Lino Guanciale si confida: dagli anni difficili ai grandi successi

lino guanciale

Lino Guanciale, amatissimo attore di molte fiction di successo come Non dirlo al mio capo 2 e L’allieva 2, si è recentemente confidato in una lunga intervista rilasciata alla rivista Tv Sorrisi e Canzoni. Ecco cosa ha raccontato al pubblico e ai suoi fan.

Lino Guanciale e una strana malattia

Tv Sorrisi e Canzoni ha intervistato l’artista del momento, il fidanzato che molte vorrebbero avere e che ha fatto sognare le donne fin dai tempi di Che Dio ci aiuti. Ve lo ricordate al fianco Elena Sofia Ricci? Stiamo parlando di Lino Guanciale.

L’attore in primis ha parlato della “guancialite”, una nuova patologia: “Non credo sia grave”. Il virus che si trasforma. Nella fiction “L’allieva 2″, infatti, la strana malattia era denominata “confortite“.

La divertente intervista continua in tono ilare e il brillante attore che abbiamo visto anche con volti truci ammette:

È una cosa divertente e mi sorprende un pò.

A proposito dei sintomi Lino scherza:

Non lo so, bisogna fare un’indagine sui social e reperire lì i dati. Conforti genera la malattia, ma non la conosce.

Naturalmente, visti i risultati clamorosi, Lino non rivelerebbe a nessuno il modo di curare la patologia altamente contagiosa.

Un attore timido e pignolo

Chi lo direbbe che Lino Guanciale è in realtà molto timido? Al settimanale che lo ha intervistato però è stato lui stesso a parlare della sua timidezza e ad aggiungere:

A volte dico: “Beh, questa è andata bene, c’è tutto quello che doveva esserci”. Però sono più le volte che noto quello che non va.

Insomma timido e pigolo o forse, ancora meglio, perfezionista.

Possibile però che non abbia proprio mai visto nessuna puntata delle fiction che lo vedono protagonista? Certo che no. A quanto pare Lino Guanciale è solito vedere gli episodi insieme al cast al completo prima della messa in onda. Quando però la puntata iniziata si agita, raggiunge la cucina e sfoga la tensione mangiando.

I successi lo spingono a pretendere sempre di più da se stesso.

Non bisogna abituarsi ma cambiare, crescere, perché nel momento in cui ti fermi c’è un’alta probabilità che quei numeri poi si abbassino. Ecco perché dico sempre che, fatte due stagioni di una serie, poi ho fame di progetti nuovi.

Per spiegare meglio le sue affermazioni Guanciale ha poi aggiunto:

Questo poi non vuol dire che una terza stagione non possa essere forte: si giudica a partire dalla scrittura, come sempre. Ma è brutto mandare avanti le cose per inerzia. Mi metto nei panni dello spettatore: se non c’è un rilancio forte ogni volta, quello che vedi poi ti stufa. E stufa pure chi lo fa.

Gli anni difficili di Lino Guanciale

Come già aveva svelato in tv, a Vieni da Me, nello studio di Caterina Balivo, Lino Guanciale ha poi raccontato i suoi esordi e i difficili anni iniziali in cui, pur volendo fare l’attore, si ritrovava a fare i conti con guadagni scarsi che non gli permettevano di mantenersi.

Guanciale ha parlato del primo provino dicendo:

Il giorno del provino all’Accademia Silvio D’Amico arrivo in piazza Verdi a Roma, scendo dal tram, entro in questo palazzo enorme e bellissimo e penso: “Accidenti quanto è grande questa accademia…”. Poi sento uno dietro che mi dice: “Ahò ’ndò vai?”, Io: “Vado a fare il provino!”. “Eccone n’altro…”. Ero entrato nel Poligrafico dello Stato. Avevo sbagliato palazzo, l’accademia era in un villino di fronte“.

L’attore ha raccontato oltretutto una giornata assurda vissuta durante il suo primo giorno di lavoro. Le cose sono andate al contrario di come dovevano. Una catena di sfortune ha messo a dura prova la sua pazienza e la sua tenacia.

Il primo giorno di lavoro con il regista Luca Ronconi arrivai con sei ore di ritardo. Persi il primo aereo. Il secondo aveva un ritardo incredibile, persi la coincidenza del treno per arrivare in città. Insomma, un disastro dietro l’altro.

Guanciale ha concluso dicendo:

Erano gli spettacoli per le Olimpiadi di Torino e io credevo che li avrei finiti prima di cominciarli. Mi guardò di sottecchi ma fui fortunato perché quel giorno Ronconi aveva problemi più grossi e la mia figuraccia passò in secondo piano.

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