Storie in divisa, docuserie sui Carabinieri dal 20 giugno su Canale 5

Storie in divisa

Debutta martedì 20 giugno alle 23,10 su Canale 5 una nuova docu-serie che ci racconta la dura vita dei Carabinieri, Storie in divisa. La serie diretta dal regista Roberto Burchielli, consta di sei episodi da 35′ l’uno suddivisi in 3 serate.

Tra le 4643 stazioni di Carabinieri distribuite in tutta Italia, gli autori di Storie in divisa sono andati a riprendere per circa tre mesi quella di Rho, alla periferia a Nord Ovest di Milan una delle zone più difficili e popolose dell’hinterland milanese.

Il risultato è stato una serie che ci racconta davvero tutto quello che ruota attorno al mondo dei Carabinieri ed alla loro vita: dalle riunioni operative agli interventi sul territori, i pattugliamenti o le retate. Spazio anche al lato più umano e famigliare dei militari, con riprese di scene extra lavoro.

Storie in divisa: storie di una giornata tipo di un carabiniere

I Carabinieri sono stati filmati per 24 ore al giorno. Grande cura in fase di montaggio per garantire la privacy delle persone coinvolte senza naturalmente togliere efficacia, forza ed emozione a tutto quanto si stava svolgendo quotidianamente.

La serie ha un ritmo veloce, stile action movie, tra inseguimenti e catture che destano l’attenzione del telespettatore.

In una giornata tante sono le emergenze a cui far fronte per gli uomini della caserma di Rho: dalla lotta allo spaccio, alle truffe agli anziani.

I Carabinieri sono quotidianamente a contatto con le realtà più differenti. Da una parte aiutano i cittadini in difficoltà in un lavoro che si svolge senza tregua giorno e notte, dall’altra devono confrontarsi con piccole e grandi criminalità e con reati di ogni tipo.

Per gli uomini dell’Arma indossare la divisa da carabiniere è principalmente un onore che va premiato con l’impegno e la dedizione. È importante che chi la indossa sappia che lo aspetta una vita di sacrifici ed una vita comunque dura che richiede una buona dose di coraggio.

Un giovane comandante alla guida della caserma di Rho

Durante la serie il pubblico conoscerà mano a mano molti dei militari che prestano servizio alla caserma di Rho. In tutto sono 50 di età variabile tra i 21 ed i 60 anni.

A comandare e dirigere l’operato dei Carabinieri il giovane comandante Simone Musella di soli 29 anni originario di Napoli. Il comandante è abituato a essere trasferito da una parte e dall’altra perché dice che fa parte dei sacrifici che impone questo lavoro. Ma la soddisfazione per aver contribuito ad aiutare qualcuno è tanta, ed infatti Musella afferma: “La soddisfazione, invece, è quella di contribuire alla vita di tutta la comunità, incontrare gente di ogni tipo che ti chiede aiuto ed è riconoscente all’Arma».

Musella è molto fiero dei suoi uomini e della loro professionalità, anche se ammette che in generale considerando la vastità degli interventi che devono essere gestiti, il numero di uomini non è mai abbastanza.

I protagonisti di Storie in divisa

Tra i tanti militari emergono alcuni volti emergono più di altri che il pubblico imparerà a conoscere.

Per esempio il Tenente Flavio Prezzi (Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile), il Maresciallo Aiutante Luigi Pino (Comandante della Stazione), il Brigadiere Michele Faustinoni (Effettivo Radiomobile), il Brigadiere Alessandro Canistrà (Capo Equipaggio Radiomobile), l’Appuntato Scelto Umberto Di Giorgio (Addetto alla Stazione).

Anche due donne sono operative nella caserma di Rho: il Maresciallo Ordinario Alice Tagliaferro (Sottordine alla Stazione) e il Carabiniere Francesca Castano (Addetto alla Stazione).

La Tagliaferro è una delle prime donne carabiniere d’Italia. Spesso ammette di essere guardata con curiosità dalla gente, ancora stupita nel trovare una donna in divisa. Laureata in Tecniche di laboratorio, il suo sogno era entrare nei RIS, ma il lavoro alla caserma di Rho le piace molto.

Consigli utili da Storie in divisa

Il comandante Musella ed i suoi uomini sono spesso alle prese con furti in appartamento o truffe ad anziani. È di attualità il dibattito sulla legittima difesa e sulla necessità di tenere o meno un’arma di difesa in casa.

Qual’è il punto di vista in merito del comandante Musella e che cosa consiglia di fare?

Personalmente non consiglio di tenere un’arma in casa. Ci sono modi migliori per proteggersi dai furti. Il più importante è il buon vicinato: fare squadra, dare l’allarme se si notano movimenti o persone sospette.

Anche contro le truffe in casa, purtroppo numerose, la prevenzione è importante quanto la repressione. Per questo organizziamo incontri nei centri culturali e per anziani.

La regola più importante? Prima di far entrare qualcuno in casa, anche se ha una divisa, chiamate il 112. Se è un truffatore, se la darà subito a gambe.

Una docs-serie davvero interessante e molto utile quindi; conoscere i rischi che corrono quotidianamente gli uomini dell’arma ci aiuterà ad apprezzare maggiormente il loro operato, mai vano.

Potete gustarvi una piccola anteprima cliccando QUI.

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