“Non è l’arena” trasloca al mercoledì. Massimo Giletti: “Ho perso mio padre ed è stato un duro colpo”

Massimo Giletti

“Non è l’arena” riparte e Massimo Giletti trasloca dalla domenica al mercoledì. Una nuova sfida per il conduttore che però non teme gli ascolti. Noi di SuperGuida TV abbiamo partecipato alla conferenza stampa a cui oltre il conduttore era presente anche il direttore di La7 Andrea Salerno che ha spiegato il cambio di collocazione nel palinsesto.

Non è l’arena al mercoledì, ecco il motivo

Quest’anno, abbiamo alzato l’asticella e secondo me, anche per avere un motivazione in più, Massimo mi ha detto di voler aggredire un giorno che non è suo. E ha deciso di aggredire il giorno centrale della settimana. Una scelta che lo motiva. Questa sfida è fondamentale per lui e per la rete. Siamo molto carichi e vogliosi di capire come l’affronterà. Sono convinto che otterremo un ottimo risultato. Il posizionamento sulla domenica ha permesso a La7 di raggiungere quell’ampiezza in prima serata che prima non aveva e che oggi ha. Questa nuova sfida nasce dalla nuova vita di Massimo Giletti, cominciata un anno fa e che proseguirà su La7 per altre due stagioni“.

A Massimo Giletti d’altronde sono sempre piaciute le sfide anche se ammette di essere infastidito per essere etichettato come populista: “Per quanto riguarda il concetto di populismo, una domanda che sta cominciando a darmi fastidio, se volete etichettarmi, piuttosto, datemi dell’eretico. Io sono uno che va alla ricerca della verità. Se poi ci riesco o non ci riesco, questo dipende dalla nostra bravura. Abbiamo fatto delle inchieste che nessuno ha voluto fare. Questo è populismo? Abbiamo fatto battaglie vere. E queste battaglie sono populismo? E’ ingiusto che mi si venga a dare del populista. La nostra forza è combattere e andare avanti. Noi possiamo piacere o non piacere ma vedere persone come i miei inviati andare in luoghi difficili, parlare di criminalità, è pericolosissimo. Ho ascoltato un’intercettazione su di me in Calabria e non è piacevolissimo. Nella criminalità, guardano la tv e guardano il nostro programma. Non è vero che la tv e l’inchiesta non servono”.

In questi anni, Massimo ha condotto numerose inchieste anche se un rammarico ce l’ha. In conferenza, ha rivelato: “Ho il rammarico di aver passato una settimana a Dubai e abbiamo sfiorato una persona che, poi, non siamo riusciti a prendere. Abbiamo girato molto materiale, che era tutto finalizzato a quella persona. E’ una cosa che mi è dispiaciuta. Avevamo scoperto mille cose”.

Qualche tempo fa era girata voce che Massimo Giletti volesse scendere in politica e candidarsi come sindaco di Roma. La politica rimane sicuramente uno dei suoi obiettivi anche se al momento preferisce non pensarci. Ha però rivelato: “La prima volta che mi hanno chiesto di candidarmi è stato in Puglia. Poi me l’hanno chiesto a Torino. La Repubblica ci fece il titolo. Il fatto che mi abbiano cercato significa che c’è una debolezza nei partiti. I partiti cercano fuori dal loro sistema. Quando i partiti sono deboli, cercano le facce. Dov’è la stranezza che venga cercato Giletti? E’ normale che i partiti mi cerchino. Ma è inutile che mi cerchino perché se, poi, faccio una cosa, voglio farla come dico io”.

Il popolare conduttore ha poi voluto chiarire la sua posizione in merito alla sua assenza nel programma “Scherzi a parte”: “Ho un contratto con La7, quindi non ci sono andato. Già ho fatto la figura del cogli*ne! Sono stati bravi. Lo scherzo è stato fatto due estati fa”.

Dopo l’ultima puntata della scorsa stagione di “Non è l’arena”, per Massimo Giletti si era parlato insistentemente di un ritorno in Rai, in particolare su Raidue con un programma di informazione. Massimo ha spiegato che le offerte non sono mai mancate: “Era un momento difficile. Ho perso mio padre ed è stato un colpo durissimo. Finire sotto scorta non è una cosa semplice. Le offerte Rai, anche il direttore lo sa, ci sono sempre state. Quando un programma funziona, è normale. Ma la questione era personale”.

Un lavoro quello dell’informazione di inchiesta che Massimo non avrebbe mai potuto portare avanti in Rai. Ha rivelato che le pressioni dall’alto non sono mai mancate: “In Rai è impossibile fare questo tipo di lavoro perché le pressioni sono troppo alte. Io le ho vissute dall’interno. Un giorno, il direttore generale Rai mi convocò, mi chiamò alle 8, e mi disse ‘Lei mi deve spiegare se è destra o di sinistra’. Noi non guardiamo chi è di destra o chi è di sinistra ma si deve resistere a delle pressioni. Fare il mio programma in un’azienda di Stato è difficile”.

Sull’obiettivo di share, Massimo dichiara: “Quando dissi che volevo andare in onda di domenica, Urbano Cairo arretrò. Era un’idea folle. La7 non era pronta. Poi, però, abbiamo fatto il 7%. Floris, il primo anno di DiMartedì, è passato dal 13% che faceva alla Rai al 4,38%. Poi è cresciuto. Io spero di poter fare il 4,5%. Quando cambi, il rischio è questo. Potrei anche tentare di raggiungere il 5%. In questo periodo, tutti i talk stanno facendo molto fatica. Il mondo è cambiato, la tv è cambiata”.

Al termine della conferenza, Massimo Giletti scherzando dichiara: “Sono anche masochista”. Chissà che il prossimo anno non torni nuovamente sui suoi passi.

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