“Monterossi”, Fabrizio Bentivoglio da autore tv ad investigatore: “Oggi la televisione usa i sentimenti anziché raccontarli”

Monterossi

Siamo abituati a vedere in televisione investigatori morigerati e assetati di giustizia. Dimenticatevi per un attimo il Salvo Montalbano dei romanzi di Andrea Camilleri. Dal 17 gennaio debutterà su Amazon Prime Video la serie “Monterossi”. A vestire i panni di Carlo Monterossi è Fabrizio Bentivoglio. Carlo è un autore televisivo, un uomo di successo che però ad un tratto dopo aver rischiato la vita, decide di cambiare vita. Si allontana dal mondo dell’intrattenimento e del trash che lui stesso ha cercato di alimentare e si cala ne panni di un investigatore disincantato.

Assieme a lui figura nel cast Carla Signoris, nei panni di una cinica conduttrice televisiva, e Diego Ribon il poliziotto che segue le indagini su Monterossi. La serie è ispirata ai romanzi di Alessandro Robecchi.

Monterossi, la Serie Tv di “Amazon Prime Video”, le parole dei protagonisti

Noi di SuperGuida TV abbiamo partecipato alla conferenza stampa che si è svolta in streaming. Lo scrittore si è detto entusiasta per questo importante progetto: “E’ sorprendente vedere personaggi che diventano facce vere, ed è stato entusiasmante vedere una somma di intelligenze insieme al lavoro, che contengono quel mood che avevi solo pensato. Scrivere è una cosa privata, che si fa da soli, ma il lavoro collettivo che si mette in campo mi ha dato entusiasmo. Come ogni traduzione è diversa, ma l’importante è stato mantenere la fedeltà”, ha dichiarato.

Fabrizio Bentivoglio ha raccontato le affinità con il suo personaggio: “C’erano diverse cose riconoscibili del personaggio che mi affratellavano a Monterossi. Milano, la mia città molto diversa oggi da quella della mia giovinezza, l’essere dell’Inter, avere una certa età come il personaggio, direi che è stato tutto molto semplice. Monterossi è un vincente involontario, innamorato dei perdenti, una definizione con cui mi identifico, ma che non è spiegabile, sembra una contraddizione ma credo che ci si innamori di quello che non si è, di quello che si vorrebbe sperimentare ma che non ci appartiene”.

Nella serie non mancano i riferimenti alla tv del dolore. A tal proposito abbiamo chiesto a Fabrizio Bentivoglio e ad Alessandro Robecchi, se il mondo della televisione raccontato nella serie appaia come una caricatura del reale. Robecchi ha spiegato: “Un certo tipo di tv di cui Monterossi è un pentito autore, è una sorta di pornografia dei sentimenti, una forma di voyeurismo da parte degli spettatori, una fuciliazione del pudore che lascia degli strascichi. Parodia o realtà? In quel tipo di tv è molto difficile distinguerli”.

Fabrizio Bentivoglio prende le distanze da quella televisione: “Quella di Monterossi è una presa di distanza dalla tv che usa i sentimenti anziché raccontarli. Oggi siamo spesso davanti a una pornografia dei sentimenti, qualsiasi sentimento esposto diventa spettacolo e perde la sua vera natura”.

Per questo motivo, ha confessato di vedere solo notiziari e partite di calcio. Carla Signoris interpreta invece Flora De Pisis. A molti viene in mente Barbara D’Urso ma Carla preferisce non fare nomi: “Qualche conduttrice mi viene in mente, e sono professioniste serie che fanno il loro lavoro, quello che viene richiesto. E non solo nei programmi trash. Flora è smielata ma dentro è una iena. Il personaggio è cresciuto con i libri, nell’ultimo la rapiscono, non vedo l’ora. Flora rappresenta tutto il cinismo della televisione che adoro rappresentare perché è l’esatto opposto di quello che sono io, è una delle cose più divertenti del mestiere dell’attore”.

A fare da sottofondo musicale le canzoni di Bob Dylan. Fabrizio Bentivoglio non nasconde la sua felicità al riguardo: “Nella vita di Monterossi è importante Bob Dylan, anche nella mia. Dylan è una specie di zio, di fratello maggiore, di amico di vinile, qualcuno con cui Monterossi chiacchiera e si confronta. In ogni situazione lui ha la canzone adatta per quel momento corrispondente, la passione per Dylan ci affratella, anche io ho passato notti in bianco per cercare di decifrare i testi. Tutto quello che rappresentiamo ci rappresenta. Ho fatto di tutto perché mi si potesse dire che Monterossi sono io”.

Il regista Roan Johnson non avverte un complesso di inferiorità rispetto alle serie americane: “Ci sono delle serie americane che sono dei fari, ma non abbiamo mai pensato al confronto con l’America, perché i romanzi di Robecchi e la serie hanno una loro unicità, non mi sembra che abbiano un confronto. in effetti l’autore di una tv trash, che diventa un indagatore e investigatore al fianco di altri due personaggi televisivi, sembra la storia di un calabrone che non può volare. Se non ci fossero già stati i romanzi, con questo tono di crime ed ironia, credo che una proposta simile per una serie tv non avrebbe mai funzionato”.

Nel cast figura anche il cantante Michele Bravi. Il regista Johnson ha lodato le sue capacità attoriali: “Fa il cantante ma come attore è bravissimo”. In questi anni, Fabrizio Bentivoglio ha privilegiato il cinema a dispetto della televisione. In merito a questa scelta, l’attore ha chiarito: “E’ in parte una scelta e in parte una direzione della carriera, non avevo preconcetti anche se magari preferivo il teatro. I tempi sono anche cambiati. La serialità a un attore offre la possibilità di raccontare il personaggio con spazi e tempi diversi. Quando vinsi la Coppa Volpi per Un’anima divisa in due c’era il grande Marcello Mastroianni che salutandomi mi disse ‘a ‘Bentivo’ mo non te mette a fa’ la tv…’. Ecco posso dire che ho mantenuto la promessa per più di 15 anni”.

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