Renzo Rubino, Polignano a Mare, città della musica omaggio a Domenico Moduglio: “La musica delle bande può avere uno suo spazio. Le bande sono patrimonio artistico perchè avvicinavano il popolo alla musica” – Intervista Video

Renzo Rubino

Polignano a Mare, città della musica celebra il grande Domenico Moduglio con una tre giorni all’insegna della grande musica, che nella serata conclusiva di domenica 7 settembre 2025, porta sul palcoscenico artisti come Vinicio Capossela, Paola Turci, Gino Castaldo e La Niña. A rendere il tutto magicamente perfetto è l’estro di Renzo Rubino, cantautore italiano, originario di Taranto, ma cresciuto a Martina Franca, che insieme a La Sbanda, regala momenti unici tra i vicoli della città. A controllare che tutto sia perfetto c’è Laura Rubino, sorella di Renzo, vera anima della tre giorni di musica a Polignano. Noi di SuperGuidaTv, durante le prove che anticipano la serata finale, incontriamo Renzo Rubino. L’artista ci racconta le emozioni di questa tre giorni, ma soprattutto del suo rapporto con la musica di Domenico Modugno.

Intervista a Renzo Rubino

Renzo, sei di casa qui in Puglia: cosa significa per te essere protagonista di questo grande evento dedicato a Domenico Modugno proprio a Polignano a Mare, la sua città natale?

“Ovviamente è un grande onore. In questi tre giorni sono stato in giro con le diverse bande che si sono avvicendate. Abbiamo suonato insieme alcuni pezzi della tradizione, abbiamo ricordato Domenico Modugno, questa sera c’è la serata conclusiva. È davvero un momento molto sentito, di festa. C’è grande voglia da parte di questa città stupenda, ma anche della Regione, di voler ricordare Domenico Modugno, che secondo me rimane il più grande artista pugliese, anche il più famoso nel mondo. Stasera ci saranno diverse personalità artistiche che insieme formano un’unica direzione artistica di grande livello. Ci sarà Vinicio Capossela, Paola Turci con Gino Castaldo, La Nigna, La Sbanda con cui suonerò alcuni pezzi. Tutti quanti ricorderanno l’artista pugliese, ma si perlustreranno anche degli altri ambiti. Non a caso La Banda è l’entità che porterà avanti tutti loro durante la serata”.

Negli ultimi anni hai riportato al centro la musica delle bande con Il silenzio fa boom. Cosa ti ha spinto a farlo e che risposta hai trovato dal pubblico e cosa ti affascina di più di questo linguaggio musicale?

“Volevo fare un disco del Sud, però senza i tamburelli e i ritmi della taranta e della pizzica. Sono andato a pescare nella tradizione bandistica. Volevo fare un disco del Sud con gli ottoni, perché le canzoni delle bande mi risuonavano nella testa da bambino. Il mio obiettivo e la mia volontà era quello di voler suonare tanto, di fare tanti concerti e così è stato. Sono tre anni che siamo in giro, abbiamo suonato in tantissimi posti in Puglia, ma non solo, anche fuori. La cosa più bella è che suonare con i bandisti è come suonare con degli amici. Loro sono musicisti che molto spesso non sono professionisti, sono musicisti che fanno altri lavori e si ritrovano per passare del tempo insieme. E questo spirito pulito è proprio lo spirito che mi ha guidato. Avevo proprio bisogno di verità e la banda è riuscita a darmela”.

Domenico Modugno ha saputo trasformare le radici in poesia: qual è il tuo rapporto con la sua eredità musicale c’è una canzone che senti tua? 

“Parto da quest’ultima domanda. Ancora oggi continuo a scoprire canzoni che non conoscevo di Domenico Modugno e che dico: caspita, questa è veramente bella! E le trovo anche attuali. Nelle sonorità, nella musicalità, se avessero degli arrangiamenti diversi e fossero cantate oggi, comunque funzionerebbero, sarebbero potenti. Ieri, per esempio, ho ricantato La Donna Riccia, che è incredibile. Ha una ritmica delle parole veramente forte. Quindi adesso ti dico questa canzone. Il legame è un legame legato alla melodia. Per me Domenico Modugno è la canzone italiana. Il portamento della melodia, delle frasi. Cose che anche oggi comunque si fa fatica ad ascoltare in giro”.

Guardando avanti: quanto pensi che la tradizione bandistica pugliese possa ancora influenzare la musica italiana contemporanea?

“Ma io non credo che la musica bandistica possa influenzare la musica mainstream italiana al giorno d’oggi. Ma può esistere, può avere uno suo spazio e può avere una sua dignità. Le bande sono importanti, sono un patrimonio artistico importantissimo. E sono la cosa che più di tutte in passato avvicinavano il popolo all’orchestra, alla musica. Io spero che ancora oggi possa continuare a esistere”.

Dopo Il silenzio fa boom, hai già in mente nuovi progetti musicali o teatrali?

“Io ho bisogno un attimo di fermarmi. Perché ho tante idee per la testa, ma voglio capire quale sarà quella giusta. Perché un’idea poi è quella che ti fa lavorare i prossimi due, tre anni. Quindi devo indirizzare un attimo i miei desideri e la mia volontà. Ma ho bisogno di fermarmi un attimo, perché sono stati mesi veramente impegnativi”. 

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