, ha raccontato in una intervista esclusiva a SuperguidaTV il suo legame con l’Italia: “Amo l’Italia. Amo le persone, amo il cibo, amo la cultura, amo il tempo… e amo il cinema. Amo l’amore per il cinema che hanno gli italiani, la storia del cinema. È così ricco della sua cultura e della sua storia”.
Parlando di cinema italiano, l’attore ha indicato subito il suo titolo preferito: “Ladri di biciclette. È stato il mio favorito personale per molti anni. Mi piace quanto sia ben girato. Quello è un film straziante e divertente allo stesso tempo. È grande cinema”, ha spiegato.
Intervista a Tom Glynn-Carney, attore di House of the Dragon
Il ruolo di Aegon II Targaryen in House of the Dragon gli ha portato grande popolarità anche in Italia e ha svelato come lo ha ottenuto: “In un modo abbastanza standard: ho fatto un’audizione per un ruolo dopo aver mandato un self tape, oggi sembra siano passati un milione di anni. I produttori e il direttore del casting hanno apprezzato quello che ho fatto, e il giorno dopo mi è stato offerto il ruolo. È stata una svolta piuttosto rapida”, ha spiegato con il sorriso..
Curiosamente, prima di ottenere il ruolo non aveva mai visto Game of Thrones: “Ero una delle pochissime persone che non l’aveva mai visto. Ma poi, una volta ottenuto il ruolo, sono diventato molto rapidamente un super fan della serie”.
Molti fan hanno paragonato Aegon a Joffrey Baratheon, ma Glynn-Carney preferisce fare una distinzione: “Non direi necessariamente che sono uguali. Sai, entrambi si mettono in posizioni simili: diventano re, hanno molto potere e status, e non hanno i giusti strumenti per affrontare tutto questo.Forse per questo si possono fare dei parallelismi”.
Una delle scene più difficili da girare, racconta, è stata quella in cui Aegon scopre la morte del figlio: “È stato un momento duro, perché era molto emotivo e ad alta energia. La posta in gioco era molto alta. Era anche una scena tecnicamente complessa, con una telecamera al centro del tavolo che mi seguiva in tutta la stanza. Sembrava molto teatrale, come se fossi sul palcoscenico, dove puoi fare la scena per intero senza interruzioni. Claire Kilner, la regista, è stata fantastica nel facilitare quel tipo di riprese. È stato difficile, ma molto soddisfacente”.
Alla domanda se ci sarà un arco di redenzione per il suo personaggio nella prossima stagione dopo i drammatici sviluppi nella seconda, risponde cauto: “Lo spero… lo spero. Non sto dando spoiler, ma sento che stiamo facendo un viaggio molto vario con Aegon. Non è sempre un percorso pieno di rose, non sono sempre momenti felici, ma posso dire che è un bel viaggio”.
Per quanto riguarda l’uscita dei nuovi episodi, anticipa: “Credo che potremo vederli ad un certo punto dell’anno prossimo. Primavera 2026 forse, o l’estate. Non conosco una data esatta”.
Circolano voci su una sua audizione per il Marvel Cinematic Universe. Su questo tema, però, Glynn-Carney resta molto riservato anche se lascia intendere come effettivamente ci sia qualcosa in tal senso: “Non mi è permesso parlare di niente al riguardo. Ma non sarei contrario a far parte del MCU. Sono un fan dei loro film da quando ero bambino, quindi sarebbe un grande onore”.
L’attore racconta anche il suo rapporto con il pubblico: “È un rapporto che varia, ma sono sempre felice di parlare con le persone, soprattutto se sono fan di qualcosa che ho fatto o hanno domande. È sempre un onore”.
Sui criteri con cui sceglie i suoi progetti, ha una filosofia molto chiara: “Il mio mantra è: se mi spaventa a morte, fallo. Se sento che non posso farlo, se sembra impossibile, allora è il ruolo giusto da accettare”.
Attualmente è impegnato sul set di un film indipendente: “Sto girando qualcosa a Dublino, si chiama Rabbit Haze. È ambientato nella Dublino degli anni ’80, in Irlanda. Non posso dire altro, ma è il progetto su cui sto lavorando ora”.
Infine, parlando del cinema italiano, esprime grande entusiasmo davanti alla possibilità di poter girare nuovamente nel nostro paese dopo l’esperienza di Domina: “Ci sono tantissimi registi italiani con cui mi piacerebbe lavorare. Sono incredibili, ce ne sono troppi da menzionare. Ho lavorato in Italia alcune volte, anche a Cinecittà a Roma, dove ho girato un paio di film. È stato fantastico. Mi piacerebbe lavorare di nuovo qui, di sicuro”.