Marcello Masi, intervista al conduttore di Linea Verde Life: “Entriamo nelle case degli italiani senza fare la lezioncina”

Marcello Masi

Sabato scorso è iniziata la nuova stagione di Linea Verde Life. La prima puntata del programma condotto da Marcello Masi e Daniela Ferolla ha visto incollati alla tv ben 2.222.000 con il 18.9% di share. Un ottimo debutto di stagione, per uno dei programmi che negli anni è riuscito a conquistare l’affetto del pubblico. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato il conduttore Marcello Masi, con lui abbiamo parlato della nuova stagione di Linea Verde Life, dei format tv di cui è stato autore e di quali sono i progetti televisivi che gli piacerebbe realizzare.

Marcello Masi: l’intervista esclusiva 

È partita la nuova stagione di Linea Verde Life. La prima puntata ha ottenuto un ottimo riscontro: come vedi questo successo? 

«Mi fa piacere che continuiamo ad avere questo seguito che sta diventando sempre più stabile, soprattutto di essere accettati con il sorriso dalle famiglie italiane. È una cosa che noto anche quando andiamo in giro con la trasmissione. È un affetto che ci da’ una grande carica e che conferma quello che stiamo facendo: e cioè il vero servizio pubblico. Perchè comunque, oltre alle ricette affrontiamo temi importanti come le energie rinnovabili, la sostenibilità, l’economia circolare. Temi che non sono il massimo del divertimento, noi riusciamo a trasformarli in una divulgazione leggera. Sono molto felice di questo». 

Temi che in questo momento sono molto attuali.

«Argomenti attualissimi. Sono sette anni che conduco Linea Verde, da cinque lo facciamo in maniera più coordinata. Già sette anni fa iniziammo a parlare di un’Italia che può migliorare sotto questo aspetto, partendo anche da quello che si può fare in ogni singola famiglia. In questo periodo è diventato indispensabile palarne, noi siamo stati i primi a parlare di economia circolare, del riciclo, dell’anti-spreco, di energia rinnovabile. Da questo punto di vista manteniamo con orgoglio questa linea editoriale». 

La tv negli ultimi anni è cambiata e molti format escono dai palinsesti. Linea Verde come anche Linea Verde Life, restano saldamente al loro posto e con numeri in continua crescita. Cosa secondo te piace al pubblico? 

“Gran parte è merito del nostro vicedirettore Angelo Mellone che ha creduto per primo nel fatto di creare un vero e proprio brand. Sono partite tantissime trasmissioni che si occupano di territorio, quello che funziona è che noi abbiamo la capacità di entrare nelle case degli italiani senza la presunzione di fare la lezioncina».

«Credo che molte trasmissioni che si occupano di questi temi, lo facciano con gli argomenti giusti ma con i toni sbagliati. L’esperto, il grande scienziato, anche il bravo comunicatore, a volte non si rende conto che entrare in una famiglia che magari è all’ora di pranzo o che sta bevendo un cappuccino, e raccontargli il disastro che purtroppo è reale, non è che si ottengono grandissimi risultati. Si tende innanzitutto a spaventare senza dare soluzioni. E poi si usano anche termini e modi che non vengono compresi. Noi cerchiamo di parlare a tutti, sempre con termini rigorosamente scientifici, però lo facciamo cercando anche di dare dare una soluzione e cerchiamo di farlo con dei toni di ‘gioco’ cercando di portare anche un sorriso. È questo che forse ha creato un format che evidentemente piace». 

Cosa ci puoi anticipare sulla seconda puntata? So che siete stati all’estero. 

