Mickey Rourke ospite di Music: “La cosa più difficile è cambiare”

Mickey Rourke

Ospite della seconda puntata di Music andata in onda ieri, 13 dicembre, il grande e attesissimo Mickey Rourke. Personaggio controverso, ex ribelle, sex symbol degli anni ’80 con la passione per la boxe. Si è raccontato a Paolo Bonolis e al pubblico di Canale 5 con sincerità, commozione, ilarità. Dall’adolescenza infelice al pensiero sulla vecchiaia, dalla boxe alla carriera di attore (il decollo, il declino, la rinascita), e poi la musica, che ha scandito i diversi periodi della sua vita.

Non si è parlato, come qualcuno pensava, degli svariati e chiacchierati interventi chirurgici cui si è sottoposto. Giusto così. Argomento troppo banale di fronte all’interessante e profonda intervista a cui abbiamo assistito.

Mickey Rourke, da ribelle dei sobborghi di Miami a sex symbol in ‘9 settimane e 1/2’

E’ arrivato sul palco di Music con una camminata spavalda (ma forse un pò di emozione c’era), tutto vestito di pelle nera, croce vistosa al collo e capelli lunghi grigi sciolti sulle spalle. Mickey Rourke, checchè se ne dica, a me pare ancora, con i suoi 65 anni, davvero un bel tipo!

Cresciuto nei sobborghi di Miami, dove già da giovanissimo praticava pugilato, ottenne la sua prima parte da ribelle nel 1983, in Rusty il selvaggio (Rumble fish), diretto da Francis Ford Coppola. Nonostante lo fosse stato un ribelle,

Durante quel film ero molto nervoso perchè dovevo lavorare con Francis Ford Coppola.

Lui parlava con dei paroloni che io non capivo. Quando tornavo a casa, guardavo nel vocabolario.

Come si sentiva invece sul set di 9 settimane e 1/2, il film che nel 1986 gli diede lo scettro di sex symbol nel mondo?

Insicuro. Ho guardato Kim Basinger e non avevo mai visto una donna così bella.

Mickey Rourke, il declino e il suo pensiero su Hollywood

Se 9 settimane e 1/2 rappresentò il decollo della carriera di Rourke come attore, qualche anno dopo il “bello e dannato” sprofondò nel declino. Nel 1991 tornò a dedicarsi a quella che era (ed è) la sua più grande passione: la boxe.

non ho lavorato per 16 anni: i primi 6 per scelta (per tornare sul ring), gli altri 10 Hollywood mi ha lasciato in disparte.

A proposito di Hollywood, ecco che cosa pensa e che cosa ha dichiarato senza peli sulla lingua:

Hollywood è costruita sull’invidia. Oggi gli attori sono tutta gente mediocre, perchè li puoi controllare, raggirare, e scendono a compromessi pur di fare successo.

Io non mi piego. Non scendo a compromessi.

La rinascita con ‘The Wrestler’

Dopo particine di poca rilevanza, nel 2008 arrivò per Mickey Rourke la svolta: la fantastica interpretazione di Randy The Ram in The Wrestler (che io non mi stancherò mai di vedere) gli valse la nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista e il Golden Globe come Miglior attore in un film drammatico.

Della colonna sonora fa parte il brano Sweet Child O’ Mine dei Guns N’ Roses, il cui leader Axl Rose è molto amico dell’attore. Il pezzo è stato usato diverse volte da Rourke prima degli incontri di pugilato. In particolare, Rourke ha citato il suo ultimo combattimento: aveva dei problemi con una ragazza e la canzone gli serviva per darsi carica.

Ci fu un’occasione, però, in cui non si sentì nervoso per un incontro, e con le lacrime agli occhi, dimostrando un’inaspettata sensibilità, Mickey Rourke ha parlato del suo cane:

Posso parlare delle donne, ma non del mio cane. Il mio cane era speciale.

Ero nello spogliatoio ma non ero nervoso, per via della morte del mio cane. Era come fare una passeggiata nel parco.

Ha poi nominato Bruce Springsteen, anche lui suo amico come Axl Rose e anche lui “parte” di The Wrestler: Mickey Rourke, infatti, chiamò il musicista per chiedergli se poteva scrivere una canzone per il film.

Dopo 3 giorni mi ha cantato la canzone per telefono.

L’omonima The Wrester vinse il Golden Globe come Miglior canzone.

L’infanzia difficile e il pugilato

Mickey Rourke ha raccontato di quando era bambino, un’infanzia terribile segnata da violenza e umiliazione, e di come si è avvicinato al pugilato.

Mia madre era sposata con un poliziotto molto violento, non era mio padre.

Ci ha picchiato per 11 anni. Ci legava alla catena del cane. Nè io nè mio fratello pensavamo di farcela nella società.

Poi un bullo della mia scuola (gli ero simpatico) mi ha insegnato a combattere. E non ho più smesso.

In quegli anni, visto il suo talento, fu portato da Angelo Dundee, l’allenatore di grandi pugili come Muhammad Ali e Luis Rodriguez, con cui Mickey Rourke si allenava. In 7 anni, il giovane Mickey combattè 47 volte.

Mickey Rourke, il cambiamento e la vecchiaia

La cosa più difficile è cambiare: me l’ha detto il mio psichiatra.

Così afferma l’attore, che per 7 anni seguì una terapia per cambiare il suo temperamento troppo “duro”.

I primi 11 anni della mia vita mi sono sentito sporco. Quindi mi sono indurito. Troppo.

Rourke, a causa del suo comportamento eccessivamente istintivo (bastava poco per farlo innervosire e aggredire fisicamente le persone), ha dichiarato di aver sborsato 850.000 dollari in spese legali.

Ma ora è cambiato:

Il nuovo me mi fa aspettare, respirare.

Infine, ecco il pensiero di Mickey Rourke sul passare del tempo, che una volta definiva “schifo”:

Se cambi il tuo modo di fare, puoi invecchiare con dignità. Ma devi avere molta disciplina.

Io non ho paura della morte. Ho paura di morire, ma non ho paura della morte.

Ecco, questo è Mickey Rourke, un uomo che di sbagli nella vita ne ha fatti tanti, perchè in fondo un pò è stata la vita a segnarlo. Un uomo che ha saputo rialzarsi, ottenendo il suo riscatto. Un uomo all’apparenza duro, ma che parlando del suo cane si scioglie in lacrime mostrando il suo lato tenero. E, non per ultimo, un uomo con una dignità fortissima.

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