Julia e Tom si trovano insieme ai figli Cassie, adolescente, e Ben, poco più che un ragazzino, in una crociera nei Caraibi a bordo di uno yacht. La loro vacanza da sogno viene scossa all’improvviso quando la primogenita, in videochiamata con il suo fidanzato, è testimone dall’altro lato dello schermo di alcune strane nuvole cariche di elettricità, prima che la connessione salti definitivamente.
In Survive la famiglia scoprirà ben presto che il nostro pianeta è stato vittima di un evento che non si ripeteva da centinaia di migliaia di anni, ovvero l’inversione dei poli terrestri. Prima la pioggia dei satelliti che cadono dallo spazio e poi il mare che si “sposta”, provocando l’arenamento dell’imbarcazione in un deserto appena nato, proprio lì dove prima vi era l’oceano, catapulteranno genitori e pargoli in un incubo ad occhi aperti. Sarà l’inizio di una disperata lotta per la sopravvivenza, nella quale dovranno tirare fuori capacità che ignoravano di avere.
Survive: contro il tempo e contro il clima – recensione
Con un titolo che è già ampiamente una dichiarazione di intenti, lo spettatore intuisce cosa può aspettarsi dall’ora e mezza di questo film francese, che guarda ad alcuni classici del filone con un’anima da serie B. Un approccio parzialmente corretto a livello di toni e ambientazioni, che però non trova adeguato contraltare in una sceneggiatura inutilmente pomposa ed enfatica, che esaspera il concetto di unione familiare oltre misura, cercando lo slancio di succitati cult a tema.
Sin dal prologo dove la figura materna rischia di annegare per una banale disattenzione, la tensione comincia a forzare la mano: una scelta stilistica/narrativa che si ripeterà in più occasioni nel corso del racconto e che rischia di penalizzare il lato emozionale, sempre troppo concitato e (quasi) mai effettivamente sincero.
A che ora è la fine del mondo?
Il deserto che fa da sfondo alla maggior parte del minutaggio è quello delle gole di Dades, situate in Marocco: un palcoscenico suggestivo, quasi marziano e ideale per l’anima apocalittica del racconto. Tra canyon, burroni e distese di sabbia apparentemente infinite, il percorso dei personaggi principali andrà incontro a diverse insidie, siano queste umane, naturali o animali, con tanto di artropodi degli abissi quali mostruose creature risvegliate dallo svuotamento del mare.
L’obiettivo primario un’insperata salvezza, con la minaccia di un’ulteriore cataclisma prossimo a cambiare nuovamente le carte in tavole e le mappe geografiche. Tra perdite dolorose e speranze rinnovate, Survive riduce al minimo essenziale il comparto emozionale nella gestione dei rapporti interpersonali, cercando di sfruttare il budget limitato per sgrossare sceneggiatura e messa in scena a uso e consumo di un semplice intrattenimento di genere. Tentativo sulla carta apprezzabile e condivisibile, ma non completamente riuscito a conti fatti.
Il film è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.
Conclusioni finali
Nel deserto nessuno può sentirti urlare…o forse sì, soprattutto se ti ritrovi assediato da creature degli abissi, mai viste prima sulle terraferma, e cerchi di salvare la tua famiglia ad ogni costo. I protagonisti di Survive si aggrappano ai brandelli di un mondo che era e che non è più, dopo che l’inversione dei poli magnetici ha modificato permanentemente le cartine geografiche.
Ma se quest’apocalisse low-budget di produzione francese, pur volenterosa e carica di ambizioni di genere, sfrutta al meglio il suggestivo paesaggio delle gole marocchine, non è altrettanto convincente nella gestione di una sceneggiatura quasi minimal, dove personaggi e risvolti sono impostati su cliché e stereotipi fin troppo abbottonati.