«Sì, siamo appena rientrati da Israele: è una sorpresa per una puntata speciale che vuole rompere un po’ gli schemi. È un Paese all’avanguardia su molti temi che noi trattiamo, come le energie rinnovabili e l’acqua, dove sono veramente i numeri uno al mondo. Siamo andati a scoprire alcuni loro segreti e qualche idea può sicuramente essere ideale per il nostro paese. Come avvenuto nella prima puntata per Ischia, non vogliamo mai essere uguali a noi stessi. Queste cose servono anche per destabilizzare chi ci guarda e non dare nulla per scontato. La seconda puntata sarà incentrata su Trieste, una delle città più belle d’Europa, una città che mi sono goduto tantissimo. Sarà una bella puntata solare. Poi andiamo a Napoli, una città che riserva sempre qualcosa di nuovo. Poi ci sarà Como, Brindisi. Ogni settimana si sta su un treno o su un aereo. È una trasmissione bellissima che mi diverto molto a fare. quando spetterò di divertirmi smetterò di far il programma». 

C’è una città che ti ha colpito più di un’altra? 

«Non c’è una città in particolare. Ogni città è una scoperta. Mi piace quando gli abitanti di una città mi dicono: ‘mi avete fatto scoprire delle cose che non conoscevo e che avevo sotto casa’. Io adoro le città di mare come Cagliari, Napoli. Città dove le culture si sovrappongono, dove si sono negli anni intrecciate. Dove i sapori sono figli di mille e strane casualità che hanno portato alla creazione di piatti straordinari. Città dove c’è tanto materiale da raccontare e dove le idee circolano. Queste sono cose che troviamo dalla Calabria alla Valle d’Aosta. Io sono appassionato di mare e quando faccio queste puntate me le godo». 

Al tuo fianco troviamo Daniela Ferolla. Tra di voi c’è una certa sintonia, cosa vi accomuna? 

«Siamo una coppia consolidata. Ci accomuna la spontaneità. Lei è una grande professionista, è straordinaria. Molte volte, anche se abbiamo un copione, sul momento riusciamo a inventarci delle cose che vanno meglio del copione. Siamo molto naturali, il pubblico se ne accorge quando sei naturale. Con Daniela riesco ad essere molto naturale. Dal primo momento è nata una certa sintonia ed è molto raro. Parte del nostro successo è dovuto proprio a questa sintonia». 

Ultimamente alcuni i conduttori tv si “punzecchiano” durante le trasmissioni e cercano di trovare uno scontro, secondo lei lo fanno per gli ascolti? Cosa ne pensa? 

«Lo trovo una cosa che può funzionare una sola volta. Io sono dell’idea che l’affezionamento ad una coppia di un programma è dato soprattutto dai contenuti e dalla genuinità che si riesce a trasmettere. Sono convinto che quello che facciamo con Daniela, la gente si chieda: che si inventano ora questi due?. Se io e Daniela litigassimo, credo che la gente ci rimarrebbe malissimo. Ormai siamo come due di famiglia». 

“Stamattina un ragazzo mi ha inseguito, e mi ha detto: ‘Marcello, io mia figlia e mia moglie ti seguiamo’. Mi fa molto piacere che un programma come il nostro possa piacere a un pubblico di ragazzi. Questo è il segno che stiamo facendo qualcosa di buono, più dei numeri e delle parole. Quando i ragazzi si avvicinano a un programma, io sono molto attento. È facile lavorare con le fasce di una certa età, conquistare i ragazzi è la novità. I temi sono quelli che non annoiano, anzi stimolano la riflessione e il pensiero. Io sono contento che la Rai abbia in palinsesto un programma che affronti questi temi e che abbia anche un suo seguito».  

Tu sei giornalista, autore televisivo e conduttore tv. Cosa ti ha dato ognuna di queste professioni? 

«L’autore è qualcosa che mi dà la soddisfazione maggiore perchè crei. A me piace lavorare il legno, ho sempre avuto una certa vena creativa. Il giornalista lo faccio da 35 anni, più che altro in questo momento faccio il comunicatore più che il giornalista. Quello che ho mantenuto del mestiere è che ogni volta che dico una cosa, l’ho verificata non una ma cinque volte, questa è una garanzia anche per chi mi ascolta. Il conduttore è un mestiere che non ho imparato, sono io, sono quello che sono nella vita. La gente pensa di conoscermi bene perchè sono così nella vita, è un tipo di conduzione naturale”. 

