The Great Raid – Un pugno di eroi: trama, recensione e opinioni sul film

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The Great Raid – Un pugno di eroi, il film diretto da John Dahl, ha numerosi difetti. La pellicola risulta, infatti, fin troppo lenta, retorica e troppo sproporzionata a favore degli americani. Ve ne sconsigliamo la visione. Gli amanti del genere possono guardare tantissime altre pellicole che trattano lo stesso tema e che, però, sono realizzate nel migliore dei modi. Nonostante l’utilizzo di filmati di repertorio e ricostruzioni storiche, infatti, il film punta tutto sulla persecuzione di una certa propaganda. Buoni e cattivi vengono, infatti, ben evidenziati fin dall’inizio. Lo spettatore viene traghettato, in maniera forzata, a tifare per le truppe americane. Insomma visione sconsigliata.

The Great Raid – Un pugno di eroi: cast e trama

Nel cast di The Great Raid vi sono: Benjamin Bratt, James Franco, Connie Nielsen, Marton Csokas, Joseph Fiennes, Mark Consuelos, Max Martini, Logan Marshall-Green, Robert Mammone, Cesar Montano, James Carpinello, Clayne Crawford, Motoki Kobayashi, Gotaro Tsunashima, Craig McLachlan e Sam Worthington.

Trama

Nel campo di prigionia di Cabanatuan, nelle Filippine, 500 prigionieri delle forze alleate sono stati condannati a morte dall’esercito giapponese. Il tenete colonnello americano Henry A. Mucci, comandante del 6° Battaglione Ranger di stanza a Luzon, intraprende così una missione disperata per liberarli. Insieme a lui rischiano la morte anche: il capitano Robert Prince, il capitano Juan Pajota, il capo della resistenza filippina, e un gruppo di soldati.

The Great Raid – Un pugno di eroi: recensione

Lento, stucchevole, retorico e perfino fastidioso. Così molti spettatori hanno recensito il film The Great Raid. Basterebbe questo per sconsigliarvene la visione. E’ bene capire però il motivo di tanti giudizi negativi.

A parte una ricostruzione storica affrontata con grande serietà e attenzione per i particolari, grazie anche alla presenza di filmati di repertorio e d’archivio, il film di John Dahl presenta numerosi errori. Il regista non è riuscito a gestire bene le varie inquadrature e a mixare al meglio il susseguirsi delle scene d’azione e di quelle più lente. La prima parte della pellicola, così, risulta fin troppo lenta, esplicativa e noiosa. In pochi riescono quindi a tener gli occhi aperti o a non abbandonare la visione del film. Chi arriva alle scene d’azione, invece, nota un distacco troppo netto rispetto a tutto il resto, come se stesse guardando all’improvviso un film diverso.

La spinta sulla parte melodrammatica è troppo rimarcata tanto da risultare fin troppo stucchevole. Lo spettatore non è portato a commuoversi, ma, bensì a rimanere stupefatto di come tanta retorica possa coesistere tutta insieme in un unico film. Troppa propaganda? Anche. Nonostante le ricostruzioni storiche si è spinto fin troppo sulle vicende personali dei soldati dipingendo i buoni come i veri e soli eroi senza macchia e senza paura.

Cosa possiamo dire in merito al cast? Alcuni attori hanno interpretato i propri personaggi con grande intensità e hanno cercato di fare del loro meglio. Altri, invece, hanno portato a casa una performance ricca di errori e imperfezioni e hanno inficiato il lavoro di tutti.

Insomma film sconsigliato. Non è bene infierire ulteriormente.

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