“L’ombra del giorno”, Riccardo Scamarcio interpreta Luciano: “Mi sono ispirato a mio padre”

L'ombra del giorno

Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli protagonisti al cinema di una storia d’amore al tempo del fascismo e delle leggi razziali. Uscirà nelle sale dal 24 febbraio il film “L’ombra del giorno”, ambientato ad Ascoli Piceno e diretto da Giuseppe Piccioni. Riccardo Scamarcio interpreta Luciano, un uomo claudicante e simpatizzante del fascismo che si è chiuso osservando il mondo esterno attraverso le vetrine del suo locale. La sua ideologia sarà messa in discussione dall’arrivo di Anna con cui scoppierà l’amore. Luciano non sa però che Anna nasconde un segreto.

L’ombra del giorno, i protagonisti in conferenza stampa

Abbiamo assistito alla conferenza stampa a cui ha preso parte il cast e il regista. Per interpretare il personaggio di Luciano, Scamarcio si è ispirato alla figura del padre: “Non ho la statura morale del mio personaggio. Per interpretarlo mi sono ispirato inconsciamente a mio padre. Luciano è una persona che soffre in silenzio, che non protesta. È portatore di un forte dolore. C’è una battuta che poi abbiamo tolto, nonostante il copione sia stato rispettato fedelmente, e che lo rispecchia molto. Diceva: non mi piace comandare, ma neanche obbedire. Ecco, questo lo rappresenta. In più sognavo da tantissimo di fare un personaggio claudicante. Sono anni che mi alleno. Chi mi conosce lo sa”.

Per Benedetta Porcaroli si è trattato di un ruolo intenso e per certi versi rivoluzionario: “Anna mi somiglia. Anche io, come lei, credo in un mondo migliore. Lei porta una rivoluzione dentro quel ristorante e dentro quell’uomo che sono anni che si nasconde. Non ho mai giudicato le sue scelte. In quell’epoca non potevi mollare tuo marito anche se ti innamoravi di un altro. Ho compreso anche la sua responsabilità morale e le sue rinunce. Il copione è formidabile, si affronta il tema della condizione femminile di quegli anni e permette ai personaggi di avere un’evoluzione davvero densa ed intimista”.

Il regista Giuseppe Piccioni sottolinea l’analogia tra l’Italia della Seconda Guerra Mondiale e il periodo che stiamo vivendo: “Questo è un film che non dà delle risposte, ma pone delle domande. Si parla di un mondo che non vogliamo che venga rilegato nei libri di scuola. E si racconta anche la storia d’amore tra due persone attraverso la vita della provincia. In realtà sembra sempre che io sia un regista di storie sentimentali, ma a ben guardare non è così. Basta vedere film come Fuori dal mondo o Luce dei miei occhi . In questo film non ho la presunzione di raccontare il fascismo, ma il clima di quel periodo storico: incerto come il nostro in piena pandemia e forse alle soglie di una guerra”.

Poi il regista ha lanciato un’allarme sulla situazione dei cinema: “Chi governa dovrebbe guardare dentro di sé per ricostruire un’umanità degna di questo nome. Questo è un film che uscirà in sala perché vogliamo manifestare il nostro desiderio di un ritorno in sala e di non stare più chiusi in casa”.

Anche Riccardo Scamarcio ha condiviso la posizione del regista a cui è legato da un profondo rapporto di amicizia: “Con Giuseppe siamo amici da tanto, ben prima che recitassi nel suo film Il rosso e il blu nel 2012. Aveva questo copione e voleva farmelo leggere da tempo. L’ho letto tutto d’un fiato e l’ho trovato bellissimo. È su un periodo storico importante e c’è un senso di paura che aleggia nel corso di tutta la storia simile a quello che stiamo vivendo in questo momento”.

Il film è dedicato ad Antonio Salines che intrepreta il Professore. Una giornalista evidenzia una frase che il Professore dice rivolgendosi ad uno dei camerieri del ristorante di Luciano, “Disobbedire a una legge sbagliata a volte è un obbligo”. Piccioni a tal proposito ha spiegato: “Vanno ricordati quei dodici, quindici, diciotto professori che hanno detto di no al fascismo, mentre di contro ci sono stati degli scienziati che hanno firmato il manifesto della razza. Quella frase che pronuncia Salines è importante, ma non è un grido ideologico. Spinge a una riflessione su un periodo storico in cui qualcuno con dignità e coraggio ha deciso di opporsi con un rifiuto, senza usare violenza”.

L’altra protagonista del film è Ascoli Piceno. L’attore Riccardo Scamarcio ha rivelato di essere stato scettico all’inizio sulla scelta del luogo in cui girare il film: “Era un mercoledì di gennaio dello scorso anno quando Giuseppe mi ha chiamato, proponendomi Ascoli. Avevo preso da poco in mano la produzione del film in maniera rocambolesca e l’idea era quella di girarlo a Roma. Quindi gli ho risposto d’istinto di no. Poi lui mi ha mandato delle foto e ho trovato pazzesco questo posto. Due giorni dopo siamo andati ad Ascoli e da lì è partito il film che abbiamo girato per sei settimane durante il lockdown. Era il posto ideale per ambientare questa storia”.

Nel cast anche Waël Sersoub, Lino Musella, Vincenzo Nemolato, Valeria Bilello, Sandra Ceccarelli, Costantino Seghi e Antonio Salines al quale il film è dedicato.

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