Tra i suoi programmi citiamo: Tg2, Tg2 Dossier, Signori del vino, Linea verde – L’agricoltura in città, Linea verde va in città, Linea verde Life, In viaggio con Marcello, Linea Verde Life Estate, La vita in diretta Estate. Tutti programmi della Rai. Ti hanno mai proposto di approdare in un’altra azienda televisiva? Se si perché ha rifiutato? 

«Si, è una cosa che non ho mai detto. Era anche una proposta molto allettante. Devo essere sincero, con “Mamma” Rai ho un legame importante, non lascerei mai l’azienda. Poi ci sono tante cose che non vanno anche in Rai, ma questa è un’altra storia». 

Cosa spinge negli ultimi anni molti giornalisti a passare alla conduzione tv? 

«Quando facevo il giornalista non ho mai pensato e cercato di fare il conduttore tv. Mi è stato proposto e ho accettato. Se vent’anni fa mi avessero detto che avrei fatto il conduttore di un programma di Rai 1 non ci avrei creduto».

Un format che ti piacerebbe condurre, della tv di oggi o di quella del passato? E quello che avresti voluto scrivere come autore? 

«Adoro tutti i format che prevedono un confronto a due. Delle interviste all’americana, cercando di parlare del pubblico e del privato. Ho alcune idee e non è detto che non ci riesca. Forse chiuderò la mia carriera facendo un programma del genere. Prima o poi spero di fermarmi, non posso mica continuare ad andare in giro per sempre. I miei modelli di programmi sono come quelli che faceva un tempo Maurizio Costanzo». 

Un format che avresti voluto scrivere tu invece? 

«Io adoravo “Rischia Tutto”. Adoro Mike Bongiorno. Ma anche “Campanile Sera” dove c’erano personaggi che si confrontavano sulle canzoni, dove c’era il vero intrattenimento, dove bisognava far divertire le persone, è facile farle piangere o spaventare». 

Cosa pensi dei reality? 

«Non li seguo, non mi piacciono, li trovo finti. Non sono proprio pero me». 

La proposta televisiva alla quale hai detto di ‘No’? 

«Di occuparmi di sport. Mi proposero Rai Sport e non accettai. Anche se sono molto tifoso e appassionato spettatore di sport, ho detto no. Quello è stato il mio rifiuto clamoroso. È la prima volta che lo racconto». 

Ballando con le Stelle ti è mai stato proposto?

«No perchè sanno benissimo che potrei far male a qualcuno. L’assicurazione costerebbe troppo. La buona Milly Carlucci prima di scegliere le persone le fa anche una valutazione sanitaria. Lei è una cara amica, è un programma molto divertente». 

Tu sei laureato in Scienze Politiche e si occupa di giornalismo quindi di comunicazione, secondo lei l’approdo dei politici su TikTok ha funzionato? 

«Secondo me non ha funzionato visto anche l’astensionismo dei giovani in generale. La politica deve fare altre cose per avvicinare i cittadini alla politica». 

Come vedi la Rai da qui a 20 anni?

«È una domanda troppo difficile e anche un po’ complessa, perchè l’evoluzione che c’è stata negli ultimi anni è stata clamorosa. La nascita delle piattaforme, lo streaming, gli abbonamenti che sono sempre più capillari, nel senso che si intercettano i gusti delle persone in maniera scientifica, la Rai è una tv generalista e soffre rispetto a questo tipo di scelta che fanno gli utenti. Io sono convinto che una tv pubblica sia necessaria. Il mercato una cosa complicata. invecchiando ho scoperto che è tutto molto difficile. Quello che succede fra 20 anni, non so nemmeno se ci saremmo noi visto come continuiamo a comportarci, mi auguro che la Rai sopravviva». 

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