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Lettere da Berlino – recensione e opinioni sul film

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Lettere da Berlino è un film drammatico, il cui regista è Vincent Perez. Emma Thompson, Brendan Gleeson, Daniel Brühl, Mikael Persbrandt, Katharina Schüttler fanno parte del cast. Il suo titolo originale è: Jeder stirbt für sich allein. Parliamo di una pellicola uscita nell’anno 2016 della durata di 97 minuti. L’incasso in Italia è stato pari a 245.000 euro. All’interno del film si parla della struggente storia di una coppia. Dopo avere perso il figlio, in battaglia, i due genitori lotteranno contro la dittatura nazista.

La trama del film “Lettere da Berlino”

La trama si sviluppa a Berlino, nell’anno 1940. I tedeschi hanno occupato Parigi con l’esercito e ad Otto e Anna Quangel giunge una lettera. Si tratta della Wehrmacht che rende nota alla coppia la morte al fronte francese del figlioHans è il nome del giovane che ha perso la vita in nome della patria e del Führer. Il ragazzo era motivo di vita dei genitori ed in seguito alla sua scomparsa Otto e Anna cercano di sfogare il loro dolore scrivendo.

Coraggiosamente e silenziosamente i due genitori condurranno una lotta antinazista. Otto redigerà cartoline contro il regime, indossando guanti. E’ importante non lasciare alcuna impronta, ma anche fare in modo che le coscienze tedesche si aprano. La follia hitleriana deve finire e la coppia scrupolosamente porta a conoscenza i crimini avvenuti. Escherich, ispettore della Gestapo, cercherà di scoprire chi sono la mente e la mano che danno vita alla silenziosa sensibilizzazione.

Otto e Anna però si mimetizzano tra le persone dell’epoca e conducono una vita del tutto “normale”. Il giusto ed il miserabile si mescolano all’ebreo che teme di essere denunciato. Le stagioni cambiano e lasciano il posto a quella successiva. Ognuno è diffidente del vicino e la città è sfinita. I bombardamenti non danno tregua. Dopo avere portato a compimento ben 285 cartoline, Otto che fine farà? Riuscirà a rimanere nell’anonimato o verrà scoperto? Non vogliamo dirvi il finale, quindi starà a voi scoprirlo guardando il film.

Recensione e opinioni sul film Lettere da Berlino

Chi ha vissuto direttamente o indirettamente, tramite parenti, la guerra può farsi un’idea di quanto questa abbia condotto ad atti inumani. Molti erano coloro che si opponevano a Hitler, anche in Germania. La storia narra che egli era temuto ed amato da tutti, la popolazione però in realtà non era filonazista. Il dovere di ogni tedesco era però di seguire ed obbedire ad ogni istituzione nazionale.

Nessuno o ben pochi approvavano la scellerataggine del comandante ma si dovevano adeguare. Non esisteva libertà di idee, ma il popolo poteva solo denunciare gli inadempienti. Nel film ‘in costume’ di Vincent Perez viene portato a conoscenza per i pochi che ne sono o vogliono esserne all’oscuro, ogni crimine nazista. Otto ed Anna sono usciti dalla massa, senza alcun preconcetto o giudizio.

Vincent Pérez è attore e regista tedesco da parte di madre. Egli però emerge, non si accomuna alla pazzia che coinvolge la nazione. Il suo racconto e lavoro verte su due uomini giusti. I genitori di Hans sono autonomi, non abdicano la dignità e difendono l’idea stessa di umanità. La forza della trama è resa da Pérez in modo classico, non si sente ne audacia, ne asprezza.

Lettere da Berlino è un thriller che coinvolge le emozioni non un’opera storica e politica. Criticato per alcune interpretazioni, probabilmente il film doveva essere più incisivo ed audace.

Ispirato dal romanzo di Fallada che Primo Levi definisce: “uno dei più bei libri sulla resistenza tedesca contro il nazismo” fa riflettere sulla vita e su un regime. Lettere da Berlino si avvicina più alla fiction di prime time ad alto budget che ad un film che va oltre le emozioni, come afferma più di un critico.

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