Massimo Bossetti a Belve Crime: “sopravvivo all’ingiustizia che sono costretto a vivere. Mi sento addosso l’etichetta del mostro, ma non sono un assassino”

Massimo Bossetti a Belve Crime

L’intervista di Massimo Bossetti a Belve Crime di Francesca Fagnani ha catalizzato l’attenzione del pubblico. La puntata speciale del programma, questa volta incentrato sui protagonisti e colpevoli dei casi più mediatici di cronaca nera italiana, ha fatto registrare un boom di ascolti con oltre 1,5 milioni di spettatori, per il 12,4% di share. L’uomo, detenuto nel carcere di Bollate per scontare l’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha nuovamente sottolineato la sua innocenza.

Massimo Bossetti a Belve Crime: “il dna sugli slip di Yara? Non so come ci sia finito”

Francesca Fagnani a Belve Crime ha incontrato e intervistato Massimo Bossetti, il carpentiere condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Argomento centrale dell’intervista il dna di Massimo Bossetti ritrovato sugli slip e i leggings di Yara. Proprio il Dna è risultato centrale in questa lunghissima indagine che ha visto l’uomo condannato all’ergastolo in via definitiva il 12 ottobre 2018. Alla domanda di Francesca Fagnani: “ma il suo Dna come c’è finito sugli slip di Yara?“, Bossetti risponde “è quello che vorrei capire anche io. E’ tutto assurdo“. La replica della Fagnani è immediata: “non per la scienza né per la legge”. A questo punto Bossetti fa una precisazione: “il Dna nucleare, che si dovrebbe disperdere a poche settimane, era presente, mentre il mitocondriale, che è risaputo da tutti che non si può disperdere, non c’è”. 

La Fagnani, giustamente, precisa: “il dna nucleare ha valore forensee lo incrimina per l’omicido di Yara“. Nelle carte del processo in merito al dna nucleare si legge: “stimata in sette miliardi la popolazione mondiale, per trovare un altro individuo, oltre a Bossetti, con le stesse caratteristiche genetiche sarebbero necessari centotrenta miliardi di altri mondi uguali al nostro, ossia un numero di persone nettamente superiore non solo alla popolazione mondiale attuale ma anche a quella mai vissuta dagli albori dell’umanità“.

Massimo Bossetti a Belve Crime: “Né io né Yara abbiamo avuto la meritata giustizia”

Massimo Bossetti anche a Belve Crime di Francesca Fagnani ha sottolineato la sua innocenza. “Sopravvivo all’ingiustizia che sono costretto a vivere. Mi sento addosso l’etichetta del mostro, un tatuaggio stampato sulla testa che porterò addosso fino alla fine dei miei giorni. Ma ritengo di non essere un assassino” – ha detto Bossetti precisando – “non sono state percorse tutte le piste”. Non solo, Bossetti ha nuovamente sottolineato di non aver mai visto ed incontrato Yara Gambirasio dichiarando: “non è fatta la giustizia che si dovrebbero meritare”.

Nonostante la condanna all’ergastolo, il carpentiere si è definito “tranquillo” e alla domanda della Fagnani su come sia la sua vita in carcere ha rivelato: “la rabbia si è tramutata in forza. E la forza è alimentata dall’amore dei miei familiari, dei figli, così riesco a resistere a un’ingiustizia quotidiana“. Infine Bossetti confessa perchè, ancora oggi a distanza di anni, continua a fare il nome di Yara: “né io né Yara abbiamo avuto la meritata giustizia“.

